L’accusa: sei il peggior presidente che la Regione abbia mai avuto. La replica: neanche ti rispondo, da oggi in poi faremo strade diverse se non opposte.
Sulla variazione al bilancio, approvata a Palazzo Moffa a maggioranza, si consuma l’ennesimo strappo fra l’ex assessore Massimiliano Scarabeo e il governatore Paolo Frattura. Che non risparmia nella replica l’altro ex componente del suo esecutivo Michele Petraroia e i 5 Stelle. Botta e risposta pure con l’ex capo dell’Assise legislativa Vincenzo Niro e col suo predecessore al vertice dell’esecutivo Michele Iorio. Il clima elettorale spadroneggia a via IV Novembre ormai.
Il documento, che permette il pagamento di 34 milioni di debiti che la Regione ha nei confronti di vari fornitori (e che rappresentano il 10% dell’esposizione debitoria totale dell’ente), arriva in Aula dopo un rinvio determinato dalla mancanza del numero legale in commissione. Per Niro, Petraroia, Scarabeo e per Iorio (con toni e anche contenuti diversi) è una strategia messa in atto per denunciare o bloccare l’esautoramento dell’Assise legislativa. Questa l’accusa che tutti loro hanno lanciato al presidente. Per Frattura un ostruzionismo «che danneggia i creditori». È stato lui a chiedere e ottenere che il provvedimento approdasse in Aula, era rimasto bloccato in commissione.
La manovra di aggiustamento, tecnicamente variazione al bilancio di previsione triennale per l’esercizio 2017, serve – dice con foga al termine del suo intervento Frattura, per accelerare i pagamenti. E in commissione, sottolinea, ci si è confrontati su quali pagamenti far rientrare nel 10%. La giunta, dice a Niro, trasmetterà gli atti conseguenti man mano che li adotterà.
Tecnicamente, spiega la relazione del ddl, «l’intervento normativo si rende necessario ai fini dell’iscrizione nel bilancio di pprevisione pluriennale 2017-2019, esercizio finanziario 2017, della quota vincolata del risultato di amministrazione al capitolo in entrata, denominato “avanzo di amministrazione”, di euro 34.895.289 e della stessa cifra in due distinti capitoli di spesa denominati rispettivamente “Fondo avanzo di amministrazione vincolato di parte corrente” e “Spese correnti”».
Al provvedimento Niro aveva dichiarato contrarietà già nelle scorse settimane e la ribadisce. Scarabeo, in una nota di sintesi che invia alle redazioni, motiva il suo dissenso così: «La convocazione del Consiglio regionale sulla variazione di bilancio lascia moltissime perplessità non solo sul modo di operare di questo governatore e di chi condivide certi suoi “capricci”, ma anche sul rapporto che questi continua a tenere nei confronti del Consiglio regionale. Non è possibile esautorare dei propri poteri l’Assemblea regionale ponendola nelle condizioni di essere convocata e non poter, regolarmente, svolgere il proprio ruolo. Pensare di bypassare le commissioni regionali preposte alla verifica delle operazioni di variazione di bilancio di previsione e scaricando appositamente la giunta dalle responsabilità del caso, non è degno di nota, né giusto». E ancora: «Con l’approssimarsi di nuove elezioni, ogni momento è buono per apparire migliori, ma pensare di passare sulla dignità del Consiglio per guadagnarsi qualche voto è troppo. Spero che il Consiglio regionale da questo momento in poi saprà porre rimedio a queste intemperanze e lanciare un messaggio preciso a chi crede di egemonizzare una intera regione che in questi anni di cattivo governo ha praticamente distrutto!». In Aula, confermano i colleghi consiglieri che ascoltano l’intervento, chiude la sua requisitoria con una sorta di condanna senza appello: questo è il peggior presidente che la Regione abbia avuto. Subito dopo lascia i lavori.
Frattura prende la parola in chiusura delle dichiarazioni di voto. Alle critiche di Petraroia risponde: «Non ho capito se il Consiglio deve adottare gli atti all’unanimità. C’è una maggioranza e una minoranza, quando non ci sarà più una maggioranza assumeremo le decisioni conseguenti. L’Assemblea ha un ruolo, l’esecutivo un altro» e «se non si condividono le posizioni della giunta si vota contro». Però, aggiunge, lasciando i lavori della commissione e facendo venir meno il numero legale non si fa un danno al presidente della commissione ma ai creditori.
«Su Scarabeo, non se ne dispiaccia, preferisco soprassedere», dice. Il livello personale delle accuse gli fa inquadrare l’intervento come uno sfogo, commenta negativamente il fatto che sia andato via, come a lanciare la pietra e nascondere la mano, evidenzia. «Non replico a chi non merita. Ho vissuto con lui questa esperienza, nel futuro – chiude la porta all’ex assessore – saremo distanti se non su fronti opposti».
Agli altri ricorda che la Regione «oggi ha i conti in equilibrio, con le entrate a libera destinazione può pagare il debito» attraverso il mutuo trentennale, un debito – scandisce – di 334 milioni. «Che non ci siano soldi per gli investimenti, lo sappiamo tutti. Questo è il Molise, almeno ora non produce debiti su debiti. Non serve? Questo lo decideranno i cittadini. Ma con 144 milioni di entrate noi teniamo in equilibrio la Regione». Comprende, conclude, la contrarietà politica alle scelte, ma non «i discorsi sui massimi sistemi». Oggi «discutiamo di come risolvere il problema per accelerare i pagamenti».
Subito dopo il voto. Contrari Niro, Iorio, Federico e Manzo.
La seduta era stata convocata solo per la variazione al bilancio. Al termine dei lavori, Iorio chiede di iscrivere all’ordine del giorno la mozione bipartisan che punta a fermare l’iter del tunnel di Termoli e a indire il referendum sull’opera. Primo firmatario l’ex governatore, è stata sottoscritta anche da numerosi esponenti della maggioranza. Il presidente Cotugno spiega che l’iscrizione potrà avvenire nella prossima riunione. Poi però aggiorna i lavori al 19 settembre (non più l’11 per impegni istituzionali di Cotugno e dei due vicepresidenti). Iorio quindi insiste: meglio allora procedere oggi. Nulla da fare. E Iorio annuncia: ci attiveremo nelle forme previste per ottenere la convocazione dei lavori.

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