Il testo arriverà in Aula martedì (non più lunedì come previsto) e sulla tenuta patto fra Pd, M5S e Forza Italia ieri si sono registrati i primi scricchiolii. Nonostante tutto, però, la sensazione di vigilia del voto è sempre più evidente.
Dopo la presentazione di due emendamenti da parte del relatore dem Fiano, prende consistenza il sistema tedesco riveduto e corretto all’italiana. Metà dei parlamentari sarà eletta con il sistema proporzionale, l’altra metà con il maggioritario. Niente voto disgiunto (è una delle rivisitazioni rispetto al tedesco puro), soglia di sbarramento al 5%. Il Molise avrà due collegi per la Camera (e le zone di Bojano e Trivento, ma pure paesi vicinissimi a Campobasso come Busso e Baranello, voteranno con la provincia di Isernia) e uno per il Senato.
Gli scricchiolii dell’intesa provengono dai 5 Stelle. A dire sì al sistema tedesco, gli iscritti attraverso una consultazione web. «I portavoce del M5S devono rispettare il mandato» arrivato dal voto online «perché il testo depositato in Commissione corrisponde al sistema votato dai nostri iscritti». Così Beppe Grillo in un post sul blog nel quale assicura che «se gli altri partiti non cambieranno idea sul modello tedesco i portavoce del M5S voteranno a favore del testo: non è il nostro modello ideale ma è un sistema costituzionale che può diventare legge solo grazie a noi».
Tensioni anche nella maggioranza. «Liberiamo il campo dalle strumentalizzazioni: noi continuiamo a sostenere Gentiloni», ha detto Valentina Castaldini, portavoce nazionale di Ap. Di passo indietro parla, invece, l’ex premier Enrico Letta che, nel suo intervento al Festival Economia di Trento, sottolinea come «siamo al termine di una legislatura che non solo ha fallito le riforme istituzionali, ma in cui nemmeno si è tornati al punto di partenza. Si torna indietro perché si gioca una partita su una legge elettorale peggio della Prima Repubblica, quando almeno si potevano scegliere i parlamentari. Questa volta nemmeno questo potrà essere concesso agli elettori italiani».
Sulla scheda, gli elettori troveranno il nome dei candidati dei vari partiti nel collegio maggioritario e, accanto, i nomi dei competitor di un listino bloccato che concorre per il proporzionale. Da due a sei nomi in tutta Italia, eccetto che in Molise dove il nome sarà uno solo.

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