Approvato ieri in via definitiva dal Senato il provvedimento sul biotestamento. Un grande applauso in Aula ha salutato il varo della legge.
Le disposizioni anticipate di trattamento rappresentano la principale novità. L’articolo 1 prevede che, nel rispetto della Costituzione, nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata. Per quanto riguarda i minori «il consenso è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore». Inoltre, ogni persona maggiorenne, capace di intendere e volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può, attraverso disposizioni anticipate, esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, comprese le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali. Le ‘Dat’, sempre revocabili, risultano inoltre vincolanti per il medico che per questo è esente da responsabilità penali e civili.
Rispetto all’evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante o caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta, inoltre, può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico è tenuto ad attenersi qualora il paziente venga a trovarsi nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità.
«Una vita dignitosa deve concludersi con una morte altrettanto dignitosa», commenta così la deputata del Pd Laura Venittelli il sì a uno dei provvedimenti più attesi di questo scorcio di fine mandato parlamentare. Per lei «vale l’intera legislatura».
Tra le principali novità introdotte dal biotestamento, Venittelli evidenzia il diritto alle scelte terapeutiche e cure condivise; il rifiuto della cura; il ruolo della famiglia; l’ascolto dei minori; la disciplina di chi è incapace di intendere e volere.
Non viene introdotta – rimarca – l’eutanasia e tanto meno il cosiddetto suicidio assistito. Invece, viene data libertà e facoltà nelle dichiarazioni anticipate di trattamento, in forma scritta e gratuita.
«Siamo estremamente lieti che al Senato sia passata questa norma – ribadisce la deputata dem – a dimostrazione che i parlamentari sanno interpretare le esigenze che derivano dalla società, improntando riforme e leggi ai diritti civili inalienabili».

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