Berlusconi in campo è linfa vitale per Forza Italia. Operazione vintage? Dai suoi 28 anni, la coordinatrice degli azzurri molisani ribalta la provocazione: «Usato sicuro, perché no?».
Ospite di ‘Fuoco incrociato’, la trasmissione del lunedì di Teleregione, Annaelsa Tartaglione chiarisce meglio il quadro nazionale in particolare sulla leadership: la decideranno gli italiani, dice, nel senso che toccherà al partito della coalizione che arriverà primo.
Ma il tema più appetitoso del dibattito resta quello legato alle regionali. Sul tavolo del centrodestra, molti nomi (Di Sandro, Mancini, Iorio, Romagnuolo). Manca proprio l’indicazione di Forza Italia (e quella di Idea). «Una scelta di responsabilità», rivendica e spiega Tartaglione. Troppi competitor già in corsa. «Io non ho alcuna velleità – aggiunge la coordinatrice di FI – di indicare il ‘nostro’ candidato governatore, voglio dare ai molisani una proposta in base a quello che loro cercano, forse è una modalità che ci porterà dei frutti e probabilmente alla vittoria».
Iorio? Deve essere della partita, ma per tornare alla guida della Regione Forza Italia punta a scegliere un nome condiviso da tutti. E quello di Iorio non lo è. Tartaglione lancia ufficialmente l’idea di cercare fuori dal recinto di casa il nome giusto: un outsider che non incontri i veti incrociati che fermano la corsa dei cavalli di razza del centrodestra.
Eppure Forza Italia ha i numeri per ottenere il candidato governatore. Si vota anche in Lombardia, dove sarà confermato alla Lega, nel Lazio e in Friuli. In Sicilia ha vinto l’uomo di Fratelli d’Italia. Gli equilibri interni porterebbero a una leadership sicura per gli azzurri in Molise.
Tartaglione, ed è la prima volta che lo dice, a Fuoco incrociato svela che un nome FI lo aveva: «Avrei potuto proporre Mario Pietracupa, che tutti i molisani stimano. Se non l’ho fatto, se Forza Italia non l’ha fatto è perché si sa che avrebbe incontrato un muro da una parte della coalizione». Diplomatica, si ferma qui. Ma è intuibile che il riferimento sia proprio a Direzione Italia e quindi a Iorio. L’eurodeputato Aldo Patriciello non starà in squadra se il candidato sarà di nuovo Iorio, l’ex presidente e i suoi direbbero no a Pietracupa. «Il mio mandato è di mettere insieme il centrodestra. Il presidente Iorio – ragiona ancora la giovane coordinatrice azzurra – deve essere della partita ma dobbiamo trovare insieme un percorso che è quello che gli elettori vogliono. Quindi Forza Italia dice: faccio un passo indietro sulla presidenza ma voglio che il candidato presidente sia condiviso da tutti e che sia quello che vogliono gli elettori molisani, non quello che vogliono i partiti».
Da questa posizione non vede di buon occhio, dunque, le fughe in avanti di Noi con Salvini (che ha proposto Aida Romagnuolo e si è detto nelle condizioni di andare da solo) e dello stesso Iorio, che qualche giorno fa è tornato a riproporsi con forza. «Quando si sceglie un metodo – rimettere cioè tutto al tavolo nazionale e così abbiamo fatto – penso che sia inutile la fuga in avanti fatta da Salvini, così personalmente non ho visto con piacere una fuga in avanti di questo tipo» da parte di Iorio.
Detto questo, la porta resta aperta: «Credo che Iorio debba essere della partita in questo momento perché è comunque una figura che ha fatto tanto per questa regione, ha rappresentato il centrodestra, così come credo che bisogna recuperare quello che era prima il centrodestra perché noi siamo stati bocciati dagli elettori nel 2013».
Iorio a Roma e in Molise un candidato governatore fuori dagli schemi e fuori dalla rosa classica di centrodestra? «È uno scenario possibile, oggi dobbiamo prescindere da nostre posizioni personali». Ad ogni modo il dossier sarà analizzato a Roma. L’identikit del leader ideale per Forza Italia è che «soprattutto un candidato condiviso, condiviso con tutti gli alleati. Se siamo tutti litigiosi al nostro interno, forse la soluzione migliore è quella di una candidatura esterna. Credo che alla fine, come si dice, tra i due litiganti il terzo gode…», chiosa Tartaglione.
I tempi? Brevi. Quando Mattarella scioglierà le Camere, aprendo il doppio match politiche-regionali, allora di sicuro si definirà il quadro.
ppm

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