Donato Toma si definisce «in fase di riscaldamento». Aspettando la proclamazione e l’insediamento, ieri a Teleregione ha svelato qualcosa della sua agenda e delle sue intenzioni. «Sto studiando la struttura regionale, una serie di problematiche che metteremo subito all’ordine del giorno non appena mi insedierò».
Un fatto formale, la proclamazione che certo è importante per diventare operativo. Ma non lo preoccupano le voci su ipotetici futuri ricorsi: «I molisani hanno votato in maniera incontrovertibile, noi abbiamo avuto un risultato netto e lavoreremo secondo quel risultato».
Il primo banco di prova, soprattutto per lui che è un ‘professionista prestato alla politica’, è la formazione della giunta. In maggioranza, Toma ha partiti che la Regione l’hanno governata per anni e politici con un lungo pedigree. Sarà importante vedere i primi passi del neo presidente.
Per la giunta le indiscrezioni puntano sui primi eletti (e dei primi partiti e movimenti). Così, in caso di esecutivo a tre, gira questa griglia: Cavaliere (FI), Cotugno (Orgoglio Molise) e Romagnuolo (Lega). Toma, in diretta al tg delle 14 di Teleregione, non si è sbottonato. «Sulla giunta ho un’idea ma non posso dirla se non dopo averne parlato con i partiti che mi sostengono. Sicuramente dovrò tener conto dell’espressione popolare, ma non sarà l’unico criterio. Diciamo che solo due cose mi possono condizionare: l’espressione popolare e il fatto che nel bene il presidente viene esaltato e nel male viene insultato. Siccome è il presidente che dovrà dar conto al popolo è anche lui che dovrà esprimere le proprie decisioni considerando i programmi da attuare e le capacità delle persone per quei programmi».
Ascolterà i partiti, deciderà lui. E qualche indicazione chiara su deleghe e assessorati l’ha data già. Terrà per sé la delega alla sanità, ripristinerà un unico assessorato per cultura e turismo – erano deleghe in mano ai consiglieri nei passati cinque anni – e ci sarà l’assessore che si occupa di lavoro. Se sarà in capo a una donna, gli ha chiesto la collega Valentina Ciarlante. «Chissà…», ha dribblato in onda. In base alle norme statutarie e agli orientamenti anche successivi alla legge elettorale che ha introdotto la doppia preferenza, però, è assai probabile che almeno una donna in giunta ci sarà.
Fino a cinque gli assessori, così dicono le modifiche allo Statuto approvate in seconda lettura a inizio febbraio e che il presidente della Regione – Toma se sarà già insediato o Frattura in caso contrario – dovrà promulgare entro il 12 maggio. E poi ci sono altre due caselle di prima fascia: il presidente del Consiglio e il sottosegretario. In entrambi i casi, il governatore auspica siano due persone d’esperienza, che sappiano «muoversi fra i regolamenti e nei rapporti fra giunta e Assemblea legislativa», che per lui è l’organo supremo della Regione. Persone d’esperienza in maggioranza ce ne sono. I nomi più o meno sempre gli stessi: Cotugno, Niro, Pallante. Per avere indicazioni più precise, però, meglio aspettare la prima riunione di Toma con le forze che lo sostengono.
Quanto ai rapporti con la principale opposizione, il Movimento 5 Stelle, sarà «di apertura totale ma non significa che io debba accettare supinamente», bensì che le proposte saranno valutate.
Infine, di nuovo sulla sanità. Il commissario potrebbe anche non essere lui, nel senso che Roma potrebbe inviare un tecnico esterno. «Vorrei essere io il commissario e appena proclamato e insediato mi attiverò perché il governo centrale faccia il decreto di nomina nei miei confronti», ha detto sul punto. Confermando poi l’obiettivo di confrontarsi con Roma per il superamento dei criteri del Balduzzi che al Molise nega un Dea di II livello.

r.i.

 

Fedriga proclamato, il Molise aspetta ancora

In Friuli si è votato il 29 aprile. Ieri, 3 maggio, il neo presidente Fedriga è stato proclamato e può quindi esercitare le funzioni.
Il Molise è andato alle urne il 22 aprile, ormai 14 giorni fa, ma della proclamazione si hanno ancora solo notizie frammentarie e ufficiose. Le ultime la danno probabile l’inizio della settimana prossima. Fatto sta che Donato Toma è in ‘stand-by’, o come dice lui stesso «in fase di riscaldamento» perché per il passaggio di consegne ufficiale con Frattura deve attendere qualche altro giorno.
I motivi? Intanto la famosa Italia a due velocità. Il Friuli è Regione a statuto speciale e ha meccanismi rodati nella gestione ‘in proprio’ della raccolta e della validazione dei dati elettorali. Il Molise ha votato quest’anno per la prima volta con una legge sua. Neanche cinque anni fa, a pensarci bene, i tempi furono brevissimi. Le operazioni di scrutinio si chiusero il 25 febbraio, Paolo Frattura fu proclamato il 16 marzo. Le verifiche dell’ufficio elettorale del tribunale richiesero anche allora una ventina di giorni.
Stavolta, ed è la novità della legge approvata a novembre scorso, l’ufficio elettorale deve inviare alla commissione regionale della Corte d’Appello – che procede alla proclamazione – tutti gli atti relativi alla tornata. Quindi, se anche i controlli sui voti per i presidenti sono stati ultimati, non si può proclamare intanto Toma e poi i consiglieri. Le note e le richieste dei vari non eletti che pongono all’attenzione dell’ufficio elettorali discrasie e presunte interpretazioni sbagliate della legge non aiutano la velocità dell’iter.
Se, come sembra, il tutto si definirà entro il 10 maggio il primo Consiglio regionale potrebbe tenersi – considerando i tempi dettati dallo Statuto – il 28 maggio. Dal momento della proclamazione, invece, il neo governatore avrà dieci giorni di tempo per la composizione della giunta.

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