Per ragioni anagrafiche, precisa che è per questo, a Macron preferisce il modello Macron. Non cerca un Macron per le regionali 2018, si può sintetizzare. Ma costruisce, questo da tempo, un fronte che mette insieme movimenti civici e partiti moderati.
Michele Iorio, governatore del Molise per 12 anni tutti sotto le insegne del centrodestra, vede e analizza «segnali chiari» venuti fuori dalle urne di domenica. Si dice, quindi, galvanizzato «dal bipolarismo di ritorno e dalla vittoria del civismo politico di Orlando». Il sindaco di Palermo ha proposto proprio un modello stile presidente della Repubblica francese. «Direi di sì. Il buon governo della città, idee chiare e una squadra che si spende per queste idee». Una squadra che vince «nonostante i mancati apparentamenti politici». Palermo, quindi, ma pure Verona. E altri risultati che lo convincono della bontà del percorso intrapreso.
«C’è un ritorno, in generale, ad un ragionamento politico. Anche se i limiti dei partiti sono evidenti, la politica torna a rappresentare interessi chiari». Fra i limiti, quello dei 5 Stelle, secondo Iorio, è che «al di là dei costi della politica non vanno». L’incapacità di affrontare nei territori temi concreti e proporre soluzioni.
Con il ritorno del bipolarismo, poi, è rinato il centrodestra. E per il 2018 è un segnale da cogliere. «Il centrodestra è sempre stato molto radicato in Molise, il problema è recuperare un’intesa che possa essere gradita agli elettori. Questa idea civica e di partiti credo possa essere vincente». Si cerca un Macron o si lavora a un modello Macron? Il leader molisano di Destinazione Italia risponde ridendo: «A me piace più il modello Macron che Macron… per evidenti ragioni anagrafiche!». ritai

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