L’esploratrice chiama i partiti alle consultazioni. Lui vola a Catania. «Riunisco i miei, ci son le amministrative». A Palazzo Giustiniani manda i capigruppo che ribadiranno «quello che ripetiamo coerentemente e pazientemente da un mese: vogliamo un governo che rispecchi il voto degli italiani». Cioè centrodestra e 5 Stelle.
Di Maio gli dà un ultimatum uscendo dall’incontro con la presidente del Senato Casellati, Matteo Salvini risponde: non ho mai detto “o io premier o nulla”, mi aspetto da lui la stessa umiltà.
A Primo Piano Salvini risponde dall’aeroporto, in attesa di imbarcarsi per la Sicilia. Oggi sarà di nuovo in Molise per chiudere la campagna elettorale della Lega insieme al candidato presidente Donato Toma. Professionista e uomo del fare che i big si contendono. Berlusconi lo chiamò la notte dell’investitura da candidato. Con Salvini il feeling però si nota da tempo.
Allora, si può fare in Molise?
«Io direi: si deve fare. Il cambiamento è doveroso. Non ho trovato gente che mi chiede mance, elemosine, soldi per stare a casa. Ho trovato tanta gente che vuole lavorare, vuole viaggiare su strade normali e sicure, vuole curarsi in ospedali che aprano e non chiudano, vuole fare turismo, commercio, agricoltura e pesca superando una tassazione e una burocrazia folle. Penso che l’alternativa positiva, nuova di un centrodestra guidato dalla Lega sia l’unica speranza di rilancio per il Molise».
Una sfida nella sfida, segretario. C’è competizione con Forza Italia per la leadership che le urne di domenica determineranno?
«Ovviamente quello che mi viene chiesto come priorità è mandare a casa la sinistra, il Pd e una giunta che ha fatto disastri per cinque anni e di confrontarci sulle idee con i no dei 5 Stelle, che sono bravissimi in Molise come in Italia a dire “no no no” ma poi quando si tratta di governare, sistemare, ricostruire e ripulire – basta pensare a Roma o a Torino – non sono in grado di far nulla. Quindi, l’importante è che vinca una coalizione che ha idee chiare per il Molise. All’interno di questa competizione, fra Lega e Forza Italia, vediamo se i molisani premieranno qualcosa che guarda al passato o una forza che guarda al futuro».
Tra i no di M5S quello a Forza Italia. Dopo i due giorni di mandato che Mattarella ha assegnato a Casellati saremo al punto di partenza?
«Guardi, è frustrante e lo dico da italiano prima che da segretario della Lega. Perché noi stiamo usando il buon senso, siamo disponibili a fare passi indietro, a dialogare con tutti, a ragionare di pensioni, di tasse, lavoro, immigrazione, scuola. E invece i 5 Stelle dicono: o comanda Di Maio o niente, o comandiamo noi o niente e poi un pezzo di centrodestra non ci piace. Gli italiani hanno votato e hanno premiato la coalizione di centrodestra con 12 milioni di voti e non è che si possa ubbidire ai capricci dei grillini o di Di Maio altrimenti non si fa nulla. O c’è un governo che risponde al voto degli italiani oppure tanto vale tornare a votare e chiedere chiarezza agli italiani e a questo punto governiamo da soli».
Di Maio la pressa da giorni però. Non c’è davvero alcuna possibilità che dopo le regionali e i mandati esplorativi la Lega dica sì a Di Maio e si stacchi da Berlusconi?
«Tradiremmo non tanto Berlusconi quanto gli italiani che ci hanno votato come coalizione unita un mese fa. E poi o Di Maio e Berlusconi la smettono di dirsi di no a vicenda e cominciamo a parlare di programmi – di pensioni, di tasse, di scuole, di strade – oppure non è semplice. Perché io non ho mai detto: o governa Salvini o non se fa niente. Mi piacerebbe che la stessa umiltà la usassero Di Maio e tutti gli altri».
Teme che possa finire con un governo Pd-5S?
«Ma io non temo nulla… Qualunque governo, se ha il voto del Parlamento, è legittimo e democratico. Sicuramente non rispetterebbe il voto degli italiani. Gli italiani hanno bocciato Renzi, la Boschi, il Pd in Molise e nel resto d’Italia. Riportare al governo chi è stato bocciato dagli italiani per Di Maio e per i 5 Stelle sarebbe una presa in giro nei confronti degli elettori, innanzitutto dei loro elettori».
Alla presidente Casellati cosa dice la Lega nelle consultazioni?
«Quello che ripetiamo coerentemente e pazientemente da un mese: vogliamo un governo che rispecchi il voto degli italiani, centrodestra-5Stelle, confrontando i programmi e cominciando a lavorare da domani. Se sia Di Maio che Berlusconi continueranno a dire dei no e se Di Maio preferisce governare con Renzi e col Pd lo spieghi ai molisani e agli italiani. Non lo vedo come un grande cambiamento».
Lei ha detto sì a una figura terza.
«Io sono disponibile a ragionare con tutti, se però Di Maio dice o io o nessuno capite che non è che si possa andare lontano. Se uno dice che il mondo ruota intorno a lui… è difficile che il mondo si fermi».
Ha parlato di pazienza. Quanta altra ne ha Salvini?
«Conta poco la pazienza di Matteo Salvini che da pescatore ne ha tanta. Sono le aziende che continuano a chiudere, a pagare troppe tasse. Sono i giovani che continuano a scappare all’estero, è l’Europa che continua a rifilarci direttive che danneggiano l’Italia e gli italiani… quindi sono gli italiani che mi dicono: Matteo, o riesci ad andare a votare oppure tanto vale tornare a votare».
Cosa ha riportato con sé dal Molise lunedì?
«Orgoglio. Mi ricordo quel ragazzino a Montenero di 15 anni che mi ha chiesto come penso di dare lavoro ai ragazzi della sua età e alla fine mi ha stretto la mano dicendo che non aveva mai trovato un politico che risponde ai ragazzi di 15 anni. E quegli infermieri che lavoravano all’ospedale di Larino, bellissimo ma svuotato per scelte politiche incomprensibili. Non ne ho trovato neanche un uomo o una donna in Molise che mi abbia detto: voglio essere pagato per stare a casa e non fare niente. Sono assolutamente confortato e non vedo l’ora che arrivi domenica per vedere il voto di questo popolo orgoglioso».
Dal Molise un segnale, lei ci crede dunque?
«Assolutamente. Magari è dal piccolo Molise dimenticato dallo Stato centrale che può arrivare quella spinta che servirà ai palazzi romani per darsi una mossa».
rita iacobucci

 

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