Ulivo 2.0 docet, dicono alcuni dei ribelli del centrodestra. Non si può arrivare al 5 marzo senza decidere chi guiderà la coalizione alle regionali. Per cui, questa la richiesta contenuta in una nota che ha il sapore dell’ultimatum, il tavolo dei partiti si riunisca e decida entro pochi giorni, entro questa settimana. Subito il nome del candidato governatore, oppure ognuno farà la sua strada in vista del 22 aprile.
La riunione che si è svolta ieri a Campobasso ha messo nero su bianco quanto i ‘cespugli’ sostengono in via informale ma ostinata da giorni. La presenza a Pozzilli, per la convention di Pietracupa, è stata un’apertura al dialogo. In prima e seconda fila, pronti a dare il proprio contributo alla causa comune, Angela Fusco Perrella, Vincenzo Niro, Maurizio Tiberio e Rosario De Matteis. Apertura che però è caduta finora nel vuoto. La richiesta alla coordinatrice di Forza Italia di convocare il tavolo non ha avuto seguito. E i cespugli si trasformano in rovi per i vertici del centrodestra.
La nota di fuoco – inviata a Tartaglione, a Di Brino (per Direzione Italia che con Iorio sostiene apertamente che la decisione sulle regionali va presa dopo le politiche), a Mazzuto (Lega) e all’eurodeputato di FI Patriciello – l’hanno condivisa in molti: Niro (Popolari per l’Italia), Tiberio e De Matteis (Idea), Fusco Perrella (Sovranisti), Mancini (Alleanza per il futuro), anche Orgoglio Molise di Vincenzo Cotugno. E poi Molise nostro, il Molise che vorrei di Micone e Muccio col Guerriero Sannita. Tutti loro sostengono la candidatura del presidente del Tribunale di Isernia Di Giacomo. «Ma se ci sono altri nomi – dicono dopo la riunione alcuni dei responsabili di partiti e movimenti che vi hanno partecipato – ci confrontiamo senza alcun problema. Ma i molisani devono sapere su chi puntiamo e che programma abbiamo. Se anche questo ultimo appello cadrà nel vuoto significherà che si sta giocando su più tavoli. Come si può pensare, infatti, di elaborare un programma e costruire liste credibili in 15 giorni? In quel caso, ognuno si riprenderà la propria autonomia».

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