Gli ultimi fuochi della campagna elettorale accendono lo scontro tutto interno al centrosinistra, precisamente tra colleghi ed ex colleghi di partito. A innescare la diatriba è Vittorino Facciolla che ieri mattina, a margine della conferenza stampa tenuta a Isernia insieme all’altra candidata alla Camera del Pd, Maria Teresa D’Achille, ha puntato dritto verso Roberto Ruta e Danilo Leva. Il primo, reo di aver dato la disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione senza preventivamente informare quella che ufficialmente è ancora la sua ‘casa’, ovvero proprio i Pd Dem, il secondo additato come una sorta di ‘opportunista politico’.
Del resto contro Ruta, acclamato domenica dall’assemblea dei mille di Ulivo 2.0, si era già scagliata la segretaria regionale Micaela Fanelli, lasciando intravedere una rottura ufficiale. Certo a due giorni dalle elezioni forse non è il caso di parlare di epurazioni o di espulsioni, in stile cinque stelle, ma magari qualcuno si aspetterebbe una lettera formale di dimissioni.
«Io penso che il comportamento del senatore Ruta non abbia giustificazioni – le parole dell’assessore regionale Facciolla -, a una settimana dalle elezioni un esponente del Pd, evidentemente poco attento o disinteressato alle ragioni del voto stesso, decide di fare una riunione così partecipata per parlare di regionali. Questo non solo non è rispettoso delle procedure che si devono seguire tra un membro di un partito e la segreteria, ma credo che abbia anche inquinato, in qualche modo, il voto nazionale che doveva, nel caso di specie, essere lasciato indenne da altro tipo di valutazioni. Ha voluto fare questa scelta, nessuno di noi si piange addosso, ci dispiace l’abbia fatto. Continueremo a fare campagna elettorale come se nulla fosse. Chiediamo il voto anche le 1300 persone che erano presenti l’altro giorno a Campobasso. Invocare il voto utile è necessario laddove, in un collegio uninominale, si vince in ragione di un voto in più rispetto agli altri 10 avversari dei collegi».
La rottura è netta, ma Facciolla non esclude che lo schema Pd-LeU, frutto della sintesi trovata nel Lazio, possa essere riproposto in vista del 22 aprile. Questo però solo se si starà tutti con Frattura e com’è noto da sinistra si chiede la discontinuità.
«Penso che se Liberi e Uguali o Ulivo 2.0 voglia appoggiare Frattura noi siamo disponibili ad accettare l’evenienza – ha detto ancora -. Io sono rispettoso sia delle regole del partito e dopo aver sostenuto un governo regionale e un presidente sarebbe ingiustificato e inqualificabile da parte mia decidere di fare altro».
Poi gli strali contro Leva, accusato di aver ‘approfittato’ della candidatura sul proporzionale in Abruzzo, non tenendo in considerazione l’impegno profuso per la sua prima elezione dall’ex partito.
Si è candidato sul maggioritario uninominale di Isernia e ha trovato il paracadute in Abruzzo – ha concluso -. Il rilievo di coerenza viene da chi non può parlare di coerenza. Io avevo tarato la mia possibilità di rielezione alle regionali lavorando per cinque anni per quel tipo di occasione, ora mi sono trovato a fare questa partita perché oltre che ricevere bisogna anche dare. Mi sembra che altri abbiano fatto l’esatto contrario: hanno preso quando si doveva prendere e quando c’era da tirare la cinghia sono andati via dal partito e hanno fatto altro. I pistolotti coerenza da Danilo Leva mi fanno rabbrividire».
La replica di Leva
Non è tardata ad arrivare la replica di Danilo Leva che nel rivendicare le sue scelte ha contrattaccato. «La coerenza di una persone si misura in base ai valori non alla convenienza – ha dichiarato a Primo Piano Molise -. Se il Pd fa politiche di destra, se privatizza anche l’aria, io non ci sto. Se si mette il lavoro sotto i piedi non ci sto. Forse a Facciolla sfugge che io sono una persona di sinistra, visto che lui nella sua vita non ha capito cosa sono la destra e la sinistra. Se il mio partito, vista la pessima legge elettorale approvata da Pd e Berlusconi, mi riconosce un ruolo nazionale e mi candida anche in Abruzzo dovrebbe essere un valore aggiunto, poiché così il Molise potrebbe avere un parlamentare eletto fuori regione. Inoltre lui parla della sua rielezione. Si lavora da assessore per gli interessi generali del Molise non per essere rieletti. Le due cose non coincidono».
VC

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