Ora la partita si fa ancora più dura, perché si registra una rottura.
Una lunga riunione della segreteria dem, nella seconda giornata di trattativa con Ulivo 2.0. E in serata la doccia fredda: Leva, l’ambasciatore, dice basta. Dice: andiamo per la nostra strada. Quindi, con Ruta candidato governatore.
Dopo il no di Di Pietro, secondo le voci che circolano dopo la riunione della segreteria del Pd, Ulivo 2.0 è rimasto sulla proposta di Ruta. Impossibile per i dem accettare. Chiedono tempo, provano a trovare altri nomi. Nel frattempo, però, Leva e i suoi leggono male la riunione convocata da Frattura con gli amministratori per oggi. Non si fidano, non aspettano più. E per ora c’è uno stop nel negoziato.
Conviene riassumere qualche dato. Il centrosinistra prova per due giorni a tornare insieme. E mentre i segretari e i mediatori dei due fronti – Pd e Ulivo 2.0 – si incontrano o si sentono per discutere di un’ipotetica figura che faccia sintesi e sia garante per entrambe le fazioni, i big della coalizione si occupano di mettere su carta la disponibilità data qualche settimana fa dai potenziali candidati consiglieri.
Il presidente della Regione Paolo Frattura, ad esempio, dopo il passo di lato ufficializzato per conciliare l’unità della coalizione, ha assicurato comunque l’impegno per comporre un quadro che sia competitivo. Per questo ha convocato gli amministratori a lui più vicini per capire chi abbia voglia di mettersi in gioco alle regionali del 22 aprile. L’appuntamento, che sarebbe a porte chiuse, è in programma oggi pomeriggio. Anche gli assessori Facciolla e Nagni sono al lavoro per chiudere le liste.
Per il Pd, oltre alla composizione della squadra dem da presentare agli elettori, c’è da risolvere il rebus del candidato governatore. Antonio Di Pietro, ul candidato naturale del centrosinistra unito, ha detto no. Nonostante il passo indietro di Frattura e quello di Ruta. Ulivo 2.0, che ha affidato la mediazione a Danilo Leva, quindi parte dal nome del senatore uscente del Pd. Anche se tornare indietro, per quanto coerente con le scelte sancite nell’assemblea dei ‘mille’, non sarebbe una scelta indolore. A partire dall’immagine.
La trattativa registra l’appuntamento fissato oggi a Roma fra Ruta, il coordinatore della segreteria nazionale del Pd Lorenzo Guerini e Matteo Ricci che si occupa di enti locali. Il Nazareno entra in una partita complicatissima, ma il successo dei 5 Stelle alle politiche di domenica scorsa impone di tentare il tutto per tutto per evitare che si torni allo scenario di una settimana fa, quando ancora da un lato c’erano il Pd e i suoi alleati e dall’altra Ulivo 2.0. È stata la segretaria Fanelli a chiedere l’incontro. Vuole chiarezza sulle posizioni di Ruta e dell’altra parlamentare uscente Ventitelli. Non è certo però che la riunione si terrà. Dipende dalle evoluzioni locali.
Non è facile trovare la quadra. Il nome di Antonio Di Pietro avrebbe messo d’accordo quasi tutti. Tolto dal tavolo il nome dell’ex pm, che sarebbe (per ora) irremovibile, restano altre ipotesi. La preside campobassana Rossella Gianfagna, il presidente dell’Acem Corrado Di Niro, l’imprenditrice della pasta Rossella Ferro (che qualche mese fa però ha già escluso la sua disponibilità a scendere in politica).
Ieri pomeriggio una lunga riunione dell’esecutivo del partito prima di ricontattare l’ex deputato di Mdp Leva. Il Pd sarebbe alla ricerca di profili in grado di fare unità, ma nel frattempo l’attivismo per la composizione delle liste avrebbe irritato la controparte che ha sospettato il bluff. Così, intorno alle 21.30 il ‘mediatore’ Danilo Leva certifica la rottura. Al telefono dichiara che Ulivo 2.0 continua per la sua strada, dopo aver «atteso invano per 48 ore le proposte del Pd». Che, in via informale, non è disposto ad accettare diktat. Poi arriva la nota di Leva: riprendiamo il cammino sancito dall’assemblea dei 1.300. «Abbiamo dimostrato la nostra buona volontà per unire il centro-sinistra manifestando la disponibilità alla candidatura di Antonio Di Pietro, maldestramente avanzata dal Pd». Ricostruzione che i dem respingono.
Prende posizione l’esponente della mozione Orlando Pino Libertucci. È pronto a sospendersi dal partito e a chiedere ad altri di seguirlo se si continuerà con i metodi da vecchia politica, dice. «Facciamo ancora in tempo a coinvolgere il popolo del centrosinistra, ad organizzare un evento pubblico aperto a partiti, movimenti associazioni, comitati spontanei per far scegliere il candidato dalla base. Affidare la scelta del candidato presidente ad un gruppo ristretto, peraltro responsabile della sconfitta e che in questi anni ci ha portato lontano dai cittadini come non mai, e una scelta lontana dalla realtà, miope, che non accetteremo».

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