Gli ultimi ritocchi al programma che sta limando insieme al presidente Paolo Frattura e qualche scongiuro. Mercoledì il ministro Graziano Delrio e l’ad di Rfi Maurizio Gentile arriveranno in treno da Roma a Isernia. Pierpaolo Nagni, assessore ai Trasporti e fra i politici più longevi del governo regionale (a dispetto dei suoi soli 56 anni), sfida la sorte con un sorriso. Per un giorno, pendolari eccellenti verso il Molise. Da Termini partiranno alle 13.07. Nel capoluogo pentro la conferenza stampa è fissata alle 15.45, quasi 20 minuti dopo l’arrivo previsto del convoglio.
«Il ministro vuol parlare solo di trasporto su ferro – dà qualche dettaglio Nagni descrivendo quello di mercoledì come un passo decisivo -, quasi a sancire la scelta che abbiamo fatto e rivendico alla nostra amministrazione e al governatore. Lo so, non paga nell’immediato e perciò forse chi c’era prima non ha puntato sul treno. Ci vogliono investimenti seri e i tempi sono lunghi. Noi abbiamo scommesso quasi solo sul ferro. Una scommessa che pagherà, sono convinto. Magari però non siamo bravi a parlare dei successi raggiunti. Mi viene in mente l’importanza sempre maggiore e l’attrattività della Transiberiana d’Italia. Destinata alla dismissione, l’abbiamo salvata noi, Regione Molise, e ora è fra le ferrovie turistiche».
Delrio vuol parlare solo di treni e viaggerà in treno. A Isernia la tappa sull’elettrificazione delle rete. Una decisione presa. Cosa verrà fuori di nuovo?
«A me piace parlare di velocizzazione ed elettrificazione. Di miglioramento, cioè, della linea. Elettrificare senza correggere i punti critici non serve. Per il progetto di elettrificazione fino a Isernia ci sono 30 milioni, 15 della Regione e 15 di Rfi. E insieme a Delrio e Gentile firmeremo il protocollo. L’obiettivo è, però, portare la rete elettrica fino a Campobasso e vogliamo metterlo su carta col ministro, avere un impegno suo e di Rete ferroviaria italiana in tal senso».
Altrimenti da Campobasso a Isernia ci continuerebbe a viaggiare coi treni diesel e da Isernia, una volta scesi però, con mezzi più performanti e ad alimentazione elettrica…
«Infatti. Dal capoluogo di regione alla Capitale ci sono otto corse al giorno, andata e ritorno. Prima erano cinque. Una volta elettrificata la rete potremo andare sul mercato a comprare treni diversi dai diesel. Sa che oramai solo i mezzi diesel rappresentano solo il 20% della produzione delle aziende di settore? Perché la scelta dell’elettrificazione è quella che va per la maggiore. Nel nuovo contratto con Trenitalia abbiamo già previsto dal 2018 qualche treno bimodale, in modo che man mano che vengono eseguiti i lavori possiamo già cominciare a far viaggiare i passeggeri sulla rete elettrica laddove c’è. Ma come dicevo prima, non basta elettrificare. Coi lavori per quella che chiamate ‘metropolitana leggera’ stiamo già migliorando la linea…».
In che modo? Ci faccia qualche esempio concreto.
«Saranno migliorati tecnologicamente i binari, tutte le stazioni interessate avranno gli scambi, dove possibile la percorrenza viene ‘raddrizzata’per dirla in parole povere. Interventi che nel complesso renderanno il passaggio dei convogli sulla rete molto più efficiente. Tornando all’elettrificazione vera e propria, poi, i treni elettrici hanno una capienza ben maggiore rispetto ai diesel: se questi hanno 130 posti, quelli elettrici anche fino a 300. Ce ne sono anche a due piani, già in esercizio, per esempio nel Lazio».
Dopo il protocollo per i lavori di elettrificazione della Roccaravindola-Isernia, a Termoli illustrerete le novità sul raddoppio della Termoli-Lesina. Lei non ha risparmiato sull’entusiasmo e lo ha definito un risultato storico.
«E lo ribadisco, è storico. Abbiamo definito un tracciato nuovo, il governo investirà 150 milioni per realizzarlo. Rientra fra le opere strategiche. E proprio per questo abbiamo preteso che il nostro sì non fosse trattato come un fatto locale. Pensi che il governo Letta chiese di attivare una clausola normativa per la quale se un intervento è funzionale alla strategia nazionale si può procedere anche senza l’ok di una Regione e in suo danno. Ma per seguire quel percorso c’è bisogno della firma del Presidente della Repubblica in calce al decreto. E l’allora Capo dello Stato Napolitano non firmò. Convincete il Molise, consigliò».
Alla fine avete convinto voi il governo nazionale?
«Il tracciato passa a nord di Campomarino, affianca quasi l’autostrada. L’impatto del progetto originario per Campomarino sarebbe stato devastante. Ci sarà una nuova stazione e quindi dovremo realizzare la viabilità ad hoc. Lo ritengo anche un modo per ammodernare una zona. Abbiamo avviato questo nuovo percorso che ora dovrà passare dal Cipe. Non più tre lotti, ma due. Il primo sta già partendo, da Lesina in poi per il raddoppio della linea Adriatica ci sarà un solo altro lotto fino a Termoli. Resta aperta proprio la questione Termoli, alle richieste della città noi daremo appoggio in termini di compensazione. E a Termoli abbiamo fissato, proprio per questo, l’incontro con il ministro. A settembre, invece, a Campomarino realizzeremo una riunione allargata per illustrare nei dettagli il nuovo tracciato. Da lì, da Campomarino, è cominciato tutto».
Mi verrebbe da chiederle se Delrio e Gentile pagheranno il biglietto mercoledì. E, a proposito, lo pagherebbero di più rispetto a qualche settimana fa perché il ‘pedaggio’ da e per Roma è aumentato. Treni in ritardo o che si fermano, col caldo che fa senza aria condizionata in alcuni casi, e il biglietto aumenta?
«La soluzione ai guasti e ai disservizi, per i quali la rabbia dei pendolari è comprensibile, sta nel migliorare la rete e sostituire i mezzi vecchi. Come ho detto purtroppo non ci sono soluzioni rapide ma noi ce la stiamo mettendo tutta. Quanto all’aumento del biglietto, senza polemiche, il contratto della Regione Molise con Trenitalia non c’entra nulla. Per le tratte interregionali, per via di quel meccanismo strambo dell’algoritmo, se aumenta la tariffa in una delle regioni attraversate – non so di preciso in questo caso se è accaduto in Campania o Lazio – aumenta per tutti. Ma l’aumento non riguarda il Molise. E, come saprete tutti perché se ne è parlato molto, in commissione alla Conferenza delle Regioni stiamo affrontando anche questo nodo». ritai

