Rialzati Molise si riscopre liberale. Al centro, per i moderati vicini all’eurodeputato Aldo Patriciello, che cinque anni fa aiutarono Ruta e Leva a dare la spallata al centrodestra di Michele Iorio, c’è l’impresa. Meglio, l’iniziativa imprenditoriale con le sue eccellenze, «senza girarci intorno – anticipa la domanda il numero uno di Rialzati Molise Vincenzo Cotugno – eccellenze agroalimentari, sanitarie, del turismo». Solo queste, le eccellenze – sottolinea rispondendo alle domande sulla politica a margine della conferenza stampa sul bilancio istituzionale da presidente del Consiglio – salveranno il Molise: «Il Molise può avere un ruolo a livello nazionale e internazionale solo valorizzando le eccellenze».
Dunque, la strada percorsa insieme a Paolo Frattura finisce qui. Dovrebbe essere una domanda, stando all’ufficialità. Ma l’ufficialità della politica, pur in continua evoluzione, sarà passato remoto stavolta quando arriverà. Il motivo del divorzio? Estremizzando, sempre loro: Ruta e Leva. La «sinistra», che in questi cinque anni – dopo aver costruito alleanza e patti pre elettorali – «ci ha sempre visto come un elemento di disturbo, come degli intrusi».
Forse questo epilogo era scritto. Forse nasce a metà aprile del 2013, 40 giorni dopo il voto. Quando Ruta e Leva, presidente e segretario del Pd, preferirono Vincenzo Niro (allora Udeur) a Vincenzo Cotugno per la carica di presidente del Consiglio. Questa fu l’indicazione data ai consiglieri dem. Rialzati Molise, già senza assessore, non ebbe neanche la prima carica dell’Assemblea legislativa.
L’intesa con Frattura però resse. Mai una parola fuori posto da Cotugno e dai suoi, mai un voto ribelle. E tornando alle eccellenze sanitarie, il Neuromed della famiglia Patriciello è un perno insieme alla Cattolica nella riorganizzazione voluta dal governatore. Tanto che un divorzio, proprio per le scelte di Frattura in campo sanitario, c’è già stato. È la sanità infatti il motivo principale – almeno quello dichiarato – della nascita di Ulivo 2.0, è quello il punto di caduta secondo i due parlamentari, il punto in cui il governatore ha tradito il programma. Eppure il programma lo avevano sottoscritto tutti: chi oggi evidenzia la centralità dei privati e chi invece dice che la priorità va data al pubblico.
Tra le cose importanti del suo mandato da presidente del Consiglio, Cotugno mette in cima il salvataggio della Corte d’Appello per merito del Comitato promosso insieme al giudice Vincenzo Di Giacomo. L’uomo che oggi ha sostituito Frattura nel cuore di Rialzati Molise? Cotugno accetta senza problemi le domande, sapeva che sarebbero arrivate. «Il presidente Di Giacomo è stato artefice e a capo del Comitato per la Corte d’Appello e di questo gli va dato atto. Si parla di un’ipotesi di candidatura alla presidenza della Regione, non so se accetta se scioglie le riserve. È la proposta di una serie di comitati civici, non ho il riscontro di una sua accettazione. Per quanto riguarda invece il presidente Frattura io credo che abbia fatto un grande lavoro per questa regione, un lavoro di riordino istituzionale, economico, finanziario e di bilancio». Ma, ecco il ma, nel 2013 – spiega Cotugno – Rialzati Molise ha sposato il suo progetto in cui il centro moderato aveva una partecipazione forte insieme alla sinistra. «Nel tempo questo centro è stato abbastanza emarginato, è sotto gli occhi di tutti, la sinistra ha cercato di mettere un po’ all’angolo il centro moderato che è rimasto al suo posto portando avanti sia gli impegni con gli elettori sia gli impegni col presidente Frattura senza mai sottrarsi». A inizio anno, la decisione sulle alleanze, in una riunione «con amici e simpatizzanti». Certo, cura di sottolineare poi Cotugno, «il nostro elettorato è moderato, sicuramente non di sinistra».
Rialzati Molise non rinnega nulla, il presidente del Consiglio aggiunge che molto è stato fatto e che – se il movimento avesse avuto cinque anni a disposizione per lavorare in prima linea e non solo due – molto di più si sarebbe potuto fare. Non dà giudizi: «La mia esperienza in questi cinque anni è sicuramente positiva, qualche rammarico c’è per delle cose che avrei voluto fare. Non ho gradito molto gli atteggiamenti della sinistra che ci ha sempre visto come un elemento di disturbo, come degli intrusi. Ma questo non ha mai fatto venir meno l’impegno nel rispetto dei quasi 15mila molisani che nel 2013 ci hanno dato fiducia».
Andare di nuovo al voto con la sinistra che «mal ci sopporta, che ci vede come degli intrusi»? No, chiude Cotugno, «non siamo disponibili, non ci interessa, andremo per la nostra strada». E ancora: «Se la sinistra ritiene che sia ancora lo Stato l’economia siamo lontani mille miglia da questa visione». Lui sarà della partita di nuovo? «Ne stiamo discutendo». L’argomento è in agenda, anche su questo si deciderà a breve.
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