«Nessun giallo sulla composizione della giunta». Donato Toma lo chiarisce subito, in apertura di conferenza stampa. Così come ribadisce che il quinto assessorato tocca alla Lega. La designata Aida Romagnuolo – conferma quanto pubblicato ieri da Primo Piano – ha messo per iscritto la volontà di concorrere alla corsa per la presidenza del Consiglio. «Equilibri interni al partito» in cui il presidente della Regione non vuole entrare. In atto ci sarebbe il braccio di ferro tra la prima eletta e il coordinatore regionale, Luigi Mazzutto. Che per i bene informati sarebbe spalleggiato da Matteo Salvini.
E così se a regolare i lavori del Consiglio sarà un esponente del Carroccio, l’assessorato scalerà all’Udc, quindi a Salvatore Micone. Toma non lo dice apertamente, ma lo lascia intendere chiaramente.
A Fratelli d’Italia il nuovo governatore ha proposto il ruolo di sottosegretario. Offerta per ora rispedita al mittente. «Pallante sta riflettendo», si lascia sfuggire non capendo fino in fondo le logiche partitiche che si celano dietro a certe scelte. «Fossi stato eletto io consigliere – spiega nel corso della conferenza stampa in via Genova – l’avrei scelto immediatamente, invece vogliono tutti l’assessorato». Aggiunge – restando agli ‘scontenti’ – «che il tavolo non ha condiviso le richieste di Michele Iorio. Cosa voleva? Chiedetelo a lui».
Deciso e pieno di sé. Sintetico ma efficace. Toma non tentenna neanche quando gli chiedono se si sente un pupazzo manovrato dall’onorevole Tartaglione (immagine postata sui social da una collaboratrice di Iorio, ndr). «Sono un burattino, ma nelle mai di Dio», la risposta è accompagnata da un sorriso rassicurante.
Sembra invece di essere ad una delle sue lezioni all’università quando illustra il metodo utilizzato per scegliere gli assessori Nicola Cavaliere, Roberto Di Baggio, Vincenzo Cotugno, Vincenzo Niro e il quinto della squadra (Romagnuolo, Mazzuto o Micone dell’Udc). Al metodo D’Hondt – che di solito viene utilizzato per l’attribuzione dei seggi – ha applicato la media ponderata. I resti li ha assegnati al primo partito, da qui i due assessori a Forza Italia. Assessori che saranno a scadenza. Tra sei mesi il report con cui valuterà il loro lavoro «perché cerco risultati». Parola d’ordine produttività. E monitoraggio. Necessario per capire come migliorare l’esecutivo.
Le deleghe? «Dopo il Consiglio di lunedì. Servono – dice convinto – competenze ed esperienza». Gestirà in prima persona sanità e bilancio. Cita Pareto quando spiega che «l’ottimo è la condizione in cui si scontentano meno persone possibili». A dimostrazione che qualche mal di pancia c’è. «Ma passerà» assicura.
Infine la parte più interessante della conferenza stampa: 7.341.771,35 euro destinati al pagamento delle imprese. «Soldi sbloccati con uno ‘switch’, risorse che finiranno nelle casse di circa 80 Comuni che dovranno saldare le aziende che vantano crediti per lavori effettuati».
E ancora: 20 milioni di euro del Por (programma operativo regionale) ancora spendibili e molte risorse comunitarie destinate soprattutto al turismo «che vanno recuperate e riprogrammate per esaltare e valorizzare le nostre magnifiche tradizioni come ‘I Misteri’ e le Carresi».
pierluigi boragine

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