A Fiuggi, dov’è in corso la convention di Forza Italia sull’Europa organizzata da Antonio Tajani, cresce l’attesa per l’arrivo di Silvio Berlusconi. Si tratta della prima uscita ufficiale del leader degli azzurri dopo le vacanze trascorse tra Arcore e la beauty farm di Merano. Nei giorni scorsi di era parlato di una possibile investitura a probabile premier del presidente del Consiglio europeo proprio in occasione della manifestazione nella città termale da parte del Cavaliere. Ma l’attesa è anche per la linea politica che detterà Berlusconi che i rumors danno pronto a rivoluzionare il partito. Il timore di tanti dentro Forza Italia è di non essere ricandidati alle prossime politiche.
Intanto ieri nella seconda giornata di lavori, la kermesse si è dedicata agli enti locali, ma in primo piano anche i temi della sicurezza urbana, dell’immigrazione e delle riforme dell’Italia e dell’Europa. Tema quest’ultimo caro all’eurodeputato molisano Aldo Patriciello, relatore a Fiuggi. Nel suo discorso l’onorevole parte da una premessa fondamentale: l’industria deve continuare a rivestire il suo giusto ruolo. A conforto del proprio ragionamento ci sono i numeri: «L’industria in Europa produce ¾ delle esportazioni – spiega l’onorevole venafrano alla platea della città termale – occupa 34 milioni di lavoratori ed è destinataria dell’80% degli investimenti privati in ricerca e sviluppo, va da sé che ha una funzione chiave nella costruzione del futuro dell’Europa». L’Ue poteva fare di più? Certamente.L’eurodeputato parla di di «limiti», come quello di non aver tutelato l’industria, nel lungo periodo, «da pratiche commerciali a volte scorrette trascurando di mettere in atto quegli investimenti necessari per fronteggiare concorrenti internazionali sempre più forti finanziariamente».
E oggi, in un contesto in cui il Regno Unito esce dell’Ue e gli Usa tendono con la nuova amministrazione al protezionismo «l’Europa – sollecita l’eurodeputato molisano – deve agire per fronteggiare la parziale perdita delle nostre capacità industriali che hanno generato aumento della disoccupazione e messo in crisi intere regioni e molti comparti merceologici». Perdita e ridimensionamento di moltissimi insediamenti industriali cui si accompagnano troppe situazioni di crisi insolute con un numero ingente di lavoratori con ammortizzatori socio-economici sono le conseguenze più evidenti di queste mancate scelte. Per invertire la rotta serve allora «una politica commerciale equilibrata basata sul principio della reciprocità e sui mutui vantaggi». Ma anche una «politica commerciale in grado di difendere commercialmente le imprese europee da pratiche sleali degli altri partner commerciali. Reciprocità ed equilibrio – sottolinea Patriciello – devono animare anche gli appalti pubblici. Il mercato europeo è molto più aperto di quanto richiesto dagli impegni internazionali assunti in sede OCM mentre gli operatori europei si scontrano con mercati chiusi fuori dai confini continentali». E ancora sostegno alle Pmi nella trasformazione digitale, per promuovere l´innovazione, gli investimenti e gli strumenti finanziari necessari per crescere ed espandersi sul mercato internazionale.
Rimuovendo, infine, gli ostacoli normativi superflui e semplificando la legislazione del mercato interno.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.