Tre giorni di «ascolto, confronto e discussione sull’idea che abbiamo del Molise e dell’Italia». Parte oggi pomeriggio ‘Fondamenta – Energie per il Molise’, la kermesse di Mdp che in vista delle regionali 2018 punta a costituire il luogo in cui sancire «la costruzione di un’alternativa» di centrosinistra. Quella a cui sta lavorando col contenitore Ulivo 2.0.
Danilo Leva, fondatore del Movimento Democratici e Progressisti e leader di Articolo 1 in regione, ha messo su un programma e un parterre che ha delle ambizioni. Oggi, per esempio, si parla di Costituzione, ambiente e sanità. E tra gli ospiti, nel panel sulla sanità, c’è Massimo Romano.
L’evento clou del primo giorno è l’intervista di Massimo D’Alema curata da Luca Telese e introdotta dal deputato ex Pd. D’Alema: padre nobile, uomo della discordia, ricostruttore?
«D’Alema è un combattente, come tanti di noi. Ci mette il cuore e la faccia», risponde Danilo Leva. A lui, da combattente, piacerebbe una sfida in particolare: collegio di Isernia per la Camera (comprenderà anche Riccia), il Pd schiera Micaela Fanelli e Mdp Danilo Leva. Il corpo a corpo è servito.
Onorevole, la ‘prima’ diventa il banco di prova in vista del voto. Testate le truppe e limate il programma. Saranno tre giorni di…?
«Tre giorni di ascolto, confronto, discussione sull’idea che abbiamo del Molise e dell’Italia. Tre giorni di politica per tracciare il profilo di un nuovo centrosinistra che sappia affrontare con coraggio le sfide del mondo di oggi, ripartendo quindi dai fondamentali: la sanità pubblica, la centralità del lavoro, l’istruzione e la formazione, un patto per l’ambiente…».
Partite con D’Alema che smessi i panni del padre nobile – diciamo la verità, gli sono sempre stati stretti – è tornato in campo, sulla strada. Anche a costo di dividere.
«Ma guardi, D’Alema è un combattente. Come tanti di noi. Ci mette il cuore e la faccia. Noi ci stiamo giocando tutto, lo facciamo per ricostruire un’idea di sinistra e perché la sinistra non sia marginale. Noi non siamo in campo per fare testimonianza».
Un partitino del 3%, è l’etichetta. Non vi spaventa? Non vi interessa?
«Secondo me siamo molto più su. Vediamo… E vediamo anche in Molise se saremo al 3% o se saremo sopra il Pd. Mi piacerebbe in Molise che nel collegio elettorale per la Camera, quello di Isernia in cui voterà anche Riccia, ci confrontassimo Micaela Fanelli per il Pd e io per Mdp. Mi piacerebbe che lei fosse disponibile. Così vediamo se noi siamo al 3%…».
C’era stata un’apertura di Speranza domenica. Oggi siete già di nuovo col coltello fra i denti, Pd e Mdp. Lei non vede, neanche lontane, le condizioni per un’intesa?
«Io non le vedo perché il Rosatellum non facilita le coalizioni. Il Rosatellum parla di più liste, con più programmi e ognuna con un suo leader che si mettono insieme per motivi di opportunità elettorale. Per percorsi comuni ci vorrebbero basi solide, tra cui una comune visione del futuro. E quindi bisognerebbe rimettere mano al Jobs Act, alla Buona Scuola, riposizionare al centro la sanità pubblica anche a livello nazionale, mettere in campo politiche economiche e sociali diverse da quelle viste fino a oggi. Anche le fiducie al Senato sulla legge elettorale rappresentano uno strappo significativo. È complicato così fare una coalizione. All’apertura di Speranza, Renzi ha fatto spallucce. Preferisce Verdini a D’Alema e Bersani».
E in Molise?
«Stessa situazione. Abbiamo chiesto al Pd discontinuità, poi le primarie. La risposta è stata no. Abbiamo chiesto che ci fosse maggiore condivisione progettuale e mi pare che Frattura vada avanti come un caterpillar. Anche sulla legge elettorale: noi siamo contrari all’abolizione del voto disgiunto, lui accelera in quella direzione. Ci chiedono di andare insieme al voto perché hanno paura di perdere. Ma le coalizioni non si fanno in laboratorio. E il centrosinistra non si fa con Alfano e Patriciello. Poi… io mi auguro di sbagliare, che il Pd rinsavisca e guardi alla stagione dell’Ulivo. Quindi non ricandidi Frattura e scelga la discontinuità».
Cosa verrà fuori a consuntivo di ‘Fondamenta’?
«Verrà fuori un centrosinistra largo, inclusivo, che riparta dai principi di fondo traditi da Frattura in questi anni. Verrà fuori la costruzione di un’alternativa».
rita iacobucci

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