È a disposizione. Cioè in campo, al centro della scena. Quattro anni dopo una sconfitta netta, c’era poco da spiegare, Michele Iorio si sente sempre più impegnato nel disegno di «un’iniziativa straordinaria», alternativa all’attuale governo regionale. Pronto a guidarla. Non si impone, non si sottrae. «La politica delle belle figurine penso sia passata», taglia corto e conferma che si riferisce all’esperienza di Renzi e a quella, in Molise, di Frattura.

Nel suo ufficio al terzo piano di Palazzo D’Aimmo fa capolino, ad un certo punto, Gianfranco Vitagliano. L’ingegnere allontana la domanda: io non voglio ripropormi. Ma intanto è tornato sotto i riflettori. Stimolato dal dibattito sulle partecipate, ha detto la sua con franchezza. Un progetto, però, non ha solo frontman. E un ruolo per il suo ex assessore al Bilancio Iorio potrebbe averlo in mente. Tra gli articoli della rassegna stampa che ha davanti e che hanno attirato l’attenzione dell’ex governatore, la riflessione di Vittorio Nola, presidente appena commissariato del Consorzio di bonifica di Venafro.

Cosa ha colto di quell’analisi, presidente Iorio?

«Il rammarico. Vittorio parte da una considerazione molto negativa di quello che sta avvenendo in Molise. Il commissariamento dei consorzi, avvenuto con un emendamento notturno alla finanziaria mentre c’è un progetto di legge in commissione che è di riordino e commissariamento, sintetizza il modo di governare di Frattura e compagni, cioè la spregiudicatezza dell’utilizzo di leggi, di strumenti legislativi magari fatti qualche volta a dispetto, qualche volta per accaparrarsi gestione di potere. Ritengo sia stato il difetto principale di questo governo regionale: aver trasformato la Regione in ente che gestisce tutto. Dalla centrale di committenza, dipendente dalla giunta – secondo me un’interpretazione molto azzardata di un’attività molto delicata qual è quella degli appalti -, al commissariamento di fatto degli enti strumentali della Regione attraverso funzionari che non avrebbero quel compito. C’è bisogno invece di manager nei settori strategici.

Ormai si perde negli anni il ricordo di un’attività programmatoria e di stimolo di Molise Acque, non si ha notizia di quale ruolo avrebbe l’Arsarp. Sono stati ritenuti orpelli inutili, l’unica gestione è in mano a tre o quattro persone in via Genova. La Regione avrebbe dovuto avere un ruolo di rilancio. Tutto questo è mancato in questi quattro anni, anni bui che hanno portato a situazioni molto gravi».

Quali situazioni per esempio?

«L’allontanamento dei cittadini dalla politica è visibile. Alle sedute di Consiglio, a parte voi giornalisti, non viene nessuno. Se non i dipendenti delle aziende in crisi, sempre gli stessi e con gli stessi problemi. Prima discutevamo se privatizzare o meno lo Zuccherificio, se acquistare gli asset della filiera avicola. Oggi parliamo di cassa integrazione, mobilità, aree di crisi che vedranno la luce fra qualche anno e nel frattempo il Molise è ridotto ai minimi termini. Per non parlare della sanità: reparti che vanno e vengono, accordi, decreti rivisti e corretti dieci volte. In questo vedo approssimazione, la non consapevolezza degli effetti che un atto può produrre in sanità. Chiederò al Consiglio di affrontare la questione dell’emergenza, il famoso Dea di II livello che prima avevamo. Non si può riorganizzare una struttura sanitaria se non si dà ai cittadini la garanzia dell’emergenza. Quando un problema è urgente non puoi scegliere, devi trovare per forza una risposta. Al di là del Balduzzi, è una risposta che si deve organizzare obbligatoriamente. La legge prevede gli accordi di confine che garantiscono un percorso stabilito, ma se una patologia va curata nel giro di mezz’ora o un’ora che accordo di confine fai? Devi erogare la prestazione. E rispetto a questo, il commissario non può arrogarsi il diritto di fare decreti insultivi, come accaduto con la Neurochirurgia. Il dato allarmante è che in questa situazione di incertezza e provvisorietà sta è aumentata in maniera incredibile, dicono 10-15 milioni all’anno, la mobilità passiva. I cittadini si vanno a curare fuori. Nei trasporti, si pretenderebbe di fare una trattativa privata di oltre 130 milioni, mi sembra fuori da ogni norma e regola. A Roma, poi, abbiamo dimostrato di non esserci. A parte qualche selfie con Renzi e la Fanelli, siamo stati sempre penalizzati anche nel dibattito referendario».

Sta descrivendo una coalizione senza un progetto politico…

«Non c’era un progetto. E sono stati distrutti quelli avviati da noi. Penso a Geosat. Un finanziamento ottenuto dal Ministero per circa 8-9 milioni, 3 milioni della Regione, 9 da Telespazio: doveva realizzare una piattaforma di lettura dello spazio, si stava preparando il bando per 60 ingegneri informatici da localizzare a Campochiaro. Non si sa che fine abbia fatto…».

Geosat, lo spazio: magari un’ambizione troppo grande per il Molise. Lei fu criticato…

«Chi criticò chieda al governatore Emiliano. Il Molise è uscito dall’associazione Nereus e ci è entrata la Puglia…».

Frattura ha accantonato lo spazio. Ma ha portato in Molise Amadori per la filiera avicola.

«Intanto non l’ha portato lui…».

Diciamo che ha fatto scelte che hanno portato al bando poi aggiudicato ad Amadori?

