Silenzi che parlano. E confermano. Come quello del Pd Molise sull’ipotesi di candidatura di Domenico Iannacone – il giornalista della Terra dei fuochi – al Parlamento in Molise sotto le insegne dem.
Il giorno dopo la pubblicazione della notizia su Primo Piano non è un giorno qualunque. Il gotha politico e amministrativo è a Riccia per inaugurare il sistema di videosorveglianza realizzato nell’ambito del Patto per la sicurezza della Regione.
Micaela Fanelli, sindaca della cittadina e segretaria del Pd, quasi fatica a star dietro al telefono. E deve divincolarsi tra le domande dei giornalisti presenti che chiedono notizie, conferme o smentite.
Sono ore delicate, per cui resta abbottonatissima. «Domenico Iannacone è tra i migliori molisani d’Italia», dice quasi solo così all’Ansa.
Il Pd vuole Iannacone in squadra per il Parlamento: volto nuovo della politica, professionista autorevole e ormai di riferimento, il suo ‘I dieci comandamenti’ uno dei programmi più seguiti e premiati di Rai 3. È di Torella del Sannio e col Molise ha mantenuto un rapporto profondo, orgoglioso. I primi passi da giornalista televisivo nella nostra emittente Teleregione, poi il grande salto. Ma a casa torna spesso e coi colleghi di sempre non manca di seguire iniziative ed eventi. Su di lui, sempre all’Ansa, Fanelli aggiunge che «persone come lui hanno passione e competenza. Ma non dico altro».
Se i dirigenti mantengono il riserbo – ma durante la giornata le telefonate fra i big molisani e romani del Pd sono tante e alcune proficue – la base invece mostra subito il gradimento per l’idea di scommettere su Iannacone. Sui social, nei bar della notizia si parla molto. Messaggi e commenti tutti positivi, la novità ‘spacca’. L’operazione, che è in costruzione, una volta finita sui giornali subisce una fisiologica accelerazione. Iannacone, invece, resta in silenzio. Per ora non rilascia dichiarazioni. Lo farà nei prossimi giorni, appena il quadro sarà più chiaro.
Martedì prossimo una nuova riunione della direzione nazionale Pd per le candidature alle politiche che dovrebbero essere sancite nella riunione del «Una buona squadra deve avere buone competenze, generosità, passione – prosegue la segretaria del Pd – È una questione di formule vincenti, al di là dei nomi». A proposito di nomi, c’è anche quello di Antonio Di Pietro in rosa. L’ex pm di Mani pulite vuol correre da indipendente nella sua regione e punta al voto del Pd e di Liberi e Uguali, per lui si è ipotizzato il collegio maggioritario del Senato (sul proporzionale sarebbe in pole position proprio Fanelli). «Lui è una risorsa incredibile per la nostra regione, ha già dimostrato tutto il suo valore», chiude la segretaria sul punto in maniera eloquente.
Una ricandidatura sarebbe pronta per la deputata uscente Laura Venittelli. Resta un punto interrogativo il destino del senatore uscente Roberto Ruta. Promotore di Ulivo 2.0 e convinto avversario del governatore Frattura (di cui chiede insieme a Leva un passo indietro da mesi) e della segretaria Fanelli, i più lo danno fuori dalla griglia di nomi che i renziani puntano a schierare. Potrebbe però rientrare in quota alla minoranza (alle primarie ha sostenuto Emiliano). Ai suoi, si racconta, dice: vogliono darmi un collegio, ma sono pronto a rinunciare a patto che Frattura non sia il candidato presidente. Questa è la voce che circola negli ambienti.
Intanto, a livello nazionale, si aprono spiragli per un riavvicinamento alle regionali dei ‘cugini’ rivali di Liberi e Uguali. Bersani e Renzi hanno infatti raccolto l’appello di Prodi e Veltroni: nel Lazio la coalizione di Grasso sosterrà Zingaretti, in Lombardia per Gori è più difficile.
«Auspico che anche in Molise si possa tornare nell’alveo dell’unità e invito sia la minoranza del partito che Liberi e Uguali a riaprire il confronto», rilancia quindi Fanelli. «L’invito alla trattativa in Lombardia e nel Lazio deve essere esteso anche in Molise, dove si voterà in primavera ed è un appello di grande responsabilità. Spero che anche qui Leu attivi una riflessione in questa direzione. Il Molise vuole una coalizione più ampia, si sa che questa è una regione con una tradizione moderata, centrista: fin qui tutti i rilievi opposti non sono ostativi a questo dialogo, anche perché sui veti non si può costruire il futuro».
ritai

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