«Pensiero e azione». È il suo motto. Quindi, spiega il neo presidente della Regione Donato Toma, condivisione con i partiti e i movimenti civici che l’hanno sostenuto ma tempi ragionevoli nella formazione della giunta. Lui ipotizza 20, 25 giorni dalla proclamazione.
Sull’insediamento e la nomina di commissario alla sanità, invece, preme sull’acceleratore. O meglio, nel primo caso, si dice già pronto a lavorare. Ma, certo, bisogna aspettare la proclamazione. Per quanto riguarda l’attribuzione di una delle deleghe che scottano di più – c’è ancora da fare per uscire dal commissariamento epperò tanti dossier da completare e concretizzare ancora a partire dall’integrazione fra Cardarelli e Cattolica che Toma ha detto spesso di voler approfondire prima di agire – assicura che chiederà al governo nazionale di fare velocemente. «Accelererò la nomina del commissario per la sanità, non vorrei ci fossero due Papi insomma…».
Non è il solo riferimento al predecessore Paolo Frattura. Non lo nomina, Toma. Ma le domande dei cronisti riportano d’attualità i progetti avviati dall’amministrazione uscente. Per esempio, cosa pensa della metropolitana leggera il neo governatore? «Qui ci vogliono le infrastrutture, ma è chiaro che ci sono infrastrutture e infrastrutture. Per me la metropolitana leggera non è prioritaria, io avrei fatto altro, per esempio aggiustare le strade. Però, abbiamo diversi progetti per i quali dobbiamo decidere che fine gli facciamo fare». E dell’elettrificazione della rete ferroviaria cosa pensa? «Domanda retorica – risponde – nel senso che si sa che la risposta è sì». Articolata la domanda, tuttavia, la risposta cambia. La ‘metropolitana leggera’ è il miglioramento di stazioni e binari da Matrice fino a Isernia. Base logistica – hanno sempre spiegato l’assessore Nagni e il presidente Frattura – e politico programmatica per il progetto di elettrificazione e il relativo investimento di Rfi e del governo nazionale sull’elettrificazione da Campobasso a Roccaravindola (80 milioni nel complesso). I lavori sono iniziati già da qualche tempo. Un ‘pacchetto’ completo? Se Rfi lo ritenesse tale, rimetterebbe mano alla metro leggera? «I pacchetti noi non li prendiamo – conferma l’intenzione di rinegoziare sul punto – Caso mai spacchettiamo… Con Rfi discuteremo dei progetti utili per i molisani».
All’autostrada, era già emerso in campagna elettorale, preferisce una strada a scorrimento veloce, a quattro corsie.
Non farà annunci, convocherà la stampa solo per parlare di cose fatte, dice poi. «La musica è cambiata… non è finita, è cambiata», sottolinea. Della stampa, assicura, difenderà e rispetterà sempre la libertà, «anche quando le critiche saranno rivolte al mio operato».
Ringrazia i leader nazionali che lo hanno sostenuto «incondizionatamente» a dimostrazione che «il centrodestra unito non solo vince ma convince anche». Berlusconi lo ha chiamato lunedì e lui, confessa, pensava a uno scherzo perché il numero era ‘privato’: la segreteria dell’ex premier. Che tornerà dopo il voto in Friuli. Toma ringrazia poi la coordinatrice azzurra Tartaglione, il presidente del Parlamento europeo Tajani, l’eurodeputato Patriciello. Adesso che la campagna è finita, lo dichiara apertamente: «Sono espressione di Forza Italia». Se prenderà la tessera non è detto ora, ma è di FI.
Sulla formazione della giunta conferma quanto dichiarato nell’intervista a Primo Piano: prevalentemente sceglierà consiglieri eletti. «Sui criteri dialogheremo coi partiti, la condivisione è la mia bandiera, la decisione un mio onore». Aggiunge più tardi, perché la formazione dell’esecutivo è argomento top per i giornalisti in queste ore e quindi tornano all’attacco: «Se dicessi ora i profili che voglio in squadra farei un torto ai partiti. Se avessimo assessori di esperienza sarebbe meglio, ma ci sono anche forze giovani che esprimono potenzialità».
Parole chiave e priorità sono infrastrutture, sanità e turismo (il porto di Termoli, indica in questo caso, va dragato): tutte e tre collegate alla creazione di lavoro. Le leggi su artigianato e commercio, conviene con le organizzazioni di categoria che lo chiedono, vanno riviste. Dove prendere i soldi? «In Europa. E non rimandando indietro neanche un centesimo di euro».
Tra le prime cose che farà, garantisce ancora una volta, c’è la sburocratizzazione e la velocizzazione dei pagamenti alle imprese. Sulle grandi vertenze – Zuccherificio, Gam e Ittierre – vuole farsi un’idea precisa dello stato dell’arte. Poi parlerà.
«Sarò il presidente di tutti – chiude – di chi mi ha votato, di chi non mi ha votato e di chi non è andato a votare. Sarò il presidente anche dei miei competitor. Lavoreremo nell’interesse dei molisani».
Con lui c’è la squadra della campagna, per esempio Maurizio Tiberio. E una parte della numerosa famiglia. In sala anche il fratello del governatore, Vincenzo Toma, dirigente pubblico che quando Niro era presidente del Consiglio nella passata legislatura è stato segretario generale di Palazzo D’Aimmo.

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