«Sì, ma il Molise ha pagato in termini economici quattro anni di disperazione. Perché questo significa tenere a casa 300 avventizi e 280 in cassa integrazione, che è il minimo per sopravvivere. Tutta l’area del centro Molise si è impoverita. Questo è il risultato. Poi, verrà Amadori e vedremo, ma quel che è stato fatto è stato distruttivo per i molisani. E bisogna chiarirsi sul concetto di utilizzo dei fondi pubblici. Perché Amadori verrà a condizione che il pubblico spenda per farlo venire: area di crisi, contratto di sviluppo, ammortizzatori sociali. Tutto questo quanto è costato, invece di continuare a tenere aperta la ex Arena?».

Lei dice: ci vuole una ricetta diversa. Come e con chi la sta scrivendo?

«A fine marzo nascerà Direzione Italia, il progetto di Fitto a cui Insieme per il Molise ha aderito. Discuteremo di programmi, faremo tavoli tematici, per puntualizzare la nostra proposta per il Molise. Il movimento si iscrive nell’ambito del centrodestra ed è aperto a movimenti civici che provengono da altre esperienze, con un metodo nuovo. Punto ad un rinnovamento notevole della classe dirigente. Non come rottamazione ma come partecipazione alla politica».

C’è Coscienza civica di Romano in questo percorso?

«Guardi, nessuno deve nascondersi dietro il passato o i preconcetti. La politica deve costruire. E credo che le energie di Massimo Romano e dei suoi amici possano essere disponibili per fare qualcosa di positivo per questa regione. Ma sto parlando pure con altri movimenti e associazioni che hanno portato avanti iniziative comunali. Che poi il percorso sia guidato da uno non nuovo può essere un fatto positivo, l’esperienza maturata può servire a rinnovamento di metodo».

Con Forza Italia dialogherà?

«È un lavoro che faremo in questi pochi mesi che mancano alla campagna elettorale. La cosa più importante chiarire le posizioni. Vedremo quale sarà la risposta e ci regoleremo».

E Patriciello? Lei è interessato ad un’interlocuzione con l’onorevole?

«Potrei essere interessato nella misura in cui si definisce la posizione politica di Patriciello che oggi ancora non è definita. E mi riferisco a Rialzati Molise, non ad altro».

Alternativi a Frattura: per dialogare con lei, è questo il discrimine?

«Noi siamo contrari a questo governo regionale: perché ha fatto male ma anche perché è nato male, dagli equivoci. E non è solo Frattura il responsabile, anche la giunta e la maggioranza lo sono. Maggioranza che, ormai si vede, si è smantellata, al di là delle prove muscolari o della promessa del quarto assessore che può essere richiamo all’ordine per qualcuno. Non c’è coesione, lo dimostrano le dichiarazioni di Petraroia, Scarabeo, Niro, alcune contestazioni che arrivano dalla sinistra dello schieramento. A me sembra che il progetto politico sia fallito, riesce solo a gestire il potere e ad esasperare il concetto politico di intimidazione. Governare in maniera muscolare, cercando i nemici per distruggerli o penalizzarli, è un metodo di cui i molisani che non ne possono più e ne daranno dimostrazione al momento del voto».

Sono bastati questi quattro anni per cancellare il dissenso che le fece perdere le elezioni?

«Quattro anni fa c’era stanchezza. E ci fu la rottura del centrodestra. La somma dei voti della lista di Patriciello e di quella di Niro fanno la differenza tra me e Frattura. E io non avevo lo smalto, dopo 12 anni di governo, per poter riparare una situazione del genere, che peraltro si verificò pochi giorni prima della presentazione delle liste, in maniera del tutto improvvisa e non prevedibile. Poi vedremo… Io penso che oggi situazione sia molto diversa».

Regista, in panchina o candidato governatore?

«Regista sicuramente. Stiamo preparando le candidature e ‘la candidatura’. Io sono disponibile, l’ho sempre detto. Non mi tirerò indietro. Se la mia presenza e la mia esperienza possono aiutare questa regione a cambiare realmente, io sono a disposizione. C’è bisogno di qualcosa di straordinario, di una iniziativa che gli steccati di qualsiasi genere e che mandi a casa questa maggioranza che è stata deleteria».

7 Commenti

  1. pietro maddalena scrive:

    se ci sarebbe una legge come quella di una volta romana!! che i ladroni li mettevano in croce, si potrebbe aprire una grande falegnameria in molise, e non parlando di tutta l’italia.

  2. wanderer scrive:

    ….se vuoi “donare” la tua esperienza, caro Michelone, fai pure, ma non ti presentare come governatore…., la gente non ti vuole, neanche io che ti ho sempre votato!! Sappilo.

  3. pietro maddalena scrive:

    i vecchi rimba…… e surpatore di sangue e denaro molisano dovrebbero levarsi dai piedi e lasciare i giovani a governare per il futuro del molise, prima di votare guardate le loro pagelle, al minimo fanno schifo, solo la mia opinione.

  4. Giacomo scrive:

    Si faccia in modo che non sia così, per favore. Non sono bastati i suoi anni di malgoverno!!

  5. Mariapaola Marchitto scrive:

    Non oso credere alle mie orecchie. C’è un limite a tutto. Molisani, sveglia, almeno questa volta!

  6. Mariapaola Marchitto scrive:

    Non mi dite. Qui si stradice, e alla grande. Molisani, sveglia! A buon intenditor, poche parole…

  7. Ma stiamo scherzando? Non è bastato lo sfascio che ha causato nei suoi anni di reggenza della regione e che in non pochi, presi da una inguaribile disonestà intellettuale, ormai non ricordano?

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