«Non sono stata la candidata di qualcuno contro qualcun altro. Ma ora che è terminato il mio ruolo tecnico in Regione, posso dedicarmi più liberamente alla mia passione politica. Il Pd l’ho sempre sentito come la mia comunità: prendo la tessera e darò il mio contributo».
Carmela Lalli legge con attenzione le dichiarazioni dell’ex assessore Vittorino Facciolla a Primo Piano. Legge gli articoli che questo quotidiano sta dedicando al congresso del Pd. Un congresso che a livello nazionale si è bloccato per l’ipotesi nuove elezioni. Le regole saranno le stesse a Roma e in periferia. Ma intanto prosegue la discussione post regionali in casa dem.
Chiamata in causa, non certo da Facciolla ma da un dibattito pubblico difficilmente accantonabile, dice la sua. Come il ministro Carlo Calenda qualche mese fa dopo la batosta delle politiche, l’avvocatessa vuole entrare di diritto fra i dem. «Nessuna scalata, non è nel mio stile né abbiamo fatto mai ragionamenti di questo genere con Paolo Frattura», chiarisce.
Sfida l’opinione pubblica che tende a semplificare. Ci sarà chi dirà: prende le distanze. «Non è così. Sento di spiegare le mie intenzioni perché ritengo di aver portato al Pd un contributo importante e per rispettare chi mi ha dato un consenso di cui sono lusingata».
Il dibattito interno alla galassia dem, non proprio solo un chiacchiericcio ma una ricostruzione che risente comunque di tensioni interne mai sopite e che le elezioni hanno riacceso, dà conto di screzi fra l’ex presidente Frattura e il suo ex vice Facciolla per il mancato appoggio alla candidatura di Carmela Lalli. Un rapporto che per questo si sarebbe rotto. Cosa vuol dire questo nella prospettiva del congresso chiamato a rieleggere la governance del Pd Molise? Come si muoveranno Frattura, Facciolla e le rispettive squadre?
A questa semplificazione, Lalli risponde con un ragionamento autonomo. «Visto il ruolo tecnico che ho rivestito in questi anni, ho evitato di prendere la tessera del Partito democratico e di avere ruoli. Terminato il mio mandato (è stata consigliere giuridico del presidente della Regione Frattura, ndr), ho voluto dare il mio contributo. La politica è sempre stata la mia passione e quando ho militato e avuto ruoli l’ho fatto anche più a sinistra del Pd». Consigliere comunale a Campobasso dal 1995 al 2000 con il Pds, fu anche giovane presidente di commissione con l’amministrazione Massa.
«Non sono stata la candidata di qualcuno – sottolinea più volte Lalli – . Ho fatto la mia campagna, ricca di contenuti e sul territorio. Chiaramente, era una candidatura che puntava a vincere. Ma non uno strumento di guerra. Ognuno ha fatto la sua campagna e non mi pare che io abbia fatto accoppiate di comodo, si vede benissimo dai dati elettorali. A consuntivo, devo dire che ritengo di aver portato un risultato importante, considerando che non ero un amministratore o un politico di lungo corso».
Come in tanti l’hanno dipinta la ‘candidata di Frattura’, ora si tende a descriverla come una rappresentante della squadra dell’ex governatore. «Con Paolo Frattura io non ho accordi politici, né abbiamo mai fatto ragionamenti di squadra che riguardino il Pd. Sinceramente, non so cosa lui voglia fare. So cosa voglio fare io: non disperdere il patrimonio di consenso che ho avuto alle elezioni. Per questo, do la mia disponibilità a impegnarmi. Non sto ragionando – precisa – in termini di ruoli. Il mio obiettivo è far ripartire il Pd su basi nuove. Far riaffezionare le persone che si sono allontanate, ripartire dal territorio, dai simpatizzanti. Punto a un partito rinnovato che possa essere catalizzatore di consensi. Lei capisce quindi che non è un problema di ruoli ma di capire se ci sono persone che hanno lo stesso obiettivo». Racconta che in campagna elettorale ha avuto difficoltà a chiedere e ottenere il voto per il Pd. «È deprimente sentirsi dire: sono di sinistra ma questo Pd non lo voto, o non vado alle urne oppure scelgo i 5 Stelle. È deprimente però questo mi ha stimolato ancora di più a impegnarmi».
Quindi, prende la tessera. «Sì, ho intenzione di farlo ed entrare a far parte a pieno titolo di una comunità, il Pd, che mi è sempre appartenuta. Lo farò con un’idea chiara. Non mi appartengono le lotte intestine, i discorsi di corrente. Quando voi giornalisti dite “i fratturiani” onestamente non so a cosa vi riferite». Come Renzi che ha detto: renziani, sembra una malattia…
Si è candidata alla Regione all’esito di un ragionamento nato mesi prima, ribadisce ancora. «Quando le tre F del Pd (Fanelli, Facciolla e Frattura, ndr), come negli ambienti politici e giornalistici sono indicate, mi pare andassero d’accordo… È evidente che dal punto di vista elettorale Micaela Fanelli era la mia diretta antagonista. Ma ognuno partecipa per vincere, no? Io ho solo fatto la mia strada…».
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