Come già previsto – e il proposito è stato rafforzato dalle fibrillazioni provocate dalla verosimile accelerazione verso il ritorno alle urne – il governo Gentiloni ha posto la questione di fiducia sul disegno di legge di conversione del cosiddetto ‘decreto manovrina’.
Da ieri mattina al vaglio dell’Aula della Camera dopo essere stato modificato e licenziato dalla Commissione Bilancio, il testo introduce anche l’articolo 34 bis che approva con legge il programma operativo straordinario 2015-2018 della Regione Molise. La fine dell’autonomia in materia di programmazione sanitaria, dicono gli avversari del presidente-commissario Frattura (chiamato dall’articolo presentato da Palazzo Chigi). Al contrario, secondo il governatore del Pd, la spinta decisiva per l’applicazione concreta della riforma, messa al riparo con il provvedimento (lo stesso che nel 2011 fu deciso dall’esecutivo di Berlusconi per il piano sanitario del presidente azzurro d’Abruzzo Chiodi) dagli innumerevoli e ripetuti ricorsi al Tar.
Ieri pomeriggio, dopo l’avvio della discussione e dopo che si è protratto il braccio di ferro fra i dem e Mdp che minaccia di votare contro per via delle misure sui voucher, la ministra Finocchiaro ha posto a nome del governo la questione di fiducia sul decreto nato per tagliare di 3,4 miliardi il deficit/Pil – in accordo con le richieste di Bruxelles – e diventato un provvedimento omnibus.
Il voto di fiducia alla Camera alle 17.30 di oggi. Alla vigilia il portavoce dei 5 Stelle in Consiglio regionale Antonio Federico prova a rovinare la festa e l’attesa al presidente Frattura: «Come previsto il governo ha messo la fiducia sulla “manovrina” che disinnesca la democrazia sui voucher e sulla sanità molisana. Ma con la possibilità sempre più concreta di intesa sulla legge elettorale, con voto anticipato ad autunno, non sarei così convinto di un esito scontato sulla fiducia. Vedremo!».

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