«Non vorrei ci fossero due papi». Così Donato Toma, nella sua prima conferenza stampa da presidente eletto, ha espresso un dubbio legittimo e alla luce del quadro politico nazionale (in carica c’è un governo che fa solo ordinaria amministrazione) e delle norme di settore un dubbio fondato.
Il tema è la sanità, o meglio il commissario ad acta della sanità molisana.
Dagli schermi di Teleregione (era ospite al tg delle 14), il governatore uscente Paolo Frattura ieri lo ha rassicurato: qualsiasi atto io dovessi assumere prima che venga nominato il prossimo commissario lo condividerò con il nuovo presidente. «Auguro a Toma che il Consiglio dei ministri possa provvedere in tempi rapidissimi all’individuazione del commissario, auspicando che si individui il presidente della Regione come commissario per il piano di rientro. Problemi di doppio papa in questa Regione non esistono: qualsiasi decisione dovessi assumere io in questo periodo di interregno sarebbe comunque condivisa con il nuovo presidente Donato Toma».
Frattura ha rassicurato Toma anche di persona. Ieri mattina, infatti, il primo incontro informale a Palazzo Vitale fra i due. Non un passaggio di consegne vero e proprio, quello ci sarà dopo la proclamazione, ma una lunga chiacchierata in cui presumibilmente si è parlato molto di sanità.
E probabilmente anche delle altre azioni avviate e in itinere riguardo allo sviluppo e alle attività produttive.
Tecnicamente la questione del commissario della sanità è ingarbugliata. Tanto che Frattura ha chiesto ufficialmente al ministero dell’Economia se deve considerare cessato il suo incarico una volta che non sarà più presidente oppure no. Nominato per la prima volta nel 2013 in quanto presidente della Regione, è stato confermato nel 2015 quando fu sostituito il sub commissario. Le norme di riferimento erano già cambiate. Per un periodo addirittura c’è stata incompatibilità fra la carica di presidente e quella di commissario, poi l’incompatibilità è stata abrogata. Dunque, oggi il governo nazionale può scegliere se affidare la patata bollente del piano di rientro dal disavanzo sanitario al presidente della Regione interessata o a un tecnico esterno (in Calabria è così, il commissario è Massimo Scura).
Il governo Gentiloni, in prorogatio già da due mesi ormai, prenderà questa decisione che al fondo è politica? Gli addetti ai lavori ritengono di no. Potrebbero perciò passare alcune settimane – almeno fino alla formazione di un nuovo governo – per la nomina del nuovo commissario. Ecco perché Toma ha dichiarato di voler aprire subito, appena insediato, l’interlocuzione con Palazzo Chigi sul punto. E Frattura, dal canto suo, ha chiesto lumi a Roma e garantito che qualsiasi atto dovesse firmare lo condividerà col suo successore. Nessuna ingerenza o polemica. Anzi, per ora il passaggio del testimone è iniziato all’insegna del fair play.

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