Due assessori a Forza Italia, uno ciascuno a Orgoglio Molise, Lega e Popolari per l’Italia. All’Udc la presidenza del Consiglio. A Fratelli d’Italia andrebbe il sottosegretario, ma il partito di Meloni non è d’accordo. Con il coordinatore Di Sandro venerdì ha rivendicato accordi romani che parlano di posto di governo. Pallante ieri ha lasciato in anticipo e – secondo qualcuno abbastanza alterato – la riunione fra il governatore Donato Toma e i consiglieri di maggioranza.
Il quadro comunque è stato delineato. Cambiamenti e sorprese sono sempre possibili, perché il neo presidente di Palazzo Vitale avrebbe chiuso la riunione – di cui sarebbe stato stilato anche un verbale – riservandosi gli aggiustamenti che riterrà necessari.
Nell’esecutivo entrano Nicola Cavaliere e Roberto Di Baggio (FI), Vincenzo Cotugno (Orgoglio Molise), Aida Romagnuolo (Lega) e Vincenzo Niro (Popolari per l’Italia). L’indicazione per il presidente del Consiglio è ricaduta su Salvatore Micone (Udc), il vice di maggioranza dovrebbe essere Gianluca Cefaratti (Orgoglio Molise). Delle presidenze di commissione, tre su quattro sono ‘assegnate’: la prima ad Andrea Di Lucente (Popolari per l’Italia), la seconda ad Armandino D’Egidio (FI), la quarta a Filomena Calenda (Lega). La terza è ‘sospesa: potrebbe andare a Iorio per il Molise, ai Popolari per l’Italia o ad Orgoglio Molise.
Due i punti sotto la lente: un assessore esterno, che Toma sembrava intenzionato a nominare (mentre la griglia venuta fuori dal conclave è l’elenco dei primi eletti più Di Baggio, terzo degli azzurri ma della provincia di Isernia) e il rebus Lega.
La preferenza di Matteo Salvini per il coordinatore Mazzuto negli ambienti politici di centrodestra è nota. Ma per ora il probabile assessore del Carroccio è Romagnuolo. Peraltro donna che quindi blinda l’esecutivo sul fronte parità.
I decreti di nomina probabilmente domani. Oggi, la promulgazione delle modifiche statutarie che introducono il quinto assessore e il sottosegretario. Questo il cronoprogramma con cui si è chiusa ieri sera la riunione.
r.i.

 

A Palazzo Vitale passaggio di consegne all’insegna del bon ton

Clima disteso, qualche battuta. Molta cordialità, tanto bon ton.
Donato Toma, già padrone di casa perché al lavoro da subito dopo la proclamazione in via Genova, e Paolo Frattura che i cassetti li ha svuotati quindi già da qualche giorno hanno voluto un passaggio di consegne che per questo è stato virtuale ma non meno sentito.
«Ti auguro di comunicare più e meglio di me cercando di raggiungere tutti i cittadini perché possano avere contezza di quanto di buono per la regione potrete fare. Se dovesse servire un recall – dice l’ex presidente – di qualcosa che in questi cinque anni abbiamo fatto, lo spirito e l’atteggiamento saranno sempre collaborativi e costruttivi. Davvero in bocca al lupo a te e agli altri venti consiglieri regionali».
Così l’in bocca al lupo, che il neo governatore accoglie con “viva il lupo”. Poi qualche risata e scongiuri, quando Toma aggiunge: questo momento è dedicato più a lui che a me. E precisa: non perché non lo vedrete più. Sulla collaborazione si dice d’accordo:
«Non mancherò di chiederti eventualmente ulteriori informazioni, spiegazioni, ampliamenti, perché penso che la Regione non debba avere soluzione di continuità nel senso istituzionale. Altra cosa è il piano politico, dove intervengono strategie diverse, ci sono punti di vista alle volte divergenti, ci sono impostazioni e azioni di governo variabili. Questo è il bello dell’alternanza e della democrazia». E, dirà più tardi rispondendo alle domande dei giornalisti, tra le ultime delibere di Frattura ce n’è qualcuna di cui potrebbe non condividere il contenuto. «Gli atti come si fanno si revocano», completa il predecessore. Che, a margine, tocca il tema sanità. Si augura che presto il Consiglio dei ministri proceda alla nomina del nuovo commissario. E ripete che l’integrazione fra Cardarelli e Fondazione è prevista nel programma operativo, provvedimento che è legge dello Stato. Per cambiare le cose serve un’altra legge dello Stato. Ed è un obiettivo su cui il Molise ha ricevuto l’aiuto finanziario di governo e Regioni per sanare il debito.
Comunicazione e confronto, assicura poi Toma, saranno i pilastri della sua azione: comunicazione non solo con la stampa ma anche con gli enti locali.
Altri sorrisi quando i cronisti chiedono della giunta. Toma assicura che in giornata – ottimisticamente dice nel pomeriggio ma poi il vertice di maggioranza si allunga parecchio – varerà la giunta. Parla di un esecutivo ristretto perché è necessario qualche giorno per promulgare le modifiche statutarie che introducono quinto assessore e sottosegretario. Ma sarà completato in sette, dieci giorni.
Pagamento degli arretrati alle imprese in cima all’agenda di Toma. Sarà il primo atto della sua giunta, assicura. Dichiarazione salutata con soddisfazione dall’Acem: «Confidiamo che ciò avvenga nel più breve tempo possibile perché, come più volte segnalato, le aziende non possono più attendere».
Infine un tema nazionale, la riabilitazione di Berlusconi. Toma lo ha sentito per complimentarsi. Buona notizia anche per un comune cittadino, nel caso del Cavaliere «scendere in campo direttamente significa che il condottiero riuscirà meglio a guidare i suoi uomini in battaglia e a vincerla».

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