Chiude all’insegna dell’ottimismo il candidato al maggioritario del Senato per il centrodestra Michele Iorio. «Lo sviluppo del Molise passa dalla tutela della nostra autonomia attraverso la delegazione parlamentare di centrodestra che può arrivare a prendere cinque eletti su cinque», dice.
Qualche ora fa la sigla della pre-intesa per una maggiore autonomia fra alcune Regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e lo Stato mentre, sostiene Iorio, «il Molise in questi cinque anni con lo stesso governo, in accordo con quello regionale, ha visto calpestare la propria a disprezzo di qualsiasi dettato costituzionale. Soprattutto in tema di sanità con l’approvazione dei piani operativi, ma non solo. È chiaro che la classe politica del Pd non ha né la voglia né la capacità di far rispettare i diritti del Molise e dei molisani». L’ex presidente ricorda che quando guidava la Regione si è «sempre battuto a Roma, sia con i governi amici sia di altro colore politico, perché il Molise venisse considerato al pari delle altre Regioni. Anzi, le nostre piccole dimensioni hanno sempre comportato che il Molise chiedesse un’attenzione particolare perché per competere abbiamo bisogno di essere messi in condizione di avere lo stesso livello di partenza in termini di servizi ai cittadini».
I costi della sanità o dei trasporti sono più elevati perché la popolazione è distribuita su 136 comuni. «Per questo motivo avevo personalmente scritto e fatto inserire nel decreto Calderoli un comma, che è ancora legge, in base al quale lo Stato doveva alle piccole Regioni fondi inversamente proporzionali alla grandezza. Più piccoli si era, più fondi dovevano essere assegnati per raggiungere quella parità necessaria a competere.
Questa legge, però, in questi cinque anni è rimasta del tutto disattesa né il governo regionale ne ha mai preteso l’applicazione».
Il suo obiettivo è stabilire «con il governo nazionale che nascerà e sarà a guida centrodestra un nuovo contratto istituzionale che non preveda lo spacchettamento del Molise in tre parti perché altri gestiscano le nostre ricchezze, né maggiori poteri perché non ne abbiamo bisogno.
Il nuovo contratto istituzionale deve invece prevedere da parte del governo centrale il rispetto di ciò che per legge ci è dovuto e, soprattutto, la tutela e lo sfruttamento adeguatamente retribuito della nostra principale ricchezza che è l’acqua il cui congruo ristoro da parte delle Regioni limitrofe garantirebbe al Molise un introito di almeno 60 milioni l’anno. Fondi che potrebbero andare a coprire i servizi sanitari, senza fare ricorso a mutui milionari aperti da Frattura che peseranno sui molisani per 30 anni e per utilizzare quei fondi nel settore sociale completamente abbandonato dal centrosinistra».
Si può fare, conclude, perché il centrodestra «può vedere per la prima volta una delegazione di ben cinque parlamentari tra Camera e Senato. Tutti dello stesso colore politico. Un numero importantissimo sia per il Molise sia per gli equilibri dello stesso governo nazionale».
Ferma difesa dell’autonomia, dunque, per la quale chiede un «voto meditato, consapevole, responsabile perché il Molise entri, con gli esponenti di centrodestra che è la forza politica vincente, nella coalizione di governo».

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