Il segretario regionale del Pd? «Non dovrà essere un consigliere regionale né una persona che aspira a candidarsi».
Regole chiare, dice Vittorino Facciolla. Primo eletto del partito a Palazzo D’Aimmo, parla a Primo Piano e non ci sta a passare per come è stato dipinto nella ricostruzione pubblicata ieri. Non è vero, dice, che ha giocato solo per sé alle elezioni.
Ricostruzione che per l’ex assessore all’Agricoltura è falsa. Per chi racconta i fatti giornalisticamente e focalizzando sulle evidenze maggiori, è parziale. Facciolla non ha giocato in tandem con Frattura, forse questa sintesi è più aderente pure per il suo vice.
Il pomo della discordia – se discordia sarà – è a grandi linee il mancato appoggio a Carmela Lalli. Consigliere giuridico del presidente in questi cinque anni e suo braccio destro nelle operazioni di exit strategy dalle partecipate – si menziona sempre la vendita della filiera avicola ad Amadori ma c’è anche l’affidamento a privati della gestione di Campitello Matese – oltre che in corsa nel listino di Frattura quando si candidò per la prima volta nel 2011, all’elezione di Lalli Frattura probabilmente teneva. Se ci fossero accordi non è dato sapere. Ma a San Martino in Pensilis Lalli non ha preso nemmeno una preferenza.
Ribattono dal fronte Facciolla che se c’era una sfida fra le due donne forti del Pd l’ex assessore non aveva intenzione di determinarne la vincitrice. Se c’era una battaglia, non era la battaglia di Facciolla evidentemente.
«Quello che è stato citato nel suo articolo – dice lui – è un dato solo. Ce ne sono tanti altri che indicano chiaramente che io non ho fatto solo i c…., gli affari miei alle regionali. Guardi intanto le preferenze prese da altri candidati del partito a San Martino, i voti di Ururi e Portocannone. E non è neanche vero che non ho aiutato Carmela Lalli, ci sono comuni in cui ritengo che le preferenze venute fuori siano frutto anche del mio impegno».
A San Martino, indica in particolare Facciolla, hanno raccolto preferenze Mariateresa Palombo (173), Anna Saracino (66), Maria Chimisso (33). Così pure a Ururi e Portocannone. Persone che, rivendica Facciolla, sono scese in campo col Pd anche per un ragionamento di squadra che hanno costruito insieme a lui. «Io potrei obiettare che a Campobasso ho preso una media di 3 preferenze circa per sezione… ma non lo farò. Non litigherò con Paolo Frattura per queste cose», assicura.
È mattino presto, ha appena letto il giornale. Alle spalle, subito dopo un rientro in Consiglio che non può gratificarlo visto che è capo della seconda opposizione, la carrese interrotta. La corsa fermata dai blindati della polizia alla partenza, il 30 aprile. Coincidenze. E polemiche che lo hanno visto bersaglio principale.
Facciolla resta Facciolla, fa discutere. Logico che tutti seguano le sue mosse per il congresso del Pd che sta per aprirsi. Con la segretaria uscente Micaela Fanelli mai nessuno scontro pubblico o plateale, l’ex assessore però non ha condiviso la gestione del partito. Adesso però gli eletti sono loro. Un asse non è ipoteticamente campato in aria. «Io non faccio accordi con nessuno. Già sarà difficile fare un accordo con me stesso, darmi ragione per un tempo congruo riesce difficile pure a me». Stempera con l’ironia la decisione della smentita. «In assemblea dirò questo: il segretario non deve essere un consigliere regionale né chi vuole candidarsi alla Regione. Punto. Ragionerò con chi è d’accordo con queste regole che secondo me danno autonomia e slancio al partito. Su queste basi valuterò i nomi che si proporranno e le diverse posizioni».
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