Si presenta come il candidato presidente del centrodestra. Lo scandisce bene. Accanto a lui, sua sorella e sua nipote. Collaboratrici e compagne di questa nuova avventura. Tra il pubblico c’è anche sua moglie.
Donato Toma, presidente dell’Ordine dei commercialisti, professionista molto noto e anche docente universitario, è l’uomo scelto dal centrodestra per la corsa alle regionali del 22 aprile. Non senza strappi, lui però accantona le polemiche e all’ex presidente Iorio manda a dire: «L’ho sentito stanotte, gli ho detto il mio pensiero e aspetto che mi faccia sapere il suo. La nostra è una coalizione inclusiva, non possiamo governare la Regione escludendo qualcuno. Io sarei capace di includere anche gli avversari se ci fossero…».
Difesa a oltranza dell’identità regionale, sostegno alle imprese, sicurezza – «vorrei che i nostri figli potessero tornare a giocare in strada come noi quando eravamo piccoli» – e immigrazione (accoglienza solo a chi scappa dalla guerra), insieme alla sanità per cui propone quattro poli (Cardarelli centrale e valorizzazione delle eccellenze ovunque siano, nel pubblico e nel privato)
sono i capisaldi di un «programma che è working in progress». Spesso usa termini inglesi, per esempio track record, ciò che uno nella vita ha fatto. è la sua risposta a chi chiede se non abbia timore di affrontare le urne dopo che alle politiche i 5 Stelle hanno preso oltre il 40% in Molise. «All’elettore medio dico di guardare a ciò che uno ha fatto. Valutate le persone, chi ci mette la faccia». Si dimetterà da assessore al Bilancio del Comune di Bojano. Premette di essere sempre stato leale con le coalizioni che lo hanno chiamato, o meglio con le persone. Ha chiesto discontinuità nel centrodestra ma, precisa, «chi non ha radici non ha storia e non ha futuro».
Sala affollata. Ci sono i sostenitori della sua candidatura, in rappresentanza dei partiti che hanno firmato il documento che lo incorona: tra gli altri Angela Fusco Perrella, Vincenzo Niro, Nicola Cavaliere, Alessandro Pascale Maurizio Tiberio, Salvatore Micone, Teresio Di Pietro, Paola Liberanome.
Il suo nome, racconta Toma, è venuto fuori dal mondo delle professioni. È il candidato di Berlusconi? Mercoledì il contatto durante la riunione a Isernia, ma la telefonata del Cav lo ha «quasi commosso». Ha avuto però, precisa, adesione anche da altri esponenti della coalizione.
Dettagli sul programma e sui giovani in lista? L’appuntamento è per una prossima conferenza.
r.i.

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