Secondo i più maliziosi, la candidatura di Antonio Di Pietro a Roma ha incontrato difficoltà. Al Nazareno non vedrebbero bene la discesa in campo, nel collegio del Senato per il Molise. Chiamato a fare di necessità virtù – schierare cioè in una regione moderata, e governata da una giunta che ha messo in atto più di qualche decisione impopolare per risanare bilanci e struttura regionale, uomini o donne che portino valore aggiunto al dato di partenza non esaltante del Pd – il segretario nazionale avrebbe tuttavia storto il naso. Vistosi a rischio siluramento, il fondatore Idv avrebbe rilanciato con dichiarazioni che hanno fatto rumore.
A dar retta invece al gruppo dirigente dem locale, Di Pietro senior paga lo scotto di una vicinanza troppo pronunciata con gli avversari di Liberi e Uguali. Meglio, di Ulivo 2.0. Che, non è un mistero, per le regionali al posto di Frattura pensano ancora a lui (non tutti ma in molti sì). Comunque, dicono da via Ferrari, Di Pietro al momento è nella griglia. Le dichiarazioni rilasciate all’Ansa «creano qualche difficoltà oggettivamente» ma, prosegue uno dei colonnelli, si tratta di difficoltà «risolvibili».
«Ho sentito che Renzi – così Di Pietro – non vuole candidare nel Pd i ‘giustizialisti’. A parte che io mi candido solo per fare il bene del mio Molise, e il Pd locale è d’accordo con questa mia candidatura, gli posso garantire che se dovessi essere eletto e il Pd volesse fare un inciucio con Berlusconi, io da indipendente voterei contro». La direzione nazionale dem è convocata per oggi pomeriggio. Alla vigilia, una bordata tale o prelude al divorzio o può rilanciare e portare a casa il risultato. «Voglio dare il mio contributo al Molise in Parlamento – prosegue – ma solo con il centrosinistra, essendo stato tra i suoi fondatori. E lo vorrei fare da indipendente col Pd al maggioritario al Senato. Ora, il Pd locale è d’accordo, ma visto che LeU ha già detto che non farà accordi con il Pd, io ho chiesto loro o una desistenza o un appoggio. Io rispetto questa posizione, ma io al Molise chiedo il voto sulla mia persona, e queste vicende del centrosinistra mi amareggiano, trovo innaturale che Pd e LeU siano separati anche in Lombardia. Quindi se così non sarà, se non sarò candidato, vuol dire che preferiranno che il Molise passi al centrodestra. Mi dispiacerebbe per il Molise se Renzi scegliesse in quel modo».
Che Renzi non voglia candidare i ‘giustizialisti’ è un tema che la segretaria regionale dem Micaela Fanelli respinge: «Su quanto viene riportato da altri organi di stampa in merito a Renzi e le candidature, non dico nulla ma garantisco che in mia presenza non ho mai sentito parlare il segretario del Pd su questi temi». Quanto all’intenzione dell’ex magistrato di recuperare i voti dell’intero centrosinistra, per Fanelli quella di Di Pietro «è una ottima dichiarazione e non a caso lo abbiamo individuato per un progetto pieno di risorse». La sua candidatura al Senato in Molise è in viaggio e «per tutte queste ragioni, il segretario nazionale deciderà».
Dando per rientrato l’allarme, al Senato correranno Antonio Di Pietro nell’uninominale e Micaela Fanelli per il Pd sul proporzionale. Alla Camera, la candidatura di Domenico Iannacone pure sta viaggiando. Per lui si parla del collegio maggioritario di Campobasso-Termoli. Ma Laura Venittelli è deputato uscente a cui il partito non vuole negare una seconda corsa. In Molise o fuori. E a disposizione, sempre in regione, c’è pure il proporzionale Pd. Nelle ultime ore ha preso quota l’ipotesi Vittorino Facciolla. Nonostante l’esposizione mediatica di questi anni, il vicepresidente della giunta è considerato un campione di consensi. Potrebbe correre in tandem con Iannacone, di cui è stato uno dei sostenitori della prima ora. «Non nego – dice a Primo Piano Facciolla – che si stia ragionando su una mia candidatura. Io però non ho chiesto nulla perché ho lavorato e sto lavorando per le regionali. È quella per me la priorità. Poi, se la mia proposizione può essere utile al Pd per recuperare consensi e raggiungere il massimo possibile anche in collegi ostici, se il mio partito me lo chiede io sono a disposizione».

ritai

Un Commento

  1. pietro maddalena scrive:

    si parla di tutto nel tempo delle elezzioni!! ma nessuno parla di tagliare le loro paghe, o perdere la loro poltrona!!! io li manderei tutti a casa per un mese o due sensa busta paga perche non lavorano per il popolo ma per le loro poltrone, solo la mia opinioe.

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