Il giocattolo rischia di rompersi. Rimasti sottotraccia dopo la prima uscita di Antonio Di Pietro, in cui fu comunque evidente il ritrovato dialogo con Roberto Ruta e il suo Ulivo 2.0, i mugugni per la possibilità che sia l’ex pm di Mani pulite l’uomo a cui il senatore vuole affidarsi per contrastare la ricandidatura di Paolo Frattura al vertice della Regione ora sono molto più insistenti.
Lui, per parte sua insiste e in una dichiarazione rilasciata all’AdnKronos e pubblicata da Isernianews chiede le primarie per scegliere il candidato governatore. «La segreteria regionale del Pd farebbe bene a indire le primarie – il testo riportato dall’online – in quel caso ci sarebbe una pluralità di candidati e quindi la mia candidatura non servirebbe più e io mi farei da parte. Non è possibile però parlare di candidati per le primarie se neanche sappiamo se ci saranno».
Ma l’anatema del veto, come l’ha sintetizzato a Omnibus, «se ci sta quello io non ci sto» colpisce anche lui. Non immune dalle vecchie ruggini che caratterizzano la coalizione che fu l’Ulivo di Prodi.
A sfilarsi potrebbero essere, in caso davvero il fronte messo insieme da Ruta e Leva puntasse su Tonino Di Pietro, sarebbero quasi certamente i Socialisti di Sollazzo e Trematerra. Politicamente all’opposto dell’ex magistrato a cui tanti socialisti imputano la fine del partito, tra i simpatizzanti che hanno appoggiato l’adesione al progetto di alternativa messo su dai parlamentari (uno ancora Pd e l’altro Mdp) serpeggia il malumore. Il mal di pancia. Presto dovrebbe esserci una riunione chiarificatrice. Non sarebbero solo i Socialisti a minacciare di abbandonare la nave. Perplessità sul ‘matrimonio’ con Di Pietro (per usare sempre la terminologia dell’ex ministro) sarebbero emerse anche fra i movimenti che in questi anni hanno portato avanti le battaglie contro le trivelle e sull’acqua pubblica. Il percorso di Michele Durante, esponente di Lab-Possibile, e quello di Di Pietro hanno avuto pochi punti di incontro. E anche Durante avrebbe convenuto sulla necessità di capire dove l’Ulivo 2.0 sta andando e come vuole arrivare al suo obiettivo.
Deflagrante, il ritorno di Di Pietro sulla scena. Non solo per il contraccolpo interno alla maggioranza. Fin qui ha sostenuto, con suo figlio Cristiano e gli altri eletti nell’Idv (nel 2013 erano ancora Idv) Carmelo Parpiglia e Pierpaolo Nagni. L’assessore qualche mese fa ha aderito ad Alternativa popolare di Alfano, con la benedizione di Di Pietro. Almeno questa è l’impressione che ha dato. Ora, in pieno clima di negoziato e trattative roventi, è proprio Tonino a puntare il dito ‘contro’ Frattura: sei sicuro, gli ha chiesto da queste colonne, che la coalizione che ti ha fatto vincere nel 2013 stia con te? Se pensi di fare da solo, aggiunse, hai già perso.
Di Pietro vuole mediare per fare unità, così dice. Per qualcuno però potrebbe tornare in Parlamento. Altri, meno buonisti, sussurrano che si tratterebbe di una legittima trattativa per posizionare la sua forza e i suoi uomini nella futura coalizione che riproporrebbe a questo punto Frattura. Elementi che però a chi per Di Pietro non ha mai avuto grossa simpatia politica fanno l’effetto del fumo negli occhi. E così, dopo il terremoto in maggioranza, il sisma che potrebbe spezzare l’Ulivo 2.0. Il fronte che la discesa in campo di Tonino l’ha voluta e costruita, a quanto pare, con numerosi incontri a Montenero di Bisaccia. r.i.

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