«È una bella giornata. Una giornata storica perché oggi pubblichiamo, qui a Venafro, il progetto sui minori stranieri non accompagnati che ci ha visto impegnati in un lavoro durato due anni».
Così il presidente del Consiglio regionale del Molise Vincenzo Cotugno, aprendo un doppio evento: la Conferenza delle Assemblee legislative delle Regioni d’Europa, in mattinata ieri al Castello Pandone di Venafro, e la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali d’Italia, che è seguita nel pomeriggio.
«Sono stati necessari otto mesi per ospitare un appuntamento così qualificante per la nostra regione – ha detto ancora Cotugno – il progetto sui minori, presentato dal Molise e approvato dal gruppo di lavoro Calre, è già stato illustrato alla XIV Commissione al Senato ricevendo il consenso pieno. L’Italia è l’unico Paese europeo che ha legiferato su questa materia. La legge nazionale 47/2017 – ha aggiunto – ha recepito parti importanti del nostro progetto; adesso l’obiettivo è sottoporre al Parlamento europeo un dettato normativo che possa uniformare, in tutta Europa, il trattamento dei minori stranieri affinché si possa aprire un percorso integrativo nell’esclusivo interesse degli stessi. Lo faremo – ha annunciato – all’Assemblea generale della Calre, in programma a Siviglia a novembre». I minori stranieri non accompagnati «sono uguali ai bambini europei, hanno gli stessi diritti dal punto di vista morale e civile», ha spiegato il presidente di Palazzo D’Aimmo alla stampa. Il progetto, cui hanno partecipato il procuratore dei minori Claudio Di Ruzza e l’Unimol coi prof Michele Della Morte e Stefania Giova, privilegia l’integrazione dei minori in ambiente familiare. Un concetto recepito nella legge nazionale approvata ad aprile e su cui il gruppo della Calre ha lavorato portando una filosofia di fondo a Bruxelles e poi in Senato. Che, cioè, ha spiegato Di Ruzza, «l’accoglienza non può essere considerata una misura a se stante ma deve essere il punto di partenza verso un percorso di effettiva integrazione che porti all’autonomia del minore. Questa sorta di accompagnamento può essere sperimentata con successo attraverso l’inserimento nel contesto familiare, che occorre privilegiare rispetto al collocamento in comunità». L’affido, un punto importante. Di Ruzza non ha parlato mai di adozione, che però – ha rilevato poi con i giornalisti – può essere certo un approdo.
Dopo la riunione del gruppo di lavoro della Calre sui minori, cui hanno partecipato anche le più alte autorità politiche e istituzionali, fra cui i prefetti Federico e Guida, l’eurodeputato Patriciello e numerosi amministratori locali, il momento molto atteso della presentazione del più antico resto umano d’Italia: un dentino paleolitico (risalente a circa 600mila anni fa) rinvenuto nel sito ‘La Pineta’ di Isernia. Gli ospiti sono rimasti affascinati. E non sono mancate le foto scattate con gli smartphone. Il presidente Cotugno ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche. Il reperto è stato esposto a Venafro, ma in via eccezionale. «Inizialmente avevamo organizzato una ‘due giorni’, una giornata per la Carle e l’altra per la plenaria dei presidenti. Ma per problemi organizzativi indipendenti da noi si è tutto concentrato oggi. Non era possibile, e mi è stato espressamente evidenziato, spostarci in altre sedi. Pensate che non riusciamo neanche ad andare al Museo di Santa Chiara per vedere gli scacchi di Venafro. Abbiamo avuto la disponibilità della Sovrintendenza a portare qui il dentino, nessuna volontà di trasferire dal Paleolitico a Venafro il reperto per qualche motivo ma quella di promuovere la nostra regione e le nostre bellezze. E il dentino è patrimonio della regione intera».

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