«Ascolterò tutti, deciderò io». Il neo governatore Donato Toma è stato chiaro. Sulla composizione della giunta non ha intenzione di prendere solo appunti con le richieste dei partiti e poi definire il puzzle trovando un equilibrio.
Il voto è uno dei criteri – i primi eletti dei primi partiti – ma contano anche le competenze per il presidente della Regione eletto il 22 aprile. A parte le sue dichiarazioni, chiare ma anche attente a non mancare di rispetto ai partiti e ai movimenti che lo hanno sostenuto, trapela un imprinting non di maniera. Di questi tempi riproporre vecchi schemi significherebbe mettere a rischio già molto del credito che un neo eletto ha guadagnato alle urne. Non è da escludere, quindi, secondo gli osservatori più attenti, che Toma sorprenda anche i suoi alleati, anzi prima di tutti i suoi alleati.
I maggiori azionisti del centrodestra sono politici che tradizionalmente hanno governato in Molise. La richiesta di cambiamento, però, è stata forte: sia alle politiche sia alle regionali – al di là dell’esito e dei vincitori che sono stati diversi – i molisani hanno mandato un messaggio inequivocabile. Che Toma sarebbe intenzionato a interpretare fino in fondo.
In attesa della proclamazione e quindi della prima riunione del nuovo capo di Palazzo Vitale con le forze politiche e poi dei partiti e dei movimenti con gli eletti, i rumors nei corridoi della politica cominciano a farsi spazio. Le caselle da riempire sono fondamentalmente le cinque (ad oggi sulla carta ancora quattro perché le modifiche statutarie devono ancora essere promulgate) della giunta, lo scranno più alto di Palazzo D’Aimmo e l’incarico di sottosegretario.
Secondo alcune indiscrezioni, il governo di centrodestra potrebbe partire con 4 assessori, lasciando un posto a disposizione per riequilibri che dovessero rivelarsi necessari dopo il rodaggio. Per esempio, sussurra qualcuno, c’è il caso Iorio di cui tener conto. L’ex presidente risulta eletto con la sua lista, ‘Iorio per il Molise’, ma sarà sospeso per il tempo che non sarà risolta la vicenda relativa alla condanna rimediata in Appello per il caso Zuccheropoli. In questo periodo sarà sostituito in Consiglio dall’attuale prima dei non eletti Scuncio. È possibile, quindi, che al momento per il raggruppamento civico di Iorio non ci saranno ruoli di primo piano perché di qui a un anno cambierebbe il titolare della carica. Altri, invece, osservano che un ex governatore che ha guidato la Regione per 12 anni ha poi l’ambizione di fare l’assessore con altri presidenti.
C’è chi, invece, sembra pronto a un incarico di governo. Per esempio, Vincenzo Niro. Presidente del Consiglio nella prima parte del mandato di Frattura, al giro di boa ha ceduto lo scranno a Cotugno e non ha mai digerito quello che secondo lui è il tradimento di un patto perché nell’accordo con Ruta, Leva e Frattura per lui era previsto un posto in giunta.
Niro, coi Popolari per l’Italia, è la quarta forza del centrodestra con il 7,12%. Lui, il primo eletto. Secondo il criterio dell’espressione popolare, dovrebbe essere assessore. Stesso discorso vale per Vincenzo Cotugno, primo eletto di tutta la coalizione e di Orgoglio Molise (secondo partito dopo Forza Italia) con 3.308 voti. La Lega, terzo partito, ha eletto due donne: le quotazioni di Aida Romagnuolo sono elevate e stabili. Infine, la prima forza dello schieramento, Forza Italia. Che porta in Consiglio tre consiglieri e potrebbe puntare a ottenere due assessorati. In pole position per un ruolo importante in squadra c’è Nicola Cavaliere. Che potrebbe tornare all’Agricoltura, forte del consenso ricevuto nel basso Molise, area a spiccata vocazione agricola. Quanto agli esterni, non sono da escludere. Capitolo donne, per Toma almeno un assessore deve essere ‘rosa’, se due sarebbe meglio.
Per il ruolo di presidente del Consiglio, il nome più accreditato è quello di Quintino Pallante, esponente di Fratelli d’Italia e che risponde anche al profilo di uomo d’esperienza tracciato dal governatore durante la sua intervista a Teleregione. All’Udc, infine, potrebbe andare il sottosegretario con Salvatore Micone.

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