Tre anni fa convocò la stampa e disse: il mio percorso politico istituzionale finisce qui. Roberto Ruta aveva raccolto 35mila voti, ma non era riuscito a tornare alla Camera dei Deputati. Per 1500 voti i democratici mancarono il seggio a Montecitorio, cedendo l’intera posta in gioco a Tonino Di Pietro e al Pdl di Michele Iorio.

 “Lavorerò dietro le quinte, in trincea – spiegò e sembrò una promessa – esprimendo le mie idee con una libertà nuova, lasciando ad altri il ruolo di protagonisti sulla scena politica molisana e sostenendo le prossime candidature del Pd nel futuro”. Aveva un sogno nel cassetto, girare un film. “Mi dedicherò a realizzarlo”, sussurrò. Solo al centro della scena. Nella vecchia sede del partito in via Petrella.
Finora è stato vero a metà. Roberto Ruta non si è ricandidato in nessuna tornata elettorale – neanche alle regionali – ma non è rimasto fermo. Ha lavorato molto dietro le quinte, ma anche sul palcoscenico. Del Pd è stato presidente una prima volta. Poi ha fondato Alternativ@, il 10 settembre del 2010. Che in un certo modo ha segnato il suo rientro sul proscenio della politica regionale. 
Solo un contenitore di idee, promise anche in quel caso mettendo a tacere i sospetti sorti intorno a questa nuova creatura. 
Invece alle provinciali spuntò la lista, in campo anche contro il Pd. E infatti ai democratici drenò consensi e rubò la scena. Gli piacque tanto l’idea di Micaela Fanelli presidente che a metà campagna elettorale lanciò anche quella di Paolo Frattura governatore. È andata, in entrambi i casi, come è andata. Cioè male per l’architetto, peggio per la sindachessa. Il centrosinistra ha perso le provinciali e ha perso le regionali. Alternativ@ ha mandato a Palazzo Moffa un solo consigliere, Felice Di Donato. Non certo un uomo di stretta osservanza rutiana. Che infatti non è confluito nel Pd quando il capo ha deciso di tornare a casa con tutto il suo gruppo. Era il 22 dicembre e Ruta raccolse, pubblicamente e in conferenza stampa, l’invito del segretario dei democratici a costruire insieme ‘‘‘‘‘‘‘‘un grande Pd’. Tre anni dopo il primo addio, l’enfant prodige mise fine ad un’altra avventura. Martedì sera nel corso di un’assemblea che il partito ha voluto chissà perché segreta e carbonara Ruta è tornato alla presidenza del Pd. Eletto da un parterre decimato, a quanto sembra. Perché i giornalisti non hanno potuto rendersene conto direttamente. L’assemblea era stata convocata per il 3 aprile, poi rinviata a data da destinarsi “che sarà opportunamente comunicata”, scriveva l’ufficio stampa del partito di Bersani. Invece, a margine di una conferenza stampa per le amministrative di Isernia, i dirigenti si sono visti per ricostituire gli organi del partito. Un evento non da poco, visto che il Pd si è candidato – e spera di poterlo rifare a breve – a governare il Molise. Non c’erano i dissidenti di Campobasso, guidati dal senatore Augusto Massa. La vecchia guardia, li bolla la maggioranza. Ma loro non se ne curano e lasciano fare. Ruta presidente dell’assemblea, dunque. Costanza Carriero tesoriere e il segretario delegato a scegliersi i vice. Lo farà anche su indicazione della minoranza, così recita la nota che arriva il giorno dopo. Quando tutto è compiuto.
Fin qui la cronaca politica. Ma non sfugge a nessuno che la legislatura parlamentare sta per concludersi. L’anno prossimo, e cioè un lampo per mettere in piedi strategie e candidature, si vota di nuovo. E Ruta vuole stare nella cabina di regia.

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