Arriva prima il comunicato dell’ex presidente della Regione Michele Iorio. Che nella chiamata alle armi contro l’emendamento del governo che approva con legge, nella manovrina, il piano di riordino della sanità del commissario Paolo Frattura, ha coinvolto – in chiaro – Raffaele Fitto e Danilo Leva.
Cinque minuti dopo, la nota dell’esponente Mdp. Che per muoversi contro il governatore in carica e bloccare un’operazione che ritiene altamente pericolosa non aspettava la chiamata di Iorio. Ma tant’è. Il fronte dei contrari al comma della manovrina che blinda da ricorsi e ritardi d’attuazione il programma operativo è ampio, variegato. Aggrega tutti quelli che si contrappongono a Frattura. E la lotta ad un percorso che altri hanno sancito per altre Regioni (per esempio l’Abruzzo), diventa la ‘madre di tutte le battaglie’.
Era fine giugno 2011, a Palazzo Chigi c’era Berlusconi e Tremonti era ministro dell’Economia. La sua manovra economica approvò come legge dello Stato il piano sanitario del governatore-commissario Chiodi, affossato fin lì da ricorsi su ricorsi. Filiera rispettata: Forza Italia romana blinda il presidente azzurro d’Abruzzo e apre la strada all’uscita dal commissariamento che si sta ‘godendo’ adesso il governatore dem D’Alfonso.
In Molise oggi il centrodestra fa le barricate insieme alla sinistra che non sta col Pd. I grillini invece le fanno da soli, per sé.
Per Michele Iorio in Commissione Bilancio a Roma si sta consumando «l’ultimo atto della distruzione della sanità molisana approvata da Frattura». Anzi, di più, si tratta di «un obbrobrio sia dal punto di vista legislativo che costituzionale». Quell’emendamento, rimarca Iorio, «cancellerà per sempre l’autonomia della Regione Molise in materia». Una volta che sarà legge nazionale, il Consiglio regionale non potrà apportare nessuna modifica in futuro «al piano approvato da Frattura che annienta completamente la sanità locale rendendo ancora più difficile le deroghe al decreto Balduzzi». Poi l’accusa al suo successore: «Il presidente della Regione, in maniera inaudita, invece di difendere il suo territorio e i suoi cittadini, continua imperterrito nella sua mission di yes man governativo plaudendo ad un simile scempio i cui effetti devastanti li vivranno i cittadini molisani sulla propria pelle in futuro».
Quindi, è «emergenza legislativa, costituzionale e sociale che non che non deve avere colore politico. Occorre adesso più che mai fare fronte comune a Roma per tutelare il Molise e i suoi abitanti». Iorio ha chiamato Fitto «perché i parlamentari di Direzione Italia intervengano per bloccare questa strage anche se, a quanto pare, il relatore (espressione del governo) sembra irremovibile». Poi ha sollecitato «l’onorevole Danilo Leva di Mdp che ha garantito il suo intervento». Infine, Iorio fa perfino appello al Pd Molise «perché intervenga su Roma se non vuole accollarsi l’enorme responsabilità di aver distrutto per sempre e in maniera perenne la sanità molisana».
Leva ha presentato quattro emendamenti per porre «un freno in maniera stringente a quella che si prospetta come una sanatoria incondizionata». Perché, spiega l’ex segretario regionale del Pd oggi scissionista, l’emendamento del governo attua «con legge ordinaria il Programma operativo straordinario della Regione Molise 2015/2018, sanando, così, la validità degli atti e dei provvedimenti già adottati dal commissario ad acta, finanche quelli posti in essere in contrasto con la normativa vigente». È, denuncia Leva, «il colpo di mano finale» perché «il governo, d’intesa con la Regione, esautora il diritto dei molisani di partecipare alle scelte in materia sanitaria». Promette battaglia, Leva: «Si approvano con legge ordinaria i Piani operativi, senza che il Consiglio regionale abbia potuto discutere di un Piano sanitario, essendone tutt’ora la Regione sprovvista. È un modo per vanificare le battaglie dei comitati nati sui territori in questi anni e per avallare la privatizzazione strisciante del sistema sanitario pubblico regionale».
Infine, si sta muovendo anche il senatore Gaetano Quagliariello, capo nazionale di Idea. Così il coordinatore regionale Maurizio Tiberio: se approvato, l’articolo 34 bis della ‘manovrina’ rende «il commissario padrone unico della sanità regionale che potrà disporre del 70% del bilancio regionale a proprio piacimento nel settore togliendo qualunque potere al Consiglio regionale» e spoglierà «la Regione Molise di autonomia perché, consegnando i poteri al commissario nominato dal Governo, automaticamente trasmette i poteri sulla sanità regionale a Roma. Un vero e proprio scempio che Frattura sta commettendo a danno del popolo che lo ha eletto venendo meno a qualunque forma di rispetto verso gli elettori».

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