L’investitura, un appello deciso, è arrivata da cinque movimenti civici. Ma le quotazioni del presidente del tribunale di Isernia Vincenzo Di Giacomo salgono.
Piace al centrodestra, a quelle forze della coalizione che cercano di uscire dall’impasse provocato da una rosa di nomi troppo ampia e da veti insuperabili. Da Di Sandro a Romagnuolo, Mancini e poi Iorio. Ultimo in ordine di tempo, il suo nome è stato avanzato dal Mam ma era nell’aria da tempo, Marone. Tanti gli aspiranti ‘interni’ alla leadership, si cerca una soluzione esterna.
Il profilo di Di Giacomo, tracciato dai civici con riferimento anche alla garanzia di legalità e di rispetto del ruolo delle istituzioni, ha convinto i vertici del centrodestra. Rumors, fin qui, ma insistenti e autorevoli.
Tanto che ieri in molti attendevano da Roma già l’ufficialità. Nella Capitale si è riunito, finalmente (dopo che Salvini lo aveva fatto rinviare più volte), il tavolo nazionale sulle regionali. Nessuna indicazione sulle persone, con molta probabilità alla prossima riunione del 20 dicembre insieme al panettone e agli auguri per Natale i vertici del centrodestra potrebbero ufficializzare i nomi dei candidati governatori.
Al termine della riunione una nota sintetizza: Fi, Lega e Fdi chiedono l’election day e dicono ‘no’ alla riduzione delle firme per il Rosatellum bis. Il tavolo, coordinato dall’ex ministro azzurro Altero Matteoli, si è svolto con la partecipazione dei capigruppo forzisti Paolo Romani e Renato Brunetta e degli azzurri Gregorio Fontana e Sestino Giacomoni; per la Lega c’erano Giancarlo Giorgetti, i capogruppo Gian Marco Centinaio e Massimiliano Fedriga e il vicepresidente Roberto Calderoli; per Fratelli d’Italia Ignazio La Russa, Fabio Rampelli e Francesco Lollobrigida.
Avviato il lavoro preparatorio in vista della scelta dei candidati alle elezioni regionali e comunali, in programma nella prossima primavera. «In questo primo incontro – ha dichiarato Matteoli – svoltosi in un clima di positiva collaborazione, abbiamo fatto un’attenta disamina sul voto che interessa il rinnovo di quattro amministrazioni regionali (Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia e Molise) e di oltre 700 comuni, fra cui diversi capoluoghi di provincia». «Unitariamente – ha annunciato Matteoli – il centrodestra ha deciso di chiedere l’election day politiche-regionali e di opporsi a ogni tentativo di modifica del Rosatellum che si volesse apportare nella legge di bilancio, con riferimento alla riduzione delle firme per la presentazione delle liste e alla modalità di raccolta. Si tratterà di un test elettorale molto impegnativo, a cui il centrodestra unito guarda con grande impegno con l’intento non solo di confermare i nostri presidenti regionali e sindaci uscenti ma di conquistare anche altre importanti amministrazioni locali».
A margine della riunione, è la coordinatrice regionale di Forza Italia Annaelsa Tartaglione a spiegare che tutti si sono detti impegnati per trovare un candidato condiviso. «Lavoriamo – conclude Tartaglione – a una soluzione condivisa».
Intanto, nelle stesse ore, la direzione nazionale di Ap sanciva il divorzio ufficiale: Lupi e Formigoni vanno col centrodestra, Lorenzin e Cicchitto restano nel centrosinistra col Pd. Per le regionali nulla cambia: autonomia ai territori. Nagni può confermare l’alleanza con Frattura senza problemi.

ppm

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