«L’apertura è reale. Se si vuole trovare la quadra, ci sono tutti gli elementi per farlo. Altrimenti vorrà dire che qualcuno sta conducendo solo una battaglia personale», dice il segretario regionale del Psi Marcello Miniscalco.
«Abbiamo anteposto l’unità del centrosinistra a tutto il resto. Va da sé che non si può dire: io al tavolo non ci sto se c’è pure Tizio o Caio», completa il concetto Filippo Monaco, che alla riunione di lunedì ha partecipato in rappresentanza della sinistra dello schieramento di maggioranza (con Ioffredi e Ciocca ha costituito a Palazzo D’Aimmo il gruppo Sinistra consiliare e stanno lavorando a una lista per le elezioni di primavera).
Il giorno dopo il vertice in via Ferrari, il leader di Mdp Danilo Leva ha respinto al mittente l’appello a partecipare per elaborare innanzitutto un programma comune e a ragionare su una coalizione inclusiva che riparta da quella del 2013. «Noi non ci siederemo mai a nessun tavolo dove ci sono Patriciello e Alfano. Il Pd sta organizzando il centrodestra in Molise, altro che storie e così, visti anche i trascorsi di Frattura, il centrodestra avrà due candidati», ha dichiarato all’Ansa l’onorevole. «La loro richiesta di unità è a chiacchiere. Noi siamo nati per riproporre l’Ulivo, che c’entrano Forza Italia e Alfano con il centrosinistra? Noi proponiamo di cancellare i piani operativi perché pensiamo che la sanità debba essere pubblica. Noi vogliamo una regione in discontinuità con questo governo, e tornare a fare da riferimento del centrosinistra». Ideato dell’alleanza del 2013 e promotore insieme al senatore Ruta del patto programmatico con Rialzati Molise e con Patriciello, ora Leva vuole rompere alleanza e patto. Al posto di Frattura, l’Ulivo 2.0 si dice punti su Ruta. Anche se la conferma dell’appoggio di Antonio Di Pietro a Mdp ha riportato l’ex pm di Mani pulite al centro della scena come probabile candidato governatore. In tanti però sussurrano che la battaglia sia in realtà per i posti in Parlamento. E l’assessore Nagni, coordinatore di Ap, lo ha anzi detto chiaramente nell’intervista rilasciata a Primo Piano.
Cristiano Di Pietro, lo ha detto lunedì su Fb, seguirà suo padre. Quindi anche lui è pronto a fare il salto in Mpd. E ha partecipato anche al tavolo del centrosinistra, sottolineando al termine che l’apertura al partito di Bersani è un dato positivo.
Anche Rialzati Molise ha ribadito nella riunione lealtà alla coalizione del 2013 (da cui non ha avuto assessorati e per la presidenza del Consiglio ha dovuto aspettare la seconda parte del mandato). Al vertice c’era il capo dell’Assise legislativa Cotugno. Che, certo, ha evidenziato l’esigenza della pari dignità.
Tra le presenze quella di Giovanni Di Stasi ha sorpreso e convinto. Insieme all’ex assessore Astore e all’ex deputata Di Giuseppe, Di Stasi – governatore nel 2000 – ha promosso un movimento, civico ma con radici nel centrosinistra. «Di Stasi è davvero un padre nobile e lo ha dimostrato partecipando alla riunione», evidenzia Monaco. Secondo il vicepresidente del Consiglio regionale, la ‘prima’ «è andata benissimo. Se si discute del programma si accantonano questioni di carattere personale». Questioni che porterebbero solo alla sostituzione del candidato governatore. E i partiti e i dirigenti più vicini al presidente fanno notare: «Non si capisce oggettivamente perché Paolo dovrebbe fare un passo indietro a prescindere». La partenza è stata buona anche per Miniscalco. «C’è un po’ di tattica ma lo spirito è giusto. E l’appello e l’apertura sono veri, reali. Le condizioni per restare insieme ci sono».
Tocca a Mdp, che – ragionano gli osservatori della maggioranza – continuando ad arroccarsi nel no perché al tavolo ci sono Rialzati Molise e Ap si metterebbe in un angolo. La data del prossimo incontro non è stata ancora fissata, determinante sarà la partita sulla legge elettorale. Intanto le diplomazie sono al lavoro per riaprire il dialogo con Ruta e Leva. Se non alla luce del sole, per ora almeno dietro le quinte.

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