In Aula, alle 21.17, esplodono gli applausi. In piazza, un boato di fischi e invettive.
Il Rosatellum, nuova riforma elettorale che introduce un sistema misto (maggioritario/proporzionale) in cui la maggior parte dei parlamentari sarà eletta col sistema proporzionale, è a un passo dall’approvazione. Al sì della Camera dovrà seguire quello della Camera.
«Vergogna vergogna», urlano i manifestanti dei 5 Stelle. Arrivano i big, appena dopo la votazione in Aula. «Non mollate, non mollate».
Qualche minuto prima il capogruppo del Pd Ettore Rosato, che dà il nome alla legge, ha rinfacciato a grillini e bersaniani il punto di arrivo: una riforma a colpi di fiducia. Perché, ha puntato il dito, nessun accordo politico ha retto finora. «Avete sempre detto no a qualsiasi nostra proposta e io rivendico di aver fatto una legge elettorale ‘insieme’, con un’ampia maggioranza. Non si rappresentano gli italiani con la guerra, ma con lo spirito di servizio».
Rosatellum a metà del cammino. A un passo dal traguardo. Il passo si chiama ‘Senato’. Ma fa meno paura. Perché ci sono i voti di Forza Italia, Lega e verdiniani. Questi ultimi ‘accarezzati’ dalla norma ribattezzata proprio ‘salva Verdini’: anche un residente in Italia potrà candidarsi in una circoscrizione estera.
Alla fine la riforma ha potuto contare su 375 sì. I no sono stati 215. I franchi tiratori sarebbero stati, così, una sessantina.
Per Mdp è stata scritta una «pagina nera». Così il capogruppo Speranza nel suo intervento prima del voto segreto, che proprio il suo gruppo ha richiesto alla presidente Boldrini.
Anche la delegazione molisana dei 5 Stelle è rimasta in piazza a protestare contro la riforma. Che però avanza. Secondo fonti parlamentari sarà in Senato già oggi. L’obiettivo è arrivare al voto dell’Aula di Palazzo Madama il prossimo 24 ottobre.

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