Due settimane al voto. Meno di 14 giorni di campagna elettorale per le politiche. Il dibattito entra nel vivo.
«Chi vota per Berlusconi e Iorio, vota la Lega e Salvini. L’incontro con l’esponente della Lega a Campobasso dimostra che Forza Italia è ancella di Salvini. Questa è un’evidenza finalmente sotto gli occhi di tutti». Enrico Colavita, candidato del centrosinistra sul maggioritario per il Senato, scalda il clima.
Quello del Pd e dei suoi alleati, dice l’ex presidente di Confindustria, è «l’unico progetto credibile» e per questo lui ci ha messo la faccia. «Ho creduto – le sue parole – nell’unico progetto in grado di costruire il futuro per i giovani, le famiglie, i disoccupati, le donne, le imprese. Un progetto per l’Europa e un futuro per tutti. Ho creduto nei risultati raggiunti da una politica che, senza preoccuparsi solo del consenso facile, operasse per il futuro di tutti i cittadini. Abbiamo dovuto affrontare anni difficili. Oggi la ripresa appare consolidata: in Europa sicuramente, meno in Italia. Un Paese che ancora fa fatica a seguire il passo di quelli che crescono di più. In questi anni piuttosto che far prevalere il senso della comunità abbiamo troppo spesso scelto di andare contro tutti e tutto. Una strada semplice per mobilitare le folle. Così si è fatto crescere il populismo e il sovranismo: l’idea di poter fare a meno dell’Europa dopo aver considerato zavorra il Mezzogiorno d’Italia. Con queste idee, proprie del Movimento 5 Stelle e della Lega si fa il male dell’Italia, non si fa crescere il Paese, si fa il danno dei cittadini. Soprattutto di quelli più deboli».
La campagna è in salita, Colavita ne è consapevole. Perché «il Paese e, ancora di più, il nostro Molise, in questi anni si sono trovati in una condizione di difficoltà, dovuta alle scellerate politiche degli anni precedenti, che imponevano scelte impopolari. Rientrare nelle regole europee volte a rispettare il risanamento del bilancio pubblico ha richiesto valutazioni coraggiose. Si è trattato di un passaggio obbligato. Ora più che mai – sostiene però il candidato del centrosinistra al Senato – dobbiamo convincere le persone a riavvicinarsi alla politica. Dobbiamo recuperare il senso della comunità, della solidarietà per affrontare i problemi dei cittadini del mondo. Dobbiamo dire che anche noi siamo cittadini del mondo e che non possiamo escludere più nessuno. In questo momento mi rendo conto che raccontare queste cose è difficile. Ma il mondo, l’Europa, da noi, dall’Italia, si aspetta questo senso di responsabilità. Si aspetta che proseguiamo nelle decisioni prese, nel solco delle riforme iniziate».
Servono, conclude, «persone responsabili, consapevoli, esperte, con alto senso dello Stato e della legalità. Non è possibile pensare alla crescita del Paese al futuro delle nostre aziende, all’occupazione dei giovani utilizzando il populismo, la demagogia, il sovranismo antimeridionale dei nostri concorrenti. È una strada troppo semplice e le scelte comode non hanno in sé una progettualità seria per costruire un futuro che inizia oggi».

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