Endorsement per Enzo Di Giacomo, fiducia incondizionata in Matteo Salvini e una ricetta semplice con due ingredienti fondamentali per rilanciare il Molise. A Venafro in un bar il contatto con simpatizzanti ed elettori, poi un passaggio veloce al Neuromed per salutare Mario Pietracupa, in corsa per il centrodestra nel collegio di Isernia per la Camera. Infine a Campobasso nella sede di via Orefici accompagnato dal coordinatore regionale, Carlo Perrella. All’incontro pure Nunzio Luciano, candidato al Senato di Forza Italia. E poi altri impegni sul territorio, giornata molisana per il leader del Movimento nazionale per la sovranità, Gianni Alemanno.
Ma andiamo con ordine. Il rush finale della campagna elettorale utilizzato per tirare la volata al centrodestra e ai suoi candidati. Tra Salvini e Berlusconi opta per il primo: «C’è un derby, ma io non ho dubbi: scelgo Salvini. Perché? È il leader naturale dell’area sovranista. Con lui idee chiare su immigrazione, globalizzazione e Unione europea e soprattutto non avremo il rischio di fare inciuci con il centrosinistra».
Il numero uno della Lega non è mai stato tenero con il Mezzogiorno. Ma per l’ex sindaco di Roma rappresenta ugualmente una figura di garanzia «perché – spiega – la Lega non è più quella di un tempo. Salvini ha avuto il coraggio di cancellare il nord, la secessione e la Padania dal simbolo e dallo statuto».
Da lunedì la partita si sposterà sul tavolo delle regionali. «I leader nazionali della coalizione devono indicare Di Giacomo per il centrodestra. Il giudice – aggiunge – resta il miglior candidato possibile. Il primo compito dei deputati e dei senatori eletti in Molise dovrà essere quello di andare a Roma e chiedere l’indicazione di Di Giacomo quale candidato presidente per chiudere la disastrosa parentesi delle giunte di centrosinistra. Dovete far valere la vostra autonomia».
Infine il futuro di chi è piccolo e non ha i numeri per competere con le altre regioni. La ricetta è semplice e si basa su due ingredienti: «Le infrastrutture per uscire dall’isolamento e la valorizzazione delle proprie peculiarità». Per Alemanno il Molise ha un potenziale enorme, ancora inespresso. «C’è tanto da fare: penso al turismo, all’enogastronomia e alla cultura». Ma la crescita di un piccolo territorio «passa – conclude l’ex ministro – anche per una fiscalità differenziata, più bassa per le imprese che operano in regione perché fare l’imprenditore al sud è più difficile che farlo al nord».
pierluigi boragine

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