Si apre un altro fronte nel centrosinistra e nel Pd. Lo apre il governatore Paolo Frattura mettendo in chiaro che non ci saranno paracadute di sorta. Se i parlamentari in carica intendono sfidarlo alle primarie, e poi alle primarie perdono, non possono pensare di avere la carta di riserva in un collegio per la Camera.
Già, per la Camera. Perché, pur senza mai farne il nome, il presidente della giunta fa capire a chi si riferisce: la deputata termolese Laura Venittelli.
Il tema resta quello delle consultazioni di coalizione per scegliere il leader del centrosinistra per le regionali. Frattura, a margine della conferenza stampa con il giornalista italo-canadese arrivato per girare in Molise un docufilm, ribadisce la sua posizione. Ritiene che siano lo «strumento migliore, più partecipato e democratico per individuare il candidato che debba rappresentare la coalizione». Ma, rifacendosi all’intervista al suo vice Vittorino Facciolla pubblicata ieri da Primo Piano, ne conferma un aspetto su tutti: «Noi parliamo innanzitutto di alleanze e abbiamo una maggioranza che ha sostenuto e sostiene questo governo regionale e che ci dà la possibilità, mi auguro, di raggiungere gli obiettivi raccontati agli elettori che ci hanno dato la fiducia. Definita l’alleanza programmatica senza cacciare nessuno, semmai ad includere chi intenda condividere con noi il programma per il prossimo quinquennio, si tratterà di individuare il candidato presidente». Allo stato c’è lui, presidente uscente, «che ha cominciato col Pd a girare sul territorio per raccontare le cose fatte». Se ci sarà la condivisione dei cittadini, dice ancora una volta, «con piacere riproporrò la mia candidatura. Laddove ci dovesse essere un altro candidato della coalizione va da sé che il modo più corretto è quello delle primarie». Però «indire le primarie senza un candidato alternativo è un’evidente dichiarazione di sfiducia verso il presidente uscente». Ma per sfiduciarlo, aggiunge, «è sufficiente contestare il lavoro svolto in questo quinquennio, a quel punto il presidente uscente non ha la presunzione di imporsi a tutti i costi, prende atto della sfiducia, ringrazia i cittadini molisani per la straordinaria esperienza che ha potuto vivere, chiede scusa per lo scostamento fra i risultati e quelle che erano le attese e si apre una partita tutta nuova».
Dunque, se c’è un candidato alternativo venga fuori. Frattura non teme le primarie, ricorda di aver accettato la sfida «in un momento nel quale mai nessuno avrebbe investito sulla mia candidatura. Abbiamo vinto le primarie, votato alle regionali, abbiamo rivotato alle regionali e stravinto le elezioni». Se sia il caso di far scegliere anche i candidati deputati e senatori al popolo dei gazebo, è un tema che a parere del governatore va affrontato quando si saprà con quale legge elettorale si voterà per il Parlamento, «per capire se è uno strumento proponibile».
Ma regionali e politiche sono strettamente connesse. E quindi, mette in chiaro il presidente di Palazzo Vitale, «non si può pensare a rappresentare il Molise con due ruoli diversi. Se qualche parlamentare ancora in carica intende misurarsi per le regionali va da sé che diventa poi un obiettivo esclusivo». E spiega meglio: «Non è che Frattura partecipa alle primarie per le regionali perché poi vuole tirare fuori la carta di riserva per proporre la propria candidatura alle politiche. Questo, sia chiaro una volta per tutti, vale per Frattura ma vale anche per tutti gli altri». Alla domanda se si riferisca a Ruta, precisa subito di no. «Onestamente ho sentito più altri parlamentari fare questi ragionamenti, al senatore Ruta non li ho mai sentiti fare. So che altri parlamentari del Pd girano sul territorio provando a costruire consenso sulla propria candidatura. Ben venga – accetta la sfida -, si proponga per le primarie, facciamo le primarie, dopo di che chi dovesse perdere le primarie è candidato alla Regione, non può pensare di chiedere al proprio partito una candidatura alle politiche». Ruta non è, Leva è passato con Mdp. Chiaro il riferimento alla deputata del Pd Venittelli anche perché lei ha detto pubblicamente di voler provare a correre per la leadership del 2018 per la Regione.
I prossimi mesi, conclude Frattura, serviranno a proporre ai molisani la foto della regione al 31 dicembre 2012 e quella del 31 dicembre 2017. Perché i cittadini capiscano quanto il suo governo ha fatto. Prende in prestito un esempio utilizzato da Franco Valente alla festa dell’Unità di Montaquila. «Un passaggio duro e impattante ma ritengo che abbia detto la verità. Se questo governo per quattro anni ha lavorato a sistemare le fogne, chiedo scusa e senza nessun riferimento a nessuno, lavorando in un cunicolo diventa difficile per i cittadini capire cosa accade sotto terra se non viene portato alla luce e raccontato». Ora, finito il ‘lavoro sporco’, è tempo di raccontarlo. E lui, conclude, incontrando le persone sul territorio, confrontandosi con loro, non sente di toccare con mano il distacco dalla politica di cui si parla. Sente, invece, che «ci sono buone possibilità» per confermare il centrosinistra alla guida della Regione».

r.i.

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