Il 2018? Michele Iorio spera, si augura e augura quindi al Molise che «sia la fine di un incubo».
L’ex presidente della Regione non ha cambiato idea: né sui cinque anni quasi di amministrazione Frattura né sulla necessità e opportunità di riproporsi con un programma chiaro e di centrodestra ai molisani. Quindi, sintetizza così l’augurio al Molise e ai molisani: che sia la fine di un incubo perché «sono stati cinque anni disastrosi, auspico che il 2018 possa essere positivo. Almeno nella speranza di qualcosa di migliore».
In pausa per il giorno di Capodanno, Iorio però resta concentrato sull’obiettivo delle regionali. E dopo qualche ora in famiglia tornerà, assicura, già pienamente sul campo. Sta promuovendo da tempo incontri sul territorio con amministratori e imprenditori interessati a dare il proprio contributo o sostegno – candidandosi in prima persona o aiutando ‘la causa’ in altro modo – a quello che lui stesso ha definito qualche giorno fa il «contratto coi molisani».
Non è un’operazione nostalgia, ha pure evidenziato a più riprese. Non mira a riproporre lo schema del centrodestra che ha governato per oltre due legislature. Quel modello, alla fine, è stato bocciato dai molisani: un po’ c’era la necessità di fisiologico avvicendamento, ma fondamentalmente a Iorio i molisani hanno inviato un messaggio chiaro nel 2013 scegliendo la discontinuità. L’ex governatore, infatti, ammette che in quell’esperienza ha commesso alcuni errori. Che però, aggiunge quando ne parla, non ripercorrerà.
Sarà un anno impegnativo per la politica, comunque il 2018. «Già, per la politica. Anche se qualcuno – commenta Iorio – vuole metterla da parte, la politica, come si evince da proposte estemporanee, come la candidatura del giudice Di Giacomo per intenderci. Io credo che invece la politica debba tornare ad assumersi la responsabilità piena delle cose da fare, decidere cioè quali sono le azioni strategiche per questa terra. Immaginare che ci possa essere un futuro mettendo dentro tutti, al di là di partiti e schieramenti, significa fare gli interessi di quei ‘tutti’ e non dei molisani».
Leader molisano di Direzione Italia, alle prese con una partita complicata all’interno del centrodestra molisano – dove altri big a partire dall’eurodeputato Aldo Patriciello e l’ex assessora Angela Fusco Perrella (sovranisti) preferiscono alla sua riproposizione la candidatura del presidente del Tribunale di Isernia Vincenzo Di Giacomo – Iorio non sembra intenzionato a mollare, dunque. Precisa di avere «il massimo rispetto per chi interpreta in questo momento il ruolo di sintesi e garante super partes di questa proposta». È l’ipotesi stessa che Iorio contesta. Il 30 dicembre, dopo aver ricevuto gli appelli di cinque movimenti civici fra cui quello di Massimo Romano e del fronte dei moderati messo su dal coordinatore dei Popolari per l’Italia Vincenzo Niro, il giudice Enzo Di Giacomo ha dichiarato di essere disposto «sacrificio» personale e professionale a patto che si formi una coalizione unitaria, trasversale e inclusiva per il bene del Molise.
«L’idea che mi sono fatto è che c’è un potere reale, direi aziendale, che vuole conservarsi in tutti i modi. Si vuole cioè conservare un sistema di potere e per questo si punta a stare tutti insieme appassionatamente. Io credo sia impossibile che una fase di non governo – così quindi Iorio intende un periodo di governo di salute pubblica – sia utile al Molise. Né lo è vedere insieme, e insieme quindi amministrerebbero, il diavolo e l’acqua santa…».
Chi sia l’uno e chi l’altro Iorio non lo dice. Viene da pensare, maliziosamente, che si riferisca a un supporter bojanese e a un altro venafrano della grosse koalition che si sta tentando di organizzare per le elezioni.
L’ex governatore, dunque, va avanti. Al lavoro già da oggi «per la mia proposta che sarà chiara. Poi, potremo anche confrontarci con una migliore, ma i molisani hanno diritto di scegliere consapevolmente e alla luce del sole».
ritai

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