Non è facoltativo, nessuna opzione da operare. Semplice, automatico: la carica di assessore è incompatibile con le funzioni di consigliere regionale. Con le funzioni, non con la carica di consigliere.
Quindi, stabilisce la legge elettorale varata a fine novembre, «la nomina di un consigliere regionale alla carica di assessore nella relativa giunta determina, per la durata dell’incarico, la sospensione dalle funzioni di consigliere». Nella prima seduta successiva, l’Assise dispone la sostituzione dell’assessore con il primo dei non eletti della sua lista. E qualora l’assessore non fosse più tale, tornerà a sedere sui banchi di Palazzo D’Aimmo. Il prezzo più alto lo pagherebbe il primo dei non eletti di cui sopra, che tornerebbe invece a casa.
Il prezzo più alto, in realtà, lo pagheranno i molisani: perché a loro carico ci saranno altri cinque consiglieri da pagare se tutti gli assessori della giunta saranno scelti fra gli eletti. Inutile dire che sono tutti convinti che stavolta sarà così, anzi nei corridoi della politica regionale si dà per scontato che i primi eletti entrino nell’esecutivo di Donato Toma e si scorre già la graduatoria. Tanto che gli interessati a un eventuale riconteggio da chiedere al Tar sono i ‘secondi non eletti’ di alcune liste di maggioranza.
L’Assemblea ancora non si insedia, ma i consiglieri M5S hanno già scritto un disegno di legge che sarà il loro primo atto della XII legislatura. Contiene due proposte: la prima è di abbassare dal 50% all’1% la quota di indennità che spetta a un consigliere sospeso per effetto della Severino, la seconda è di abrogare l’incompatibilità fra assessore e consigliere e quindi il meccanismo che fa rientrare ‘dalla finestra’ chi è rimasto fuori dalla porta del Consiglio.
Nel primo caso, ha spiegato in un video pubblicato su Facebook Andrea Greco, si tratta di evitare che chi «non lavora per noi molisani» venga ingiustamente retribuito. Il caso a cui ha fatto riferimento, come già nella prima conferenza stampa post voto, è quello dell’ex governatore Michele Iorio: appena dopo la proclamazione sarà sospeso per la condanna in Appello (arrivata poche ore prima della presentazione delle liste per le politiche) nel processo Zuccheropoli. Per la legge Iorio è candidabile. Però resta sospeso per un tempo, ha spiegato Greco, di circa 15 mesi «se non interviene prima la sentenza della Cassazione». Percepirà comunque «il 50% dell’indennità, ci costerà lo stesso 3mila euro al mese, lo riteniamo un fatto inaccettabile».
Considerazioni analoghe, legate al taglio dei costi della politica che era il punto zero del programma M5S, valgono per la sospensione degli assessori. «Il numero degli addetti ai lavori lievita, se vengono scelti assessori interni, a 25 persone. Costi che ricadranno sulle spalle di tutti noi cittadini. Noi proponiamo l’eliminazione della sospensione, che significherebbe non permettere alle seconde file di entrare e noi risparmieremmo un fiume di quattrini pubblici nei cinque anni di mandato». Un discorso, quindi, di costi e qualità: «Il neo eletto presidente – ha avvertito Greco – si potrebbe trovare a nominare in giunta persone per permettere a qualcuno scontento che è rimasto fuori dal Consiglio di rientrare attraverso questo stratagemma».
Proposte, hanno concluso il candidato governatore 5S insieme a Fabio De Chirico e Angelo Primiani, «di assoluto buon senso». Con cui si preparano alla prima sfida al resto dell’Aula.
r.i.

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