«Il centrosinistra unito è credibile, non tireremo per la giacchetta chi non vuole stare con noi».
Pierpaolo Nagni, coordinatore dei moderati che dopo la scissione di Ap sono rimasti alleati del Pd, per le regionali manda un messaggio chiaro a Patriciello e ai suoi. In sostanza, Nagni lavora a ricucire gli strappi a sinistra. E se questo dovesse voler dire che la rottura coi centristi vicini all’eurodeputato diventerà insanabile se ne farà una ragione.
Anche il centrosinistra sta riorganizzando, dunque, la strategia per le regionali. Il risultato delle politiche conta, ma intanto la coalizione guidata dal governatore in carica Paolo Frattura è alle prese con una ricomposizione rispetto al quadro del 2013.
Ulivo 2.0, la creatura dei parlamentari uscenti Leva e Ruta (quest’ultimo non si è ricandidato e ha dichiarato che si dedicherà in maniera preponderante alla proposta per le regionali), il 25 febbraio riunirà i mille ‘grandi elettori’ – i circa 100 disponibili a candidarsi a Palazzo D’Aimmo che a loro volta possono indicare dieci componenti dell’assemblea – per eleggere il capo dello schieramento.
I rapporti rimangono tesi, le accuse di questi mesi si fanno sentire. Ulivo 2.0 è nato per costruire un’alternativa al governo Frattura a cui Ruta e Leva imputano scelte di centrodestra, dalla sanità alle politiche per sviluppo.
Nel frattempo, complice una campagna per le politiche che Patriciello sta conducendo da protagonista, l’eurodeputato – che non ha mai pubblicamente spiegato il motivo dell’improvvisa distanza da Frattura, se non con una rivendicazione di linearità e unità rispetto al centrodestra – lancia bordate dalla convention di presentazione della candidatura alla Camera con Forza Italia di suo cognato Mario Pietracupa. Il Molise, come l’Italia, ha bisogno di una scossa – ha detto Patriciello dal palco dell’hotel Dora -, in regione è necessario un «piano straordinario per la ripresa, un piano Marshall». Nei fatti, intenzionale o meno, una bocciatura per le politiche messe in campo dal governo Frattura per lo sviluppo del Molise.
E se il governatore resta in silenzio, Nagni risponde. «Non so a chi lo dice però… Patriciello rappresenta oggi una parte importante del centrodestra e di Forza Italia, l’ha sempre rappresentata anche a livello nazionale. Ma molti di coloro che oggi rappresentano quella forza hanno governato con noi. Quindi, fare queste affermazioni significa quasi dire che si è fallito insieme al centrosinistra. Noi non siamo di questo avviso. Non riteniamo affatto di aver fallito. E non tiriamo per la giacchetta chi non vuole stare con noi». Messaggio chiaro anche questo: non pregheremo nessuno.
Tanto più che Nagni guarda preferibilmente a centrosinistra. «Anche negli scontri noi siamo trasparenti, gli scontri del centrosinistra sono sempre visibili. Gli altri rimangono sotto il tappeto. Ci sono e sono anche più violenti però riescono a nasconderli e a buggerare l’elettorato fingendo unità che non esistono, non esistevano prima e non esisteranno in futuro. Spesso sono soltanto numeriche e mai programmatiche. Noi ci scontriamo sui programmi. Lo facciamo andando a finire sui giornali e alle televisioni, magari urlando uno contro l’altro. Però quando questi motivi di divisione trovano un filo comune, la coalizione di centrosinistra diventa forte e credibile. Cosa che non è il centrodestra».
La mission dell’assessore e dei moderati progressisti, quindi, è ricomporre gli strappi a sinistra.
«Continuo a pensare che questo centrosinistra unito sia una forza di governo importante per il Molise. Mi spiace assistere a diatribe che hanno determinato divisioni nel Pd e nella sinistra. Credo ci sia bisogno di un po’ di saggezza da parte di tutti per capire che la sfida è contro le destre e contro il populismo dei 5 Stelle: è l’unico modo per salvare questa regione da una deriva che mi preoccupa molto».

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