La riforma della legge elettorale è morta. A intonare il de profundis della modifica del sistema di voto è il relatore del provvedimento, Emanuele Fiano, dopo una mattinata convulsa con i franchi tiratori in azione che di fatto affossano il provvedimento votando in maniera difforme rispetto al ‘patto a quattro’ Pd-Fi-M5s-Lega.
Poi è solo scambio di accuse con tanto di ‘prova foto’ da parte del Pd perché nell’incriminato voto segreto compare invece il tabellone palese creando un ulteriore giallo. «M5s ha votato compatto», dice Roberto Fico. Non la pensano così i dem che convocano una segreteria. «Abbiamo chiarissima l’operazione del M5s – dice il capogruppo Ettore Rosato – che ha voluto far fallire la legge elettorale. Ne prendiamo atto, bastava che lo dicessero subito che non sono capaci di mantenere la parola data. Sul blog avevano detto che la legge andava bene e invece l’hanno fatta cadere su una cosa che non c’entra niente».
La giornata comincia con il Movimento 5 stelle che fa sapere che in qualche modo renderà palese il proprio voto anche negli scrutini segreti per dimostrare la propria lealtà. Prime fibrillazioni con la presidente Boldrini che invita a rispettare il regolamento e a non filmare il voto. Poi passa – contro il parere della Commissione – l’emendamento Biancofiore che cambia il sistema di voto in Trentino Alto Adige. E dai banchi pentastellati si urla «libertà, libertà».
Il giallo dell’errore tecnico – la Boldrini indice lo scrutinio segreto ma spuntano i colori rosso e verde delle votazioni palesi (e si scorgono pallini verdi che indicano il sì anche tra i banchi Pd e Fi ma prevalgono fra quelli M5S) – non cambia la sostanza: il patto è sepolto. «Oggi il M5S ha dimostrato che la sua parola non vale nulla», sentenzia subito il capogruppo Pd Rosato. I 5 Stelle ribattono: avevamo annunciato il sì all’emendamento, siete voi ad aver cambiato idea. Di fatto, il sistema tedesco (molto) riveduto e corretto all’italiana è archiviato.
Il rischio di tornare al voto con due sistemi elettorali diversi per Camera e Senato, e a scadenza naturale insieme alle regionali, ora è altissimo di nuovo.
«Per me è un giorno politicamente tristissimo. In politica si media e ci si assumono le responsabilità. In questo caso, a un passo dal risultato si fa una piroetta. Sono delusa e preoccupata – commenta la segretaria regionale del Pd Micaela Fanelli -. Il comico (Grillo, ndr) ha firmato un accordo con altre forze politiche, lo ha fatto votare dalla base, lo ha suggellato in Commissione e poi lo ha rinnegato con un voto segreto in Aula. I 5 Stelle hanno due facce, sono incapaci di mantenere la parola data, che è il minimo che si richiede a chi vuole governare». Non solo la legge elettorale, è lo stesso giorno in cui Sibilia, portavoce M5s, chiama prezzolata la ministra Lorenzin («quanti Rolex ha ricevuto per questo decreto?») per aver introdotto i vaccini obbligatori. «L’Italia non può essere governata da chi non crede nella scienza, nella democrazia e nelle istituzioni», conclude Fanelli.
È andata che il Pd si è smarcato dai 5 Stelle, ricostruisce all’opposto Antonio Federico. «Il Movimento come sempre fa vota emendamenti e articoli entrando nel merito ed estendere a tutta l’Italia il nuovo sistema di voto è una proposta che abbiamo condiviso, tanto che c’era un emendamento simile a quello che è passato e lo abbiamo votato. Qui il patto tradito è quello nei confronti della trasparenza e dei cittadini che devono sapere chi vota cosa. E lo ha tradito qualcun altro approfittando del voto segreto. Non c’è mancanza di serietà da parte di M5S – chiude il portavoce a Palazzo D’Aimmo – ma da parte del Pd». r.i.

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