Un’altra settimana di fuoco. Comincia oggi, stamattina alle 11 con la conferenza stampa del governatore Paolo Frattura. Ha dato appuntamento ai giornalisti per i dettagli sul rebus ‘data delle regionali’. Dettagli contenuti in comunicazioni ufficiali ricevute dalla presidenza del Consiglio dei ministri che riguardano la legge approvata a fine novembre dal Consiglio di via IV Novembre.
La norma, come già anticipato da Primo Piano nelle edizioni di sabato e di ieri, per il governo nazionale va ritoccata in qualche punto. Ce la farà l’Assemblea legislativa del Molise a modificare le disposizioni in tempo per permettere l’indizione dei comizi entro il 18 gennaio? Mancano dieci giorni e l’Aula deve approvare anche il bilancio. E ancora, è opportuno andare a votare con una legge osservata già da Palazzo Chigi senza modificarla?
«Dirò tutto in conferenza stampa», il presidente Frattura respinge così i tentativi di saperne di più.
Torniamo a venerdì, alla riunione con i sindaci. Si aspettava una partecipazione così massiccia di amministratori?
«Ma guardi, è stato veramente un bel momento per fare il punto sulle cose che in questi anni abbiamo realizzato insieme a chi, con noi, ci ha messo la faccia. Ed è chiaro che fa molto piacere vedere una partecipazione così sentita. Non è stata una sfilata degli encomi, ma un confronto vero sulle azioni messe in campo, su quello che avremmo dovuto fare meglio e diversamente. Un bilancio di questi cinque anni da cui partire per il progetto da realizzare nei prossimi cinque, il progetto del futuro. E non finirò mai di ringraziare i tanti amministratori che hanno passato un pomeriggio a ragionare con noi…».
Sarà una coincidenza, ma è sembrata una risposta a chi in quelle stesse ore ragionava del programma con il centrodestra a Isernia e in questi anni ha governato insieme a lei. All’Europa c’era Niro e c’era Micone.
«È una coincidenza, infatti. Del tutto casuale che si siano tenuti nello stesso pomeriggio: comunque si trattava di incontri di matrice assolutamente diversa. Il nostro non era un incontro politico ma, lo ripeto, un confronto sulle cose fatte e quelle da fare ed era stato organizzato così già da qualche giorno. Lungi da me rispondere agli altri, poi, con gli stessi metodi».
Ma non la impensieriscono queste defezioni? Non pensa di poterle o doverle recuperare?
«Io guardo con interesse a chi vuole condividere un percorso, non mi appassionano le strategie dei singoli. La proposta, poi, si costruisce su un programma e non in base a chi guida la coalizione. Venerdì ci siamo confrontati con chi ha condiviso anche scelte impopolari, comprendendo che erano necessarie per poter parlare di futuro».
Era una delle tappe verso la decisione sulla sua ricandidatura?
«Esattamente. Come deciso dall’assemblea del Pd a maggio, ci sarà un’assemblea programmatica e poi la conferenza programmatica finale».
Però la sua ricandidatura sembra certa. Anzi è proprio questo a tenere lontano Ulivo 2.0.
«Non condivido l’autoreferenzialità degli altri, non sarò autoreferenziale io. Solo alla fine del percorso ci sarà la decisione. Laddove c’è riscontro, io sono disponibile. Ma il percorso adesso non è ancora concluso, dire che mi ricandido sarebbe una fuga in avanti rispetto a un deliberato del Pd che è il più grande partito della coalizione».
Parliamo del resto del centrosinistra, lo scontro fra voi in queste ore si è fatto feroce.
«Ma in che senso? Noi rispettiamo tutti. Stiamo andando per la nostra strada nel senso che costruiamo la proposta sulle cose fatte e quelle da fare in futuro. Lo abbiamo fatto venerdì con gli amministratori che le hanno condivise e se ai cittadini sfuggono i risultati raggiunti, è sicuramente un nostro demerito perché non abbiamo saputo comunicarle e renderle concrete ai loro occhi. Tutti insieme cercheremo di correggere la rotta…».
Sulla data del voto con Ruta e Leva non ve le mandate a dire.
«Io ho chiesto di avere i documenti a sostegno delle varie affermazioni di questi giorni sulla data del voto. Tranne le note ufficiali giunte da Palazzo Chigi, da altri non ho ricevuto nulla. Ho sentito di dichiarazioni del ministero dell’Interno, beh il politicante di turno dovrebbe farmele vedere. Queste dichiarazioni io non ho avuto possibilità di leggerle. E poi dove sono i decreti sulla data millantati da qualcuno? C’è la nota del Viminale che riguarda Lazio e Lombardia, punto».
E ci sono le note della presidenza del Consiglio dei ministri che lei ha appena citato, però. Cosa dicono queste note, presidente?
«Domani mattina (stamattina, ndr) le leggeremo insieme. Leggeremo le note ufficiali che il presidente della Regione e il ministro hanno ricevuto nei giorni passati, così da verificare cosa accadeva mentre qualcuno parlava».
L’unità del centrosinistra, comunque, è una chimera. Irraggiungibile…
«L’unità del centrosinistra per me è il primo obiettivo. Lo ripeterò fino alla nausea e prendendo schiaffi in faccia come ne sto prendendo in questi giorni. È un obiettivo su cui impegnarsi e lavorare tutti».
Poniamo che lei abbia avuto il riscontro che aspetta e quindi sia candidato presidente: che Molise proporrebbe ai cittadini in campagna elettorale?
«Un Molise che faccia della solidarietà e dell’aiuto ai più deboli la priorità. Il più debole è chi, nonostante i nostri sforzi per la ripresa, un lavoro ancora non ce l’ha. È chi ha problemi di salute, chi non riesce, nonostante tutto, a realizzarsi nella nostra terra. Abbiamo riallineato la macchina amministrativa, stabilizzato la situazione economico-finanziaria, ricostruito la fiducia nei nostri confronti ai tavoli istituzionali. Ci sono le basi perché il sogno di un Molise dove tutti abbiano possibilità diventi realtà».
rita iacobucci

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