3 Commenti

  1. Michele Rocco scrive:

    Non conosco il progetto della Termoli-Lesina, ma spero non si allontani la ferrovia dalla stazione al centro di Termoli, sarebbe un vero disastro. Io viaggio prevalentemente con mezzi pubblici. Già è un disagio raggiungere la stazione di Termoli dal terminal bus e viceversa per la scarsa frequenza di un servizio-navetta con orari (precorsi e tempi di percorrenza) che non coincidono con l’arrivo dei treni da nord e con le partenze degli autobus per Campobasso. Una dislocazione della stazione obbligherebbe gli utenti ad arrivarci con mezzi privati e comunque si perderebbe il legame della città adriatica con il resto d’Italia.

  2. Michele Rocco scrive:

    Per quanto attiene ai treni a due piani, a noi non servono. Quelli servono su linee ad alta frequentazione e non è il caso delle linee molisane. A noi serve che venga garantito un servizio decente e che, quando c’è un maggiore afflusso (Natale, Pasqua), si predisponga un servizio aggiuntivo. Questi nuovi treni purtroppo non hanno vagoni singoli, come accadeva per le automotrici. Per cui, in certi periodi uno è poco e due sono troppi. Ma una soluzione può essere studiata. I treni a due piani sono tipici di percorsi pendolari dove viaggiano migliaia e non centinaia di persone. Quando si sentono dire queste cose, così come la “metropolitana leggere” si resta perplessi sulle vere capacità di programmazione e di scelta dei nostri amministratori. Con tutta la buona volontà!

  3. Michele Rocco scrive:

    Speriamo sia la volta buona. Ma che la realizzazione della metropolitana leggera serva a raddrizzare anche qualche tratto ferroviario ci credo poco, anzi non ci credo affatto. Si stanno buttando soldi per fare un sottopasso alla stazione di Matrice (con quale utenza?). Due fermate a Campobasso, in posti, almeno quella di Monte san Michele, vicinissima alla Stazione, chiamiamola Centrale. Ammodernamenti in stazioni ormai dismesse da tempo. Io credo che i soldi non basteranno nemmeno per fare tutte queste inutilità, figuriamoci per rettificare il percorso. Si chieda al ministro un impegno serio per la “rettifica” del tracciato e si presenti a breve un progetto in tal senso, eliminando in primis quel passaggio per Bosco Redole. Poi, se a qualcuno interessa rendere fruibile la Campobasso-Benevento a scopi turistici, come la Campobasso-Termoli, queste non sono priorità, si possono fare col tempo. A noi molisani interessa, tutti i giorni, arrivare senza disagi a Roma e Napoli e magari con una riduzione dei tempi e maggior confort.

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