Nessuno è candidato a prescindere, nessuno può porre veti a prescindere.
Il centrodestra prova di nuovo a ricompattarsi in vista delle elezioni politiche e regionali. Lo fa riaprendo la discussione e cercando di seguire questa regola.
Il 18 settembre si riunirà il tavolo dei partiti. E lo strappo fra l’ex presidente Michele Iorio e gli altri coordinatori per il momento sembra ricucito. Almeno dal punto di vista dialettico. Fra due settimane, il punto sulle linee guida per l’indicazione del candidato presidente e sull’apertura ai movimenti civici.
Dopo la lite pubblica fra Iorio e i componenti del tavolo – lui accusato di voler imporre la sua riproposizione a ogni costo e loro di non essere realmente alternativi al Pd e a Frattura – Direzione Italia (il movimento dell’ex ministro Fitto a cui Iorio ha aderito) ha indicato Antonio Di Brino come coordinatore regionale. Poco prima di Ferragosto, al vertice di Forza Italia in Molise è stata nominata Annaelsa Tartaglione. Infine, Michele Marone è diventato responsabile di ‘Energie per l’Italia’ di Parisi. Volti nuovi o nuove responsabilità: al tavolo (cui fra gli altri partecipano anche Fdi, Idea, Movimento sovranista e Noi con Salvini) si dovrà intanto ricomporre l’equilibrio. E poi affrontare la partita vera, quella della ristrutturazione del centrodestra.
I primi passi della neo coordinatrice degli azzurri, scelta da Berlusconi per dare un messaggio di rinnovamento reale della classe dirigente, sono improntati intanto alla distensione nei toni e nei rapporti. Il suo obiettivo dichiarato è di riportare Iorio e Patriciello sotto lo stesso tetto. Non per questo Annaelsa Tartaglione sarà disposta a tutto. Perché, ad esempio raccontano i bene informati, anche nella riunione informale che si è svolta a Isernia la scorsa settimana, ha ribadito il suo no ai personalismi, di qualunque genere e da qualunque parte provengano. Nella costruzione dell’offerta del centrodestra la giovane coordinatrice punta a ricostituire il blocco politico che ha governato il Molise per anni.
La questione Patriciello in questi mesi è stata posta con forza da Iorio e dai suoi: appoggia Frattura e sta in Forza Italia, un equivoco cui mettere fine. Gli altri alleati hanno invece scelto un approccio diverso, che oggi – avvicinandosi il momento di decidere – è ancora più evidente. A Patriciello, cioè, vogliono dare l’occasione di tornare sui suoi passi nelle scelte regionali con una coalizione compatta, il cui leader sia condiviso da tutti e dalla base. Costruendo, cioè, un percorso diverso da quello che nel 2013 l’eurodeputato ha abbandonato alla luce del sole.
Detta più chiaramente, difficilmente Patriciello tornerebbe sui suoi passi con un centrodestra che faccia perno sugli stessi leader e colonnelli di prima o che riproponga opzioni programmatiche che ha dichiarato pubblicamente di non aver mai condiviso.
Non sarà facile. Ma in sostanza il tavolo era già arrivato a una sintesi ‘logistica’: ognuno porta il suo nome al tavolo, se non si riesce a trovare alcuna sintesi a Campobasso ci si sposta a Roma. E non sono escluse forme di compensazione per chi farà un passo indietro perché sul suo nome non si sarà registrata la condivisione maggiore. Si vota anche per le politiche.
A livello nazionale, certo, si ragiona con dinamiche differenti per riequilibrare i rapporti di forza nella coalizione. Per esempio, alle regionali la Lega porterà a casa la conferma della leadership in Lombardia, in Sicilia ce l’ha Fratelli d’Italia, che potrebbe ottenerla pure nel Lazio. In Molise potrebbe toccare a Forza Italia. Al momento, però, la priorità del tavolo e del partito di Berlusconi è di non andare divisi alle urne. Perché la regione non è Isernia. «Se ci spacchiamo – confida un dirigente – perdiamo. Se noi andiamo divisi e lo fa anche il centrosinistra poi, rischiamo di dare il Molise in mano ai 5 Stelle».

ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.