ISERNIA. L’associazione Promozione Donna ha proclamato Micaela Fanelli ‘donna dell’anno’ nella sezione politica. La cerimonia di premiazione è avvenuta ieri pomeriggio a Palazzo San Francesco.
«Sono molto soddisfatta – ha commentato la sindaca di Riccia – è un segnale importante che voglio condividere con tutte le donne che ancora faticano più degli uomini per imporsi nei rispettivi settori. Essere donna in politica è una operazione di grande coraggio. Noi abbiamo il dovere di garantire le condizioni per agevolare l’ingresso delle donne nei posti di comando. È perciò necessaria una legge elettorale che preveda la possibilità della doppia preferenza. In tal modo si favorirebbe chi vuol candidarsi. Una forzatura necessaria in un momento di transizione che farebbe bene alla politica».
Il segretario regionale del Pd ha parlato anche del riequilibrio della legge elettorale regionale: «Sin dallo scorso anno, quando organizzammo l’assemblea qui a Isernia, dicemmo che serve una legge elettorale che abbia almeno due collegi, di cui uno per il capoluogo pentro, in modo da garantire la rappresentanza territoriale a questo territorio. All’epoca indicammo con forza anche la necessità di un assessore regionale che fosse di questa zona e infatti fu scelto Carlo Veneziale. Oggi pensiamo che la legge regionale debba necessariamente prevedere questo collegio in modo definitivo. Il Pd lo chiede, mi pare che sono tutti indirizzati verso questa direzione. È mia ferma intenzione chiedere ai consiglieri regionali di rispettare questo impegno, ora che la legge è in commissione».
Non poteva mancare un riferimento alla situazione interna al Pd: «In realtà usciamo rafforzati da una fase in cui abbiamo implementato ulteriormente i tesserati, che ora sono circa duemila. Abbiamo 10 nuovi circoli quindi non c’è alcuna scissione. C’è un parlamentare che è uscito dal partito ma ci sono tanti nuovi ingressi. L’uscita di qualcuno non ha impedito l’arrivo di altri, anzi, a tratti lo ha anche favorito. Non voglio dire che sia un bene, perché sono la prima ad aver chiesto con forza che tutti restassero nella casa comune del Pd, dove si discute, si sta insieme e resistono i progetti, mentre qualcuno di noi passa. L’invito che è stato fatto, dall’assemblea nazionale e da me a livello locale la scorsa settimana, nel corso dell’assemblea del partito, è stato quello di stare il più possibile dentro. Motivi singoli e piccoli qualcuno ne ha, magari ricuciremo in un secondo momento, non voglio alimentare conflitti. La gente se vede un difetto in noi è l’eccesso di litigiosità, per questo io non sto raccogliendo alcun tipo di polemica, anzi abbasso i toni.
Noi il 30 aprile votiamo per le primarie nazionali del segretario del partito e quindi del leader di quella che auspichiamo sia la coalizione di centrosinistra, ma non discuteremo solo dei temi del Lingotto. Il prossimo 24 marzo ad esempio discuteremo di immigrazioni con Matteo Biffoni, sindaco di Prato. Sono i problemi delle persone a interessarci: disoccupazione giovanile alta, povertà ancora forte, riforma della scuola e del mercato del lavoro, attraverso il coinvolgimento dei professori. In questi giorni saremo molto sul territorio, nei circoli e in particolare in provincia di Isernia».
L’accusa rivolta alla Fanelli è che il Pd sia appiattito sulle posizione del governatore. Il segretario replica: «Il nostro è un partito che discute al proprio interno. C’è una maggioranza, che è quella guidata da Matteo Renzi e c’è stata una posizione minoritaria che peraltro è fuori dal partito. Le dinamiche interne al Pd, per chi resta, oggi sono espresse da una serie di posizioni come quella del senatore Ruta, che mette in evidenza la richiesta di Primarie o come quella di altre parti. Il coraggio del Partito Democratico è mettere a confronto le varie parti, non ci siamo mai negati questo piccolo grande privilegio. Siamo gli unici. A volte dico che manca l’accettazione della sintesi, come a livello nazionale anche nel locale mi sembra che non ci sia il riconoscimento reciproco delle parti o anche della posizione di chi rappresenta la maggioranza. Facciamo un congresso per ridefinire il perimetro e vedremo cosa succederà. Se c’è una maggioranza che guarda al presidente della Regione, questo è un dato fisiologico. Oggi si apre una nuova fase, credo che vada fatto tutto dopo il congresso nazionale senza tabù. È bello partecipare ai dibattiti in modo sereno, costruttivo e decidere insieme i metodi e le scelte sulle persone. Io penso che si possa farlo durante l’estate, per avere dei tempi che consentano anche le procedure giuste. Lanciare una campagna per le primarie un anno prima delle elezioni regionali è un tempo eccessivo perché penso che settembre o ottobre siano più indicati. Detto questo, dal 30 aprile, quando concluderemo le primarie nazionali, ben vengano tutte le discussioni anche sui vertici che siedono a Roma, sulle lunghe carriere che sono state fatte all’interno delle istituzioni. Il senatore Ruta sicuramente vorrà accettare egli stesso il dibattito su ciò che riguarda il suo operato, perché è chiaro che siamo tutti ‘sub judice’ e quindi va benissimo che si propongano delle valutazioni sugli obiettivi raggiunti da un presidente, da un segretario, da un sindaco e credo anche che nessuno si sottrarrà alla valutazione sull’operato di coloro che sono all’interno delle istituzioni nazionali». Infine, sulla richiesta di Ruta di indire le primarie per scegliere il candidato governatore la Fanelli spiega: «Apertura massima per le primarie. È una richiesta legittima da parte di alcuni iscritti. A maggio faremo l’assemblea in cui discuteremo di questo e non c’è alcun intenzione di bloccare una discussione salutare. Credo che sovrapporre il congresso con le ipotesi per le regionali confonda le idee e non vada fatto».

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