Nessuna ufficialità, neanche voci ufficiose. Il presidente della Regione, proclamato martedì, è stato subito assorbito dagli incontri istituzionali a Roma. Ancora non ha avuto modo di vedere i partiti, quindi. Lo farà di sicuro nelle prossime ore, magari dopo la proclamazione dei consiglieri che dovrebbe esserci domani pomeriggio.
Ma le voci di corridoio, alcune sostenute dall’esperienza e dalle consuetudini di palazzo, propongono già una griglia verosimile di giunta e di probabili deleghe.
Sia chiaro, tutti sono in attesa di conoscere le intenzioni del governatore Toma. Che ha chiarito da subito: ascolterò tutti, deciderò io. E ha aggiunto di voler tenere in considerazione il criterio del voto popolare ma non solo, anche la competenza ad esempio. Quanto alla quota donne, almeno una casella sarà ‘in rosa’.
Detto questo, i rumors sono già tanti. Perché la politica e i politici hanno tempi che, pur cambiati, restano una tradizione.
Intanto, secondo i più, il vicepresidente della giunta potrebbe essere Vincenzo Cotugno: primo degli eletti di tutto il centrodestra con oltre 3.300 voti e rappresentante della provincia di Isernia (il governatore è di Campobasso). Due elementi, dunque, che portano logicamente a questa conclusione. Quanto alla delega, certo Cotugno avrebbe un pedigreee significativo per la Programmazione, le Attività produttive. Chi gli è vicino esclude che ambisca a settori che potrebbero causargli potenziali conflitti (o comunque prestarsi a polemiche e strumentalizzazioni), per esempio i Lavori pubblici. Ma circola una voce secondo cui potrebbe essere lui il titolare dell’assessorato alla cultura e al turismo, in generale alla promozione del Molise e delle sue eccellenze, su cui Toma intende puntare molto. Da presidente del Consiglio ha curato molto questo settore, l’ipotesi non è peregrina.
Una delle deleghe più ambite è l’Agricoltura. Lo stesso Cotugno è un papabile, quello ritenuto in pole position è però il primo eletto di Forza Italia Nicola Cavaliere. Mentre per le Infrastrutture si fa il nome di Vincenzo Niro (Popolari per l’Italia) e Aida Romagnuolo (Lega) andrebbe allo Sviluppo. Per quanto riguarda il Carroccio, però, fonti attendibili indicano che sarà Salvini (che alla lista ha portato non pochi voti) a decidere il nome per la giunta di Toma.
Capitolo sottosegretario: il governatore deve promulgare le modifiche statutarie come pure per la nomina di un quinto assessore (dal 12 maggio in poi) per poterlo nominare e resiste l’indicazione su Micone (Udc).
Il presidente del Consiglio? Nel centrodestra, che pure affronta questa partenza senza accordi pre-elettorali e accordi scritti, si rafforza la convinzione che toccherà a Fratelli d’Italia con Quintino Pallante.
Intanto si accende il dibattito anche sull’ufficio di presidenza di Palazzo D’Aimmo. Chi sarà il vice in quota alla minoranza? Nelle ultime ore circola un’indiscrezione: che sarà Vittorino Facciolla, perché ci sarebbe già un accordo in tal senso col centrodestra. Esponente della seconda minoranza, potrebbe contare su due voti (mentre i 5 Stelle ne hanno in partenza sei) e sull’eventuale appoggio di chi ha governato con lui e oggi è nel centrodestra. D’altro canto pure nel 2013 la maggioranza scelse il vice presidente di opposizione. E qualche abboccamento, deve esserci stato col Pd.
Prima risposta dell’interessato, tipicamente in stile Facciolla: «Fino a ieri ero vice presidente della Regione… Ho preso 4.100 voti, mi accontento così?». «Valuteremo insieme all’altra parte della minoranza il da farsi. Certo, se i 5 Stelle forti di sei voti contro i nostri due vorranno fare l’asso pigliatutto noi non ci staremo. Però non mi pare sia il caso di fare fughe in avanti. Guardi io non mi ritengo uno statista, ma un minimo di approccio politico e istituzionale ce l’ho…». Due dem. Uno vicepresidente del Consiglio, l’altro capogruppo. Comunque vada, cinque anni non esattamente di relax in casa Pd.
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Proclamazione attesa nel pomeriggio, il 21 seduta di insediamento

Che avvenga oggi o domani la proclamazione (basta che sia entro questa settimana), la seduta di insediamento della XII legislatura si terrà il 21 maggio.
A dettare i tempi è lo Statuto. L’articolo 23 stabilisce che «il Consiglio regionale tiene la prima adunanza il primo giorno non festivo della seconda settimana successiva alla proclamazione di tutti gli eletti». E dispone anche che «gli avvisi di convocazione sono inviati dal presidente del Consiglio regionale uscente almeno cinque giorni prima».
Entro mercoledì 16 maggio – sempre che entro sabato siano proclamati gli altri 20 componenti dell’Assise di via IV Novembre (il governatore Toma è stato ufficialmente nominato martedì pomeriggio) – il presidente uscente Cotugno convocherà gli eletti.
Il capo dell’esecutivo ha, invece, dieci giorni dalla proclamazione per nominare la giunta e altri dieci per comunicarla all’Assise. Dal giorno della comunicazione scatta il termine per la surroga dei consiglieri-assessori con i primi dei non eletti. Secondo quanto indica l’articolo 15 della nuova legge elettorale, infatti, «il Consiglio regionale, nella prima adunanza successiva alla comunicazione del provvedimento di nomina, preso atto della intervenuta sospensione delle funzioni di consigliere, dispone la sostituzione del consigliere nominato assessore affidando la supplenza per l’esercizio delle funzioni al primo candidato non eletto secondo i criteri previsti dalla presente legge elettorale per la surrogazione».
Nel caso della composizione ipotizzata da Primo Piano (e al netto di cambiamenti fra i primi dei non eletti al momento della proclamazione), entrerebbero in Aula Massimiliano Scarabeo (in sostituzione di Cavaliere), Paola Matteo (al posto di Cotugno), Antonio Tedeschi (per Vincenzo Niro) e Domenico Ciccarelli (per Romagnuolo).

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