Lunedì, ore 9.30. Il Consiglio regionale è convocato. Non ufficialmente, ma di fatto è così, in maggioranza ieri si è deciso che quella è la riunione in cui si avvia l’esame della riforma elettorale e l’intenzione è di andare avanti a oltranza.
Il conclave del centrosinistra, a Palazzo Santoro (ex sede della giunta e oggi dell’assessorato allo Sviluppo) è durato tutta la mattinata. E, a meno di sorprese dell’ultimo momento, il clima ha confermato che la prossima legge elettorale – la prima che l’Assemblea sceglierà utilizzando l’autonomia concessa con la riforma costituzionale del 1999 – avrà come impianto un solo collegio.
Il governatore Frattura ha ribadito la posizione del Pd (tre collegi), il capo dell’Assise Cotugno l’esigenza di prevederne almeno due con la garanzia di seggi per la provincia di Isernia. Ma il resto della maggioranza sul punto tira dritto.
Nessuna modifica, all’esito della riunione in cui il testo del ddl Niro-Di Pietro-Sabusco licenziato dalla I Commissione è stato analizzato dal capo dell’esecutivo e dai dieci componenti della maggioranza più ‘fedele’, alla soglia di sbarramento interna alle coalizioni. Il disegno di legge la fissa al 3%, c’è chi vorrebbe abbassarla al 2,5%. Ma il meccanismo di riparto prevede lo scorporo dei voti che andranno al solo presidente per l’assegnazione dei seggi: dunque, di fatto la soglia netta è come fosse già del 2,5%. Non si esclude che in Aula possa essere presentato un emendamento in tal senso, ma le possibilità non sono alte dopo il summit di ieri.
Il punto su cui invece è vera battaglia all’interno del centrosinistra è quello che riguarda le condizioni di eleggibilità. Nel mirino di consiglieri uscenti vicini a Frattura sono finiti i sindaci in particolare. È noto a tutti, per esempio, che Cristiano Di Pietro dovrà vedersela anche col proprio primo cittadino di Montenero di Bisaccia Nicola Travaglini e Salvatore Ciocca a Riccia con Micaela Fanelli. Stesso schieramento, stessa ambizione. Più di qualcuno, quindi, in maggioranza ha posto l’esigenza di prevedere l’ineleggibilità per i sindaci dei Comuni con più di 5mila abitanti. Poco più di una decina di centri, a conti fatti. Nel Lazio, sostengono i fautori della norma, è stata introdotta una norma del genere per gli amministratori dei Comuni oltre i 20mila abitanti. Dimissioni prima del voto (tre mesi prima) oppure si è ineleggibili (e si decade poi da consigliere regionale). Un deterrente significativo. Una condizione che al presidente Frattura sarebbe stata posta con decisione. Anche a compensazione del forte potere esercitato in questi anni dal suo esecutivo sul territorio, a scapito del consenso dei consiglieri semplici, e di un impianto della riforma che sul resto non viene in realtà contestato. Ma si tratta di una compensazione che rischia di far saltare gli equilibri faticosamente raggiunti nel centrosinistra. Gli assessori Nagni e Facciolla contano sull’apporto dei sindaci per le liste. E pure il governatore, che infatti nei colloqui informali avrebbe ‘opposto’ il buon senso di richiamare semplicemente la normativa nazionale. Senza contare il cortocircuito di un’azione che taglierebbe le ambizioni del segretario regionale del Pd Fanelli.
Nell’incontro di ieri nulla è stato deciso, ma il clima – si dice – pare fosse molto teso. Il sostegno di Cristiano Di Pietro, dopo i dubbi sul suo possibile approdo a Mdp, in questi giorni era tornato a essere certo, senza dubbi. E il governatore Frattura non può rinunciarvi a cuor leggero. Sul punto un emendamento è già pronto. Si tratta di capire chi lo firmerebbe, in quanti sarebbero pronti a sostenerlo. Ci sono ancora un po’ di giorni. Ma voci autorevoli del centrosinistra prevedono che tutto si definirà lunedì, non prima.
La seduta del Consiglio, che si è tenuta nel pomeriggio, ha visto l’approvazione della mozione presentata da Iorio, Cavaliere e Fusco Perrella sui consorzi di bonifica. Il documento, modificato rispetto a quello originario, è stato votato all’unanimità. Tra le altre cose, impegna il presidente della giunta a «sollecitare il varo, al più presto, della nuova legge regionale». Okay dell’Aula anche alla mozione dei 5 Stelle sul cofinanziamento di interventi per lo sviluppo e la messa in sicurezza di itinerari e percorsi ciclabili e pedonali.
Prima dell’avvio dei lavori, infine, la nuova Consigliera di Parità della Regione Giuseppina Cennamo ha rivolto un saluto all’Assemblea. Il suo impegno, ha detto, sarà principalmente rivolto a sostenere e promuovere il ruolo della donna nel mondo del lavoro e a far emergere le discriminazioni per poterle opportunamente contrastare.

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