Liscia, gassata o Venittelli? La campagna elettorale della parlamentare uscente dem Laura Venittelli, in corsa per la quota proporzionale plurinominale del Senato in Molise, sempre sotto le insegne del Partito democratico, prende una strada quasi irriverente. Lo slogan lanciato ieri dalla deputata termolese, nella saletta riunioni dell’hotel Meridiano, “Liscia, gassata, o Venittelli?” (col supporto della dottoressa Iolanda Murazzo) è sì un modo per scherzare e stemperare anche toni aciduli di questo confronto a più coalizioni, ma senza dimenticare di mettere il pepe sulla coda dei suoi diretti competitor, tra cui Michele Iorio e Luigi Di Marzio, per centrodestra e Movimento 5 Stelle. Un fil rouge lega questi due antagonisti, per la Venittelli, che giudica in modo assai negativo il loro operato sulla sanità e per Di Marzio il riferimento va alla gestione decennale della direzione sanitaria del Cardarelli, con liste di attesa, file al pronto soccorso e quant’altro. Ma la campagna dem locale, come fosse una fonte sorgiva, vede criticare in modo aspro anche i riferimenti nazionali, Mediaset e Casaleggio per inseguire business con la politica, nonché Berlusconi e Grillo. Insomma, l’onorevole Venittelli ne ha per tutti, salvo poi elogiare l’eccellenza italiana Enrico Colavita, suo partner al Senato, anche se nel maggioritario. La candidata ha snocciolato con l’ausilio di slide e cartelle dati che mostrano il lavoro fatto nella legislatura post crisi-spread dal Partito democratico, calate anche sul territorio con le sue iniziative. «Abbiamo due competitor importanti in questa campagna di comunicazione. La nostra è una campagna semplice che parla al cuore delle persone, diversa dagli altri due gruppi che fanno, al contrario, una comunicazione per interessi e per reddito che sono appunto Mediaset e Casaleggio; un reddito che viene dalla politica – noi chiediamo il voto intelligente a una persona che non è dipendente né da Mediaset né dalla Casaleggio associati», attacca la Venittelli, che ripercorre i dati macro-economici dei governi dem. «Noi abbiamo portato un paese che nel 2013 era sull’orlo del default, con uno spread (portato dal governo Berlusconi) a +500 – che quindi aveva perso credibilità rispetto agli investitori esteri e a quelli del nostro paese – e con un Pil a – 2, il nostro intervento ha portato il prodotto interno lordo a +2. Grazie a noi l’Italia ha recuperato il rispetto che aveva nei confronti dei partner europei». «L’Europa può essere una risorsa e non un limite, se ti fai rispettare. C’è chi pensa di uscire dall’Europa, a queste persone vorrei ricordare la Brexit e i problemi che sta affrontando oggi la Gran Bretagna, la cui visione non è più di economia globale ma si sta avviando verso un percorso diverso». Il programma del Partito democratico parla di cose concrete, in quanto sono cose già fatte, come la riduzione delle tasse già completamente avvenuta – eliminando l’Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli, eliminando la tassazione per i giovani agricoltori under 40, riducendo le tasse delle famiglie con gli 80 euro e riducendo quella delle imprese tramite l’eliminazione di alcune voci dal cuneo fiscale. Il reddito di cittadinanza – debito è un’istigazione alla disoccupazione. Perché andare a lavorare per 1200 euro se invece c’è qualcuno che me ne eroga 1.600 senza far nulla (per una famiglia composta di 4 persone)? E chi è che paga i miei 1.600 euro? Sarebbe un aumento della tassazione per chi un lavoro stabile ce l’ha. Noi abbiamo introdotto in questa legislatura una misura contro la povertà molto importante che è il reddito di inclusione. Noi pensiamo al lavoro e non alla disoccupazione», prosegue la parlamentare e ricandidata Pd. «Durante la nostra legislatura noi abbiamo fatto ben 8 leggi sui diritti, soprattutto per quanto riguarda i disabili. I nostri competitor parlano di razza bianca e fanno 20 proposte senza mai parlare di diritti. La legge “Dopo di noi” ha visto come grande antagonista il M5S, che non l’hanno votata – rimarca ancora l’esponente democratica che corre sul proporzionale del Senato – con Liscia abbiamo candidato l’ex governatore del Molise, che ha portato lo sfascio della regione. Con Liscia è candidata una persona che ha una condanna di 2° grado, non so come potrà rappresentare il Molise con l’interdizione dai pubblici uffici. Con Gassata abbiamo un candidato simpatico che per 10 anni ha gestito l’ospedale Cardarelli di Campobasso – che è finito alla direzione della struttura ospedaliere grazie alle garanzie politiche. Chi oggi è candidato con Gassata era molto amico di Liscia. Venittelli è una proposta nuova, sono una professionista che mette a disposizione la sua passione per questa terra. Cinque anni passati nei banchi del parlamento pensando al Molise e guardando al Molise. Chiedo che il 4 marzo i molisani continuino a darmi fiducia».

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