Prima assemblea provinciale di ‘Articolo 1’ a Isernia, alla presenza dei consiglieri regionali Michele Petraroia e Francesco Totaro, dell’ex segretario provinciale del Pd, Alfonso Di Iorio, dell’ex sindaco di Campobasso Augusto Massa.
Al tavolo dei relatori con Danilo Leva, ‘iperattivo’ sul territorio in questo periodo, anche Arturo Scotto, tra i fondatori di Mdp.
«L’assemblea provinciale vede la presenza di tutte le persone che manifestano disponibilità a costruire e radicare il movimento – ha affermato l’avvocato isernino -. Il 1° maggio partirà anche il tesseramento perché la politica è organizzazione. L’assemblea serve a far capire che in campo c’è un soggetto che punta a ricostruire il centrosinistra, le ragioni dello stare insieme. Quando Renzi dice che ‘Articolo 1’ ha tradito il Pd, dimentica forse che non è stato ‘Articolo 1’ a fare il Job’s Act, la Buona Scuola, la riforma costituzionale. Le ragioni del centrosinistra sono state tradite da altri. Noi vogliamo ricostruirle».
Non poteva mancare un riferimento alla politica locale partendo da un parallelismo tra Renzi e Frattura: «Renzi almeno ha dalla sua parte la narrazione (anche se è diversa dalla realtà). Frattura ha problemi su narrazione e realtà. Le primarie sono l’unico strumento per rimettere insieme la coalizione aperta al civismo ma senza Rialzati Molise. Siamo in campo con questa proposta ma mi sembra che non sia stata recepita da chi di dovere».
Nel caso in cui non dovessero svolgersi le primarie Leva minaccia: «A quel punto ognuno sarà libero di fare quello che vuole. Nel perimetro delle primarie misuriamo la proposta politica e la discontinuità che noi rivendichiamo. Le primarie sono un atto di responsabilità. Io non ho fatto e non farò mai, ad esempio, accordi con Iorio. Se invece il Pd si allea con Patriciello avrà tradito il suo popolo. La nostra alleanza avrà connotati ed un profilo ben chiari».
E sull’area di crisi il parlamentare avverte: «Manca una visione della politica industriale da parte del governo regionale. L’area di crisi serve a declinare un progetto industriale. Invece, come ha fatto Iorio col terremoto, hanno allargato l’area di crisi a tutta la regione. Ma se tutto è crisi nulla sarà crisi. Non so se siano poche o tante le risorse. Il tema è come le spendi. Meglio se poi le risorse sono concentrate su due investimenti che possono cambiare il destino della regione. Per fare i funzionari occorrono i concorsi. Le elezioni servono ad individuare la classe dirigente. E la classe dirigente regionale ha la responsabilità di indirizzare le ultime risorse aggiuntive, di programmare e di indirizzare lo sviluppo per i prossimi vent’anni».
Arturo Scotto, come era lecito attendersi, ha invece focalizzato l’attenzione sui temi nazionali, partendo dal lavoro «che nel Mezzogiorno è il tema principale e non deve far dormire chi fa politica. Il lavoro declinato come diritti, dignità, opportunità di crescita e come scommessa sul futuro. Il lavoro è necessario affinché si creino possibilità per le giovani generazioni di costruire una famiglia e un avvenire».
Sul divorzio dal Pd Scotto ha spiegato: «Renzi va dove lo porta il cuore. Nel corso degli ultimi tre anni tutti abbiamo visto in quale direzione ha portato il Pd: dal Job’s Act al Referendum, dal mondo della scuola a quello della sanità. Ha tradito il cuore pulsante dell’elettorato democratico. Non ci saranno mai più larghe intese. Mai più accordi con la destra. Il nostro programma è all’insegna della discontinuità. Con Pisapia – ha proseguito l’ex esponente di Sinistra Italiana – abbiamo un dialogo aperto ed una interlocuzione continua. Sarà una personalità decisiva per il nuovo centrosinistra».
L’ultimo riferimento è alla nuova legge elettorale: «Dialogheremo a partire da un punto: l’eliminazione dei capilista bloccati. Il prossimo parlamento non avrà il 75% degli eletti nominati dalle segreterie di partito e dai capobastone. I parlamentari devono rappresentare il popolo; non il gruppo che li ha nominati».

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