Il governatore Frattura non ritiene chiusa la partita interna al centrosinistra e a Ulivo 2.0 dice: la sintesi si fa sul programma e non sugli uomini, confido nella capacità di riuscirci anche stavolta.
Ruta e Leva rispondono picche. Frattura «deve prendere atto che non può più essere lui la sintesi della coalizione». Dei due, parla il deputato Mdp. Scelta interna, spiega all’insistenza del cronista, «si può anche decidere che parla uno solo». Il senatore del Pd è stato chiamato direttamente in causa dal presidente. Il 7 gennaio sarà presentato l’anti-Frattura? E lui: «Non mi pare che il senatore Ruta abbia parlato di un anti-Frattura…».
Lo sanno tutti, i rapporti fra Leva e Frattura sono una cosa, altra cosa quelli con Ruta. Perciò quando il senatore – invitato a rispondere o commentare le parole del governatore – risponde che non rilascia dichiarazioni e che «parla Leva, chiamate lui», il sospetto malizioso di sfumature o registri differenti si affaccia. Perché Ruta non parla? Perché i due fondatori di Ulivo 2.0 hanno deciso insieme che parla lui.
Leva, quindi, racconta di aver «letto con grande meraviglia le dichiarazioni di Frattura. Lui dice che la sintesi si fa sul programma e non sugli uomini. Beh, lui è la negazione vivente del rispetto del programma – il contrario di come Vendola descrive Grasso e cioè un programma politico vivente – È per le promesse tradite e il programma tradito che abbiamo fondato Ulivo 2.0. Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere discontinuità e la discontinuità si fa con gli uomini. Discontinuità e perimetro dell’alleanza perché noi siamo nati per ricostruire il centrosinistra». In definitiva, conclude Leva, «deve prendere atto che non può più essere lui la sintesi della coalizione. E non capisco francamente questa ostinazione. Lui e il gruppo dirigente del Pd fermino la macchina prima che vada a sbattere».
Il governatore non si scompone. Ribadisce disponibilità: «Noi non chiudiamo le porte in faccia a nessuno e andiamo avanti, nel rispetto di quanto deciso dall’assemblea del Pd e dalla coalizione. A me non pare che la coalizione abbia indicato un candidato presidente. Se è così, lo ha fatto a mia insaputa».
Già, però Ruta ora sostiene – queste le parole di Leva che fa da portavoce e quindi evidentemente dice cose condivise dal senatore – che Frattura non può più essere la sintesi, il capo, del centrosinistra. «Per Ruta – risponde il presidente – provo affetto e rispetto, però né io né il Pd gli abbiamo chiesto una valutazione su una mia eventuale candidatura. Ruta venga al partito e faccia le sue valutazioni. Le metta al vaglio dell’assemblea: decide il partito, decidono gli iscritti e i cittadini. Quindi, sentiamo l’assemblea. Però se poi l’assemblea decide in senso diverso da quel che dice lui o si adegua oppure si tira fuori dal Pd perché a quel punto è fuori. Questo ergersi a valutatori non è consentito a Frattura, a Petraroia, a Ruta, non è consentito a nessuno». Quindi chiude: «Noi andiamo avanti. La fiducia, come è sempre stato, la chiederemo ai cittadini molisani».
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