Sono le 15.45 quando il presidente dell’ufficio elettorale regionale Vincenzo Pupilella – presidente di sezione della Corte d’Appello di Campobasso – proclama Donato Toma presidente della Regione.
Terminate lunedì le operazioni di verifica della commissione del Tribunale, da ieri mattina i magistrati e gli operatori giudiziari della Corte hanno effettuato gli ultimi controlli e conteggi. Che, riguardo all’assegnazione dei seggi alle liste e all’elezione dei singoli consiglieri proseguirà per l’intera giornata di oggi e forse anche domani. La proclamazione degli inquilini di Palazzo D’Aimmo dovrebbe avvenire fra domani e venerdì.
Toma è apparso emozionato. Un lungo abbraccio coi collaboratori al termine delle formalità ha rotto il ghiaccio. Con lui il centrodestra torna a Palazzo Vitale dopo cinque anni di centrosinistra. Con i giornalisti, il neo presidente ha affrontato le questioni più urgenti, poi dritto in via Genova dove ha incontrato alcuni dirigenti – probabilmente i vertici dei dipartimenti e la direzione generale della Salute visto che domani ha già un impegno importante a Roma nella Conferenza delle Regioni e poi nella Stato-Regioni e in quella Unificata.
«La prima cosa da fare – dice – è la ricognizione della struttura regionale per velocizzare tutti i processi burocratici. I tempi devono essere molto più rapidi di quelli a cui siamo stati abituati finora». Per rilanciare il Molise, secondo il capo dell’esecutivo, «serve la cognizione di ciò che è stato fatto, di ciò che c’è da fare e delle risorse disponibili. Laddove le risorse dovessero mancare, immediatamente – questo succederà già a partire da domani – ci recheremo sui tavoli dove le risorse devono essere reperite. Lo faremo con cognizione di causa, cioè prima capendo dove siamo seduti, chi ci è a fianco e di fronte, con chi dobbiamo parlare e da chi dobbiamo pretendere. Con fermezza ma con educazione».
Tra le tante emergenze da gestire, dunque, la base per Toma è «la velocizzazione dei processi» perché «se ho una macchina che va a rilento la devo velocizzare, poi tutto il resto: pagamenti alle imprese, occasioni di lavoro attraverso gli investimenti. In questi giorni – riferisce – per non stare con le mani in mano ci siamo fatti una ricognizione di tutti i fondi europei impegnati ma non impiegati e da riprogrammare. Ci sono parecchi milioni di euro».
A che punto è la discussione sulla giunta? «A nessun punto perché partiamo ora», risponde alle domande dei giornalisti sul punto. Toma ha le sue idee ma, chiarisce, «dovrò parlare con i partiti che hanno vinto le elezioni, ma partiamo ora con la discussione». Infine, la sanità. In particolare il decreto 46 dell’ex presidente Frattura (in qualità di commissario ad acta) che individua 105 milioni di investimenti (fra cui il Pronto soccorso in Cattolica in caso di attuazione dell’integrazione fra Cardarelli e Fondazione Giovanni Paolo II). Cosa intende farne? «Leggerlo prima di tutto con attenzione, vedere tutte le carte prodromiche al decreto stesso e capire se c’è qualcosa che si può migliorare. Sicuramente c’è».
Prima della proclamazione dall’ufficio elettorale cercano il delegato di lista del Pd. Dal partito dicono: tutto regolare. Vista la ridda di voci sui seggi il fatto non passa inosservato
r.i.

 